Lo Sna si sta muovendo presso il Bipar per ottenere l’unificazione di tutti i Gruppi agenti europei facenti capo a Groupama. Abbiamo chiesto a Pietro Melis, presidente dell’A.g.it (il Gruppo agenti Groupama in Italia), di spiegarci perché.
Domanda, Presidente Melis, perché questo desiderio di «internazionalizzazione»?
Risposta. Groupama è oggi, di per sé, una realtà internazionale. Potrebbe bastare questo, a spingere gli agenti italiani che vi fanno riferimento ad abbracciare un panorama che vada oltre i confini del nostro paese. Ma in realtà, siamo mossi da una consapevolezza più profonda. Se andiamo a guardare il mercato assicurativo italiano, vedremo che è suddiviso tra pochi grossi gruppi che possiamo tranquillamente definire multinazionali. Abbiamo assistito negli anni a fusioni con le quali questi colossi hanno via via inglobato le realtà nate sul nostro territorio. Dopodiché, però, le strategie di espansione, sulle quali molto si investe, sono quasi sempre rivolte all’esterno. Non solo: le decisioni importanti si prendono all’esterno, fuori dall’Italia, ma poi in Italia vengono applicate. Groupama non fa eccezione.
D. Ma quali sono gli obiettivi di questo gruppo agenti unificato e transnazionale?
R. Gli agenti italiani debbono comprendere che è importante concentrarsi meno su quello che avviene nel nostro paese e molto di più su quanto accade a livello europeo. Per esempio, i rapporti con l’Ania sono importanti, molto importanti. Ma le decisioni dell’Associazione delle Imprese sono fortemente influenzate da quanto accade a Bruxelles, e noi faremmo bene a ricordarlo. La direttiva europea sull’intermediazione del 2002 – e la prossima direttiva Ue Imd2 il cui disegno dovrebbe essere presentato entro il 2011 – dovrebbero farci comprendere che il nostro destino professionale non risiede in Italia, ma in Europa. E siccome, personalmente, nutro qualche preoccupazione sia sul futuro del nostro settore assicurativo che su quello della nostra categoria, ebbene spero vivamente di vedere – entro la fine del mio ultimo mandato come presidente dell’A.g.it. – che tutti gli agenti Groupama sono raccolti in un’unica associazione rappresentativa. È un modo per essere vicini al centro nevralgico del potere, per avere un maggiore potere di incisività. E magari, per quanto ci riguarda direttamente, poter chiedere – a maggior titolo – che almeno una parte degli utili prodotti in Italia qui vengano reinvestiti, e non siano destinati unicamente a finanziare gli investimenti fatti altrove. L’accordo tra il Gruppo Agenti Groupama e lo Snagan francese è un primo passo.
D. Come ha reagito la vostra mandante all’iniziativa che state portando avanti ?
R. Ufficialmente non c’è nessuna reazione apparente. Penso che attualmente siano distratti da problemi, per loro, più importanti. Hanno lanciato un aumento di capitale sociale di 500 milioni di euro, che peserà tutto sulle spalle delle mutue agricole francesi, azioniste di Groupama (non quotata in borsa). In Italia sono fortemente impegnati a completare il processo di integrazione con Nuova Tirrena e a creare tutte le strutture indispensabili per poter attuare i loro piani di espansione (acquisizioni di altre compagnie). È iniziato quest’anno il roll out del nuovo sistema informatico che sta impegnando moltissimo il management e sta appesantendo il lavoro degli agenti che stanno facendo da battistrada. Il contemporaneo concatenarsi di tutti questi problemi probabilmente non ha consentito loro di soffermarsi su questa nostra iniziativa. Noi andremo comunque avanti con la convinzione che sia la cosa giusta da fare. Siamo orgogliosi di avere al nostro fianco il Sindacato nazionale agenti e il collega Mossino che si è speso moltissimo per consentirci di realizzare questo progetto.