Il Tesoro ha chiuso con successo il collocamento di Bot, grazie agli acquisti Bce di questa settimana che hanno dato sollievo ai titoli italiani. Ieri l’asta dei titoli a un anno ha ottenuto una domanda quasi doppia rispetto all’offerta (12,6 miliardi contro i 6,5 dell’importo collocato), sostenuta anche dalle richieste provenienti da operatori esteri.
L’asta di luglio aveva fatto segnare una domanda inferiore, con un rapporto sull’offerta pari all’1,55%. In calo anche i rendimenti, che sono scesi sotto la soglia del 3% (dal 3,67% al 2,96% lordo). Il tasso strappato ieri dal Tesoro è stato comunque superiore al 2,15% di giugno e anche alle aspettative degli analisti, che stimavano un livello attorno al 2,7%: segno di un clima ancora nervoso sui mercati europei. Tuttavia la domanda ha ampiamente rassicurato. Senza dubbio ha inciso positivamente il sostegno esterno della Bce, che anche ieri ha comprato sul secondario titoli italiani e spagnoli. Inoltre l’investimento in titoli di Stato a un anno è stato giudicato conveniente da molti investitori, vista la generale incertezza economica, le pressioni sull’inflazione e i tassi attesi ancora su bassi livelli. Il successo dell’asta è stato agevolato dalla breve scadenza dei titoli, anche se ieri i tassi sono rimasti stabili pure sulle scadenze a lungo termine nel mercato secondario. I Btp a 10 anni in serata erano scambiati a tassi del 4,96%, con uno spread rispetto al bund salito a 277 punti base, ma soltanto per il ribasso dei tassi sui titoli tedeschi, impiegati dagli investitori come bene rifugio. Il livello attorno al 5% è ancora lontano dalla soglia del 6,5-7%, considerata rischiosa dagli operatori per le finanze pubbliche. «L’asta di ieri permette all’Italia di guardare con più serenità al futuro», ha commentato un analista. La boccata d’ossigeno è arrivata soprattutto in vista delle ingenti scadenze di settembre, che ammontano a 46 miliardi (su 76 miliardi complessivi fino a fine anno). Subito dopo l’estate dovrà inoltre essere chiarito il ruolo del fondo Efsf, candidato a sostituire la Bce negli acquisti di titoli. Gli investitori sono pronti a valutare anche l’entità delle misure del governo italiano per risanare i conti, determinanti per tornare sui mercati senza le stampelle Bce. Ieri intanto anche i Bonos decennali spagnoli si sono fermati al 5,01%. (riproduzione riservata)