Secondo i magistrati, che hanno messo nel mirino le licenze delle agenzie, i report imprudenti hanno aiutato gli speculatori
di Roberto Sommella
L’Italia prova a stanare chi sta mettendo in un angolo la sua economia e Piazza Affari. Su questo assunto la Procura di Trani, che da tempo conduce indagini nei confronti delle agenzie di rating per capire se esse si muovono in buona fede o spinte da chissà quali interessi legati alle operazioni di spregiudicati hedge fund, ha alzato il velo sulle carte che ha in mano nei confronti di Moody’s e Standard & Poor’s.
E lo ha fatto nel giorno in cui sono crollate tutte le borse mondiali.
Come anticipato da MF-Milano Finanza nei mesi scorsi, i capi d’imputazione per le due agenzie (che negano ogni addebito) sono pesantissimi. Manipolazione del mercato, abuso di informazioni riservate e aggiotaggio: per la procura pugliese potrebbero infatti esserci questi reati dietro l’attività di Moody’s e Standard & Poor’s, che in diverse occasioni hanno diffuso report negativi, ritenuti dai magistrati «notizie non corrette, esagerate e tendenziose», sul debito pubblico italiano e sulla stabilità del sistema bancario determinando, secondo l’accusa, speculazioni e turbolenze nel mercato finanziario. Accuse suffragate da denunce di Adusbef e Federconsumatori, ma definite «prive di fondamento» da S&P, che difende la correttezza del proprio operato. Tutto è partito da una denuncia delle associazioni dei consumatori, che ha indotto un anno fa la Procura di Trani ad aprire una inchiesta su Moody’s, alla quale da poche settimane si è aggiunto un secondo procedimento su Standard&Poor’s.
L’inchiesta dei magistrati tranesi guidati dal Procuratore capo Carlo Maria Capristo e condotta dal pm Michele Ruggiero, ha portato mercoledì i finanzieri del nucleo di polizia tributaria negli uffici milanesi delle due agenzie, dove è stata sequestrata documentazione, ed è stata portata avanti anche con la collaborazione degli uffici romani della Consob, dove è stato acquisito invece il carteggio originale sul procedimento che le due agenzie hanno in corso per la registrazione della loro attività.
La mossa avrà l’effetto di bloccare la procedura amministrativa in corso presso la Consob sino a che gli atti non saranno restituiti. «Noi non vogliamo sostituirci a nessuno, vogliamo solo vederci chiaro», ha detto a MF-Milano Finanza Capristo, «non abbiamo alcun obiettivo di diventare degli eroi ma il dovere di verificare i comportamenti di soggetti sul mercato finanziario. E per questo abbiamo la competenza». È chiaro che si tratta di un fatto senza precedenti perché se portato alle estreme conseguenze potrebbe condurre anche alle revoca delle licenze per le due sorelle del rating che, spiegano i magistrati, per il momento «è come se guidassero in Italia con il foglio rosa dell’Esma e non con la patente». E a Trani vogliono capire se con questo foglio rosa sono stati compiuti illeciti. Al momento gli indagati sono sei: tre analisti di S&P, uno di Moody’s e i responsabili legali per l’Italia delle due agenzie.
Le accuse, legate ai report diffusi dalle agenzie dal maggio 2010 (è il caso di Moody’s) a giugno 2011 (Standard & Poor’s), sono sul tavolo. S&P avrebbe diffuso «anche a mercati aperti notizie non corrette (dunque false in parte, si legge nel capo d’imputazione, ndr) comunque esagerate e tendenziose sulla tenuta del sistema economico finanziario e bancario italiano, concretamente idonee a provocare una sensibile alterazione del prezzo di strumenti finanziari». Analoghe le accuse a Moody’s.
S&P ha reagito con una nota ufficiale, sottolineando come l’indagine non abbia alcun fondamento. «Difenderemo strenuamente il nostro operato, la nostra reputazione e quella dei nostri analisti. Nel frattempo», ha fatto sapere l’agenzia di rating, «continueremo come sempre il nostro lavoro quotidiano consistente nel fornire valutazioni indipendenti sul merito di credito degli emittenti, tra cui gli Stati sovrani, che noi valutiamo seguendo la nostra metodologia pubblica e trasparente». Di diverso avviso uno dei denuncianti, il senatore Idv, Elio Lannutti: «Le tre sorelle, Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch sono un pericolo per la sovranità degli Stati in materia economica e finanziaria e emettono report a orologeria, visto che fra i loro soci ci sono le banche più potenti al mondo, con evidenti conflitti di interesse». Lunedì prossimo nuovo round di audizioni dei magistrati con il presidente dell’Abi Giuseppe Mussari. (riproduzione riservata)