di Andrea Di Biase
Chiudono oggi alle 15,30 gli aumenti di capitale di Fondiaria-Sai e della controllata Milano Assicurazioni per complessivi 800 milioni e, nonostante la turbolenza che ha caratterizzato le ultime sedute a Piazza Affari, tra le banche del consorzio di garanzia, guidato da Unicredit e Credit Suisse, si respira aria di ottimismo sulla buona riuscita dell’operazione che ha visto coinvolti ben quattro titoli (oltre le ordinarie delle due compagnie sono state offerte anche le rispettive azioni di risparmio non convertibili). «Siamo assolutamente ottimisti circa il buon fine dell’operazione considerando la resistenza del titolo anche nel corso delle recenti e difficili giornate di mercato quando ha mostrato una volatilità inferiore rispetto al comparto dei titoli finanziari italiani andando alcuni giorni addirittura in controtendenza», hanno sottolineato nella serata di ieri fonti vicine al consorzio di garanzia. Tutti i titoli coinvolti nell’operazione, infatti, hanno chiuso la seduta di ieri a un prezzo superiore a quello fissato per l’emissione delle azioni di nuova emissione, rendendo dunque conveniente aderire all’aumento piuttosto che acquistare le azioni sul mercato. Nel dettaglio il titolo ordinario FonSai ha chiuso la seduta di ieri a 2,014 euro (-1,37%) contro un prezzo di emissione fissato in 1,5 euro; le risparmio hanno chiuso a 1.119 euro (+0,27%) a fronte di un prezzo di sottoscrizione delle rnc di nuova emissione fissato in 1 euro. Anche l’azione ordinaria Milano Assicurazioni, che ieri ha perso il 4,21% a 0,2797 euro, ha terminato sopra il prezzo di emissione dei nuovi titoli (0,2574 euro). E così hanno fatto le Milano risparmio, che hanno chiuso in calo dello 0,99% a 0,3 euro, contro un prezzo di sottoscrizione di 0,2646 euro. Sempre oggi si riunirà il cda di Fondiaria-Sai per approvare la risposta ai rilievi formulati dall’Isvap in materia di corporate governance e di sistemi di controllo interno. Dovrebbe invece slittare al cda di inizio agosto la cooptazione dei tre consiglieri indicati da Unicredit in base al patto parasociale con Premafin. (riproduzione riservata)