Le assicurazioni europee detengono grossi portafogli di bond emessi da banche e governi in difficoltà. Ciò fa temere che alcune di esse possano cadere vittima della crisi del debito europeo.
Prima dei problemi esplosi la scorsa primavera, molte compagnie di assicurazione avevano fatto incetta di obbligazioni emesse da governi e istituzioni dei Paesi dell’Eurozona. Un modo semplice e poco rischioso di gonfiare i rendimenti per investitori e assicurati. Oggi, però, la Grecia è a un passo dal default e molti temono che Irlanda, Portogallo e perfino Spagna possano fare la stessa fine. Nel frattempo, le banche in difficoltà cercano sempre più spesso di evitare i salvataggi pubblici, scaricando l’onere del risanamento sugli obbligazionisti.
Per questo alcune assicurazioni europee rischiano pesanti perdite, che potrebbero eroderne la solidità finanziaria coinvolgendo anche i titolari di polizze vita. E viste le poche informazioni disponibili, è difficile stabilire con esattezza la vulnerabilità delle singole compagnie.
Secondo gli analisti, tra le compagnie più esposte ci sono la belga-olandese Ageas, fino al 2010 nota come Fortis. Altre compagnie che detengono grandi quantità di titoli di Stato di Paesi europei a rischio sono la tedesca Allianz, l’italiana Generali e la francese Groupama. Un segnale di quanto i problemi si siano ripercossi su una compagnia assicurativa statunitense è l’allarme lanciato la scorsa settimana da Aflac, che nel secondo trimestre ha patito una perdita ante imposte di 610 milioni di dollari, dopo aver svalutato investimenti in istituti finanziari greci, irlandesi e portoghesi. «È uno dei rischi che stiamo monitorando», afferma Gabriel Bernardino, presidente dell’Autorità europea delle assicurazioni e delle pensioni aziendali e professionali (Eiopa), che sta raccogliendo informazioni sui portafogli di titoli di Stato e di crediti bancari detenuti dalle compagnie.
«Ritengo che al momento le esposizioni siano gestibili», ha dichiarato Bernardino, secondo il quale i portafogli della maggior parte delle compagnie assicurative sono abbastanza diversificati, pertanto, anche se alcuni titoli dovessero perdere valore, ciò non danneggerà l’intera esposizione. Ciononostante, Bernardino avverte che alcune compagnie potrebbero correre qualche pericolo.
Finora la vulnerabilità delle compagnie assicurative alla crisi del debito è stata messa in secondo piano rispetto all’esposizione delle banche europee, che detengono enormi quantità di titoli di Stato emessi da paesi in crisi come la Grecia.
Alcuni esperti concordano sul fatto che le perdite potenziali per le assicurazioni potrebbero essere meno gravi di quelle subite dal settore bancario. Fino allo scorso autunno, le compagnie dell’Eurozona detenevano 24,1 miliardi di euro di titoli di Stato greci, cioè la metà dei 47,8 miliardi detenuti dalle banche di Eurolandia (secondo Barclays Capital). Rispetto alle banche, le compagnie sono in genere più potette da bruschi cali di valore dei titoli in portafoglio. Le banche basano tutto sull’accesso a fondi liquidi come i depositi della clientela, che possono volatilizzarsi se la banca dà l’impressione di essere nei guai. Le assicurazioni, invece, dispongono di flussi più regolari.
Alcuni osservatori, però, ritengono che l’ esposizione del settore assicurativo meriti più attenzione.
«È sempre più importante il rischio di credito per le compagnie di assicurazione» afferma Alberto Corinti, ex presidente dell’autorità di vigilanza Ue e ora direttore di Promontory Financial Group.
La limitatezza e l’incompatibilità dei metodi utilizzati dalle compagnie per presentare le esposizioni impediscono di calcolarle con esattezza. Anche se la maggior parte delle principali compagnie pubblica la composizione dei portafogli di titoli di Stato, sono poche quelle che divulgano anche le riserve di titoli di debito emessi da enti locali o regionali. E alcuni di questi versano in condizioni sempre più difficili.
Analisti ed esperti sostengono che il grosso dell’esposizione alla crisi europea sembra concentrato in un numero limitato di compagnie europee che detengono enormi volumi di titoli di Stato e di debito bancario a rischio. Alcuni mettono la compagnia Ageas ai primi posti dell’elenco.
Questa al 31 marzo, deteneva 1,2 miliardi in titoli di Stato greci, 1,6 miliardi in bond spagnoli, 1,2 miliardi in titoli portoghesi, e circa 3,6 miliardi di euro in titoli italiani. Complessivamente, questa esposizione pari a quasi 8 miliardi di euro supera il patrimonio netto totale di Ageas, che ammonta a circa 7,4 miliardi,
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