Il patto di sindacato di Mediobanca, che attualmente raccoglie il 44,34% del capitale, potrebbe ridursi. Lo si è appreso da fonti qualificate, al termine della riunione del cda e del comitato esecutivo in cui si sarebbe parlato anche del rinnovo del sindacato di controllo in scadenza a fine anno. Mentre sembrano improbabili nuovi ingressi, sarebbe in forse la permanenza di Groupama (3,09% del patto, più quasi il 2% fuori), Commerzbank (1,7%) e Santusa (1,84%), holding della famiglia spagnola Botin, proprietaria del Banco Santander. Dal sindacato di controllo di piazzetta Cuccia, secondo le stesse fonti, dovrebbe uscire, come già trapelato, Sal Oppenheim (1,72%), passata sotto il controllo di Deutsche Bank. Il gruppo assicurativo francese Groupama e Santusa «hanno dimostrato poco interesse a rimanere; anche Commerzbank non pare convintissima, ma forse alla fine resterà». Sembra escluso l’ingresso nel patto delle fondazioni bancarie, già impegnate in operazioni di sostegno e ricapitalizzazione dopo aver e ricevuto pochi dividendi. Sempre secondo le fonti, appaiono improbabili nuovi ingressi: se dovessero verificarsi delle uscite, è quindi plausibile che la quota sindacata, attualmente al 44,34%, venga ridotta. Diego Della Valle, socio di piazzetta Cuccia con una quota dello 0,48%, aveva espresso la disponibilità a salire, ma non parrebbe che ci sia spazio, anche perché i soci industriali del gruppo B dovrebbero restare invariati. Così come non dovrebbe cambiare la suddivisione tra gli azionisti nei tre gruppi A, B e C (bancari, industriali, esteri).
Intanto l’utile netto dell’esercizio 2010-2011 di Mediobanca, che si chiuderà il 30 giugno, è in linea con il budget ed è intorno ai 500 milioni di euro. Una fonte vicina al dossier ha precisato che nel cda «è andato tutto bene, tutto tranquillo. Sono state approvate le politiche di remunerazione in linea con le indicazioni di Bankitalia». Il 22 luglio sono in calendario il direttivo e l’assemblea del patto di sindacato di Mediobanca.