di Carlotta Scozzari
Occhi glaciali e sguardo deciso, il nuovo direttore generale di Fondiaria-Sai adora la musica classica e la storia: due passioni che, in campo sportivo, coniuga con quelle per il basket e la corsa. Piergiorgio Peluso, nominato dal consiglio di amministrazione straordinario della società della famiglia Ligresti, riunito a Milano due giorni fa, passa così dalla prima banca italiana per dimensioni – Unicredit, dov’era responsabile del Cor- porate&Inve stment ban- king (Cib) Italia – alla prima compagnia assicurativa del Paese nel ramo Rc auto.
Chi ha lavorato a stretto contatto con lui, lo definisce un uomo «da tanto lavoro e di poche parole». Uno che «preferisce mantenere il massimo riserbo sulle operazione che sta seguendo, prima di averle concluse e di aver portato a casa il risultato». Una strategia che, unita a una certa capacità di mediare tra le diverse istanze, negli anni ha dato i propri frutti. Lo dimostra la folgorante carriera del manager, che nel 1992, subito dopo la laurea in Bocconi, aveva cominciato come revisore dei conti nell’allora Arthur Andersen. Nel 2000 (dopo aver lavorato dal 1994 al 1998 anche in Mediobanca, dove tuttora è stimato) era già ai vertici di Credit Suisse First Boston (Csfb), come vicepresident della divisione fusioni e acquisizioni (M&A) del gruppo. Due anni dopo la svolta, con l’approdo nell’allora Capitalia come direttore centrale dell’area advisory della controllata Mcc, incarico che ricoprirà fino al 2005.
Proprio all’interno del gruppo romano, all’epoca feudo incontrastato del banchiere Cesare Geronzi, Peluso dà prova delle sue doti diplomatiche: caro amico dell’amministratore delegato Matteo Arpe, saprà restare a galla anche in seguito alla fusione Unicredit-Capitalia del 2007, quando l’asse tra l’enfant prodige della finanza italiana e il predecessore di Gabriele Galateri alla presidenza delle Generali si sfalderà. Merito anche dei buoni rapporti intrattenuti dal manager romano (è nato nella Capitale 43 anni fa) con lo stesso Geronzi. «Ha una visione molto aziendalista del lavoro», dice chi lo conosce bene, «che gli consente di tessere relazioni trasversali con i colleghi» e, perché no, anche con potenziali concorrenti. In Unicredit, assicurano fonti vicine all’istituto di Piazza Cordusio, è in buoni rapporti con tutta la prima linea dirigenziale. Compreso l’ex numero uno Alessandro Profumo.
Resta il fatto che il manager da quasi un anno guardava oltre i confini di Piazza Cordusio. Anche perché, considerato il recente rimpasto ai vertici della banca e in particolare la nomina di Jean Pierre Mustier come responsabile del Cib in sostituzione di Sergio Ermotti, gli spazi di crescita apparivano ormai piuttosto stretti. Così le operazioni che di volta in volta, nell’ultimo anno, si sono succedute, gli hanno consentito di ottenere un feedback esterno. Generalmente positivo. Peluso, del resto, ha seguito per Unicredit i dossier principali: dalla cessione della As Roma alla cordata di imprenditori guidata da Thomas DiBenedetto (sembra che a un certo punto per lui si sia prospettato un posto proprio ai vertici della Maggica, ma poi l’ipotesi non si è concretizzata) fino alla riorganizzazione del gruppo Fonsai. Dove, per l’appunto, ha deciso di approdare.
Senza dubbio i risultati ottenuti nella divisione Cib Italia lo hanno agevolato nel passaggio: il primo trimestre 2011 è stato archiviato con ricavi in crescita del 13,4% annuo, a 614 milioni di euro, e un utile pretasse quasi triplicato a 155 milioni (+178,2%). Senza contare che gli accantonamenti sui crediti, attestati a 310 milioni di euro nei primi tre mesi dell’anno in corso, hanno fatto registrare una flessione dell’1,8% rispetto all’analogo periodo del 2010. Il piano di riorganizzazione di Fonsai ha dunque rappresentato per Peluso un’occasione da non perdere. Tanto più se si considera che, in questo modo, e proprio alla luce dei buoni rapporti che mantiene con la dirigenza di Unicredit, Peluso potrà tenere costantemente aggiornato sull’andamento operativo e gestionale della compagnia, l’ad della banca prima finanziatrice dei Ligresti, Federico Ghizzoni.
La banca tra l’altro, proprio in virtù del piano di riorganizzazione messo a punto da Peluso, si appresta a entrare nel capitale di Fonsai con il 6,6 per cento.
Il nuovo dg della compagnia assicurativa riporterà direttamente all’ad Emanuele Erbetta e avrà la responsabilità delle principali direzioni: amministrazione e bilancio, controllo di gestione e pianificazione strategica, finanza di gruppo, immobiliare, M&A e partecipazioni, risorse umane, organizzazione e procurement.