Sioen (Dexia Am): «La normativa Aifm va a regolamentare gli hedge fund, il private equity e l’immobiliare. L’introduzione è prevista a metà 2013»
DIRETTIVE COMUNITARIE/2 Non solo fondi comuni. Al di là della Mifid e della Ucist IV, nel corso degli ultimi anni il legislatore europeo ha sviluppato anche una direttiva sugli Alternative Investment Fund Managers (Aifm). L’obiettivo è regolamentare i gestori di prodotti alternativi, ovvero i fund manager di tutti quei fondi che non hanno un passaporto europeo e che dunque non sono conformi alla direttiva comunitaria Ucits III. Si parla, quindi, di hedge fund, private equity, fondi immobiliari e fondi a capitale protetto non armonizzato. «Nello specifico – spiega a B&F Dominique Sioen, responsabile globale affari legali di Dexia Asset Management – sono state previste una serie di misure progettate per fornire una maggiore protezione agli investitori, unitamente a un’attenzione sui rischi sistemici».
La direttiva Aifm va a regolamentare tutti i gestori europei? O ci sono delle eccezioni?
Il legislatore europeo ha inserito una «regola de minimis» grazie alla quale le istituzioni più piccole non rientrano nello spettro della direttiva. In poche parole, sono esclusi dall’Aifm i Gefia, ovvero i gestori di fondi di investimento alternativi con meno di 100 milioni di euro in gestione; ma fanno eccezione anche i fund manager con meno di 500 milioni di patrimonio, a condizione però che i fondi siano gestiti senza il ricorso alla leva finanziaria e non concedano agli investitori diritti di rimborso per un periodo di cinque anni. Le istituzioni minori, comunque, possono assoggettarsi volontariamente alla direttiva, a condizione che siano conformi a tutte le procedure previste.
Che interesse avrebbero i Gefia a sottoporsi alla direttiva?
La direttiva fornisce ai Gefia un passaporto europeo per la gestione di fondi creati in un altro Stato membro, nonché la possibilità di commercializzare i fondi presso gli investitori istituzionali in tutta l’Unione europea. Inoltre, il passaporto consente ai Gefia di svolgere le proprie attività in un altro Stato membro in base all’autorizzazione ricevuta dal proprio Paese di origine.
I Gefia potranno anche gestire fondi armonizzati Ucits III?
La direttiva prevede questa possibilità, a condizione che il fund manager alternativo si conformi a tutti gli obblighi previsti per la gestione degli armonizzati Ucits.
Quando è prevista l’entrata in vigore della direttiva Aifm?
La piena introduzione della direttiva seguirà varie fasi. Prima di tutto, entrerà in vigore entro due anni dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea, l’Official Journal of the European Union, ovvero a metà del 2013. Successivamente a quella data, i Gefia europei saranno obbligati a conformarsi alle diverse clausole previste. I Gefia non-europei, per i quali è prevista la possibilità di conformarsi alla direttiva Aifm, dovranno invece attendere fino al 2015. Inoltre, i gestori non Ue dovranno anche ottenere dalla Commissione Ue un atto delegato, emesso a seguito di un parere favorevole da parte dell’Aesfem (European Securities Market Authority, ndr). Da allora in poi, si instaurerà una fase di transizione che durerà fino al 2018, durante la quale il sistema del passaporto europeo co-esisterà con i regolamenti inerenti il collocamento privato (prevede che i fondi non registrati possano essere commercializzati entro certi limiti all’interno di uno Stato membro, ndr). Nel 2018, infine, con un’opinione positiva espressa dall’Aesfem alla Commissione europea, si porrà fine al periodo di transizione per i Gefia non-europei e per i regolamenti relativi al collocamento privato. Da quel momento in poi, avrà validità soltanto il regolamento sul passaporto europeo.