Una joint venture ad Est in cambio di una fetta di capitale nel Leone. Il copione russo che sta andando in scena a Trieste potrebbe essere molto simile a quello già noto recitato con la Ppf di Petr Kellner. Questa volta, ad attirare l’attenzione delle Generali, è la russa Vtb. Banca di cui non soltanto lo scorso febbraio il gruppo triestino è diventata azionista con circa l’1%, per un investimento complessivo da 220 milioni di euro, ma con la quale a breve potrebbe essere stipulato un accordo di joint venture. Due le conferme all’operazione giunte nell’ultima settimana. La più recente è arrivata ieri dal presidente di Vtb Andreo Kostine che, in una intervista al quotidiano economico di Mosca Vedomosti, precisando che sarebbe già stato stipulato un protocollo di accordo, ha dichiarato: «Prendiamo in considerazione una partnership con le Generali come possibilità. L’alleanza potrebbe tradursi anche nella creazione di una società comune». La scorsa settimana, invece, l’amministratore delegato del gruppo triestino Giovanni Perissinotto aveva affermato: «La Russia rappresenta per noi un mercato interessante. Ci sono in corso conversazioni con Vtb per esplorare la possibilità di sviluppare insieme affari in Russia, non soltanto come bancassurance, ma anche con altri tipi di distribuzione». Come contropartita dall’unione di intenti, Vtb, secondo indiscrezioni riportate da Vedomosti, potrebbe entrare a far parte degli azionisti del Leone. Fonti vicine alla compagnia triestina, tuttavia, precisano che una simile circostanza non è al momento prevista né è stata discussa. Se però i rumor dovessero prima o poi trovare conferma, andrebbe, almeno in parte, a riproporsi lo schema già visto con la Ppf di Kellner, società ceca con cui Generali nel gennaio del 2008 (l’operazione era stata annunciata nel 2007) ha dato vita a Generali Ppf Holding, cui fanno capo le attività assicurative dei due gruppi in Centro-Est Europa. Nella joint venture, le Generali hanno una quota del 51%, mentre la restante parte fa capo al finanziere ceco che, nel contempo, gode di una opzione di vendita sull’intera partecipazione con scadenza nel luglio 2014 da esercitare proprio nei confronti della compagnia italiana. Dal 2007, poi, lo stesso Kellner ha cominciato ad acquistare azioni Generali per raggiungere l’attuale 2,02% e per diventare in un secondo momento anche membro del cda. Proprio i rapporti intrattenuti da Generali con Kellner, ritenuti in conflitto di interesse, lo scorso autunno hanno fatto sì che l’Isvap accendesse un faro sull’affaire Ppf. Ma anche l’avventura russa ha già creato qualche problema all’interno del board, con alcuni consiglieri (tra cui Leonardo Del Vecchio, poi dimessosi a febbraio) che hanno contestato il fatto che l’acquisto dell’1% di Vtb non sia passato per il cda. Sembra tuttavia che una eventuale joint-venture con la banca sia destinata a ricevere il placet del board.
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