Generali assicurazioni ha archiviato gli anni della crisi finanziaria: lo dimostrano i dati della trimestrale, con un utile netto di 616 mln, +16,8% rispetto allo stesso periodo 2010, trainato in particolare dagli utili operativi di tutti e tre i segmenti di business: vita, danni e asset management. Il risultato operativo complessivo è cresciuto del 6,6% a 1.256 mln, raggiungendo i livelli pre crisi finanziaria, grazie al +1,7% del ramo Vita a 881 mln, al +26% del Danni a 393 mln e al +16,7% del segmento finanziario a 115 mln.
Il gruppo ha realizzato premi Vita per 12,3 mld, -13,2%, mentre i premi complessivi lordi sono stati di 19,1 mld, -8,3%, a causa dell’elevata concentrazione di raccolta di premi unici, realizzata nel primo trimestre 2010. In crescita invece la raccolta del segmento Danni, con premi a 6,8 mld (+2,1%), con una crescita sia dell’auto (+2,7%), sia del non auto (+1,3%). Per quanto riguarda le attività di asset management, le masse gestite di terzi hanno raggiunto 92 mld (+4% in termini omogenei rispetto alla fine del 2010).
È stata confermata anche la solidità patrimoniale, con un patrimonio netto in crescita a 17.725 mln (+1,3%). Anche l’indice di Solvency I è cresciuto al 133% (132% al 31 dicembre), ma al 140%, tenendo conto delle plusvalenze immobiliari disponibili su autorizzazione delle Authority.
«Gli ottimi risultati di questo primo trimestre dimostrano ancora una volta la validità della nostra strategia di diversificazione geografica e distributiva», ha commentato l’a.d., Giovanni Perissinotto, spiegando che «cresciamo nei risultati di tutti i segmenti. Nel Vita stiamo puntando ad aumentare ulteriormente la già elevata redditività attraverso una più stringente politica di prodotto. Nel Danni stiamo realizzando gli incrementi di redditività programmati. Sono molto soddisfatto anche dei risultati che stiamo realizzando nell’asset management».
Quello del primo trimestre è stato «il miglior risultato trimestrale dall’inizio della crisi», gli ha fatto eco il direttore finanziario, Raffaele Agrusti.
Al cda non si è parlato della joint venture con Ppf. Lo ha confermato il consigliere indipendente Carlo Carraro al termine del consiglio. Per altro, in conference call, Perissinotto ha detto che Generali non intende esercitare anticipatamente l’opzione di acquisto (call option) del 49% della joint venture con il gruppo ceco Ppf, in cui il Leone detiene il 51%.
Così come il Leone non intende aderire all’aumento di capitale da 11 miliardi di Commerzbank, in cui detiene una partecipazione considerata puramente finanziaria. Quanto all’adesione o meno alla ricapitalizzazione fino a 5 miliardi di euro varata da Intesa Sanpaolo, Agrusti ha ribadito quanto già detto più volte da Perissinotto: «Il titolo Intesa Sanpaolo è presente in vari portafogli Vita del gruppo, con differenti livelli di costo in gestione. Adesso è in atto un’analisi di questo aumento e dei suoi impatti», ha spiegato Agrusti.
Invece, Generali ha in corso contatti con Vtb per esplorare la possibilità di fare affari insieme in Russia, «non solo come bancassurance, ma anche con altri tipi di distribuzione». Il mercato ha premiato i conti trimestrali di Generali: le azioni della compagnia, in un listino che ha chiuso in leggero ribasso, hanno registrato un rialzo dell’1,35% a 15,78 euro, con un massimo toccato a quota 15,89 euro.