La stangata per gli automobilisti che vorranno cambiare auto arriverà appena prima dell’estate. Di certo prima del 26 giugno, data entro cui il ministero dell’economia dovrà rimodulare l’Imposta provinciale di trascrizione (quella che viene pagata ogni volta che si compra un’auto nuova o usata) in modo da renderla proporzionale alla potenza del veicolo. Un salasso che colpirà tutti i tipi di transazione e non più solo gli acquisti tra privati come accade oggi. Per il mercato delle quattro ruote si annuncia una rivoluzione, di certo non indolore. Perché oggi chi compra un’auto da un soggetto Iva (concessionario o autosalone) paga il minimo dell’imposta (variabile da 151 a 196 euro a seconda delle province). Ma per effetto del quinto decreto attuativo del federalismo, che va oggi in Gazzetta Ufficiale ed entrerà in vigore il 27 maggio, il trattamento di favore, stabilito nel 1998 da Visco, andrà in soffitta. E l’Ipt crescerà proporzionalmente al numero di kilowatt pulsanti nel vano motore. Indipendentemente dal fatto che l’auto sia stata acquistata da un concessionario o da un privato. Solo accontentandosi di un’utilitaria, nemmeno troppo spinta (fino a 53 kw), si continuerà a pagare l’imposta base. Altrimenti bisognerà versare 3,5 euro in più per ogni kw eccedente la soglia minima. Giusto per farsi un’idea. Per una Golf di media cilindrata il rincaro dell’Ipt sarà di 73,5 euro, per una Mini Cooper o una Bmw serie 1 di 85 kw l’aumento sarà di 112 euro, per un’Alfa Romeo Giulietta di 122,5 euro, ma per un Suv di grossa taglia (225 kw) il salasso potrà superare i 600 euro.
Ma il countdown sui rincari dell’auto non sarà l’unico a scattare per effetto della pubblicazione del decreto in G.U. Sempre entro un mese dall’entrata in vigore (e dunque entro il 26 giugno) dovrà insediarsi la Conferenza permanente per il coordinamento della finanza pubblica. Accogliendo le richieste delle opposizioni e degli enti locali che da sempre hanno individuato nella scarsa omogeneità dei dati contabili uno degli ostacoli maggiori all’attuazione del federalismo, il battesimo dell’organismo previsto dalla legge delega (n.42/2009) è stato anticipato nel dlgs sul fisco regionale. Entro fine giugno dovrà ufficialmente dare il via ai lavori.
Un altro importante tavolo di concertazione dovrà quantomeno essere istituito prima delle vacanze estive e precisamente entro fine luglio. Si tratta del tavolo tecnico di confronto governo-regioni a cui spetterà il compito di valutare se nel 2012 ci saranno le condizioni di finanza pubblica per neutralizzare i tagli del dl 78/2010 (4 miliardi per il 2011 e 4,5 per il 2012).
Entro fine agosto, invece, (ma il termine, vista la pausa estiva, è sicuramente destinato a slittare) sarà determinato con dpcm l’ammontare dei trasferimenti statali alle province che verranno soppressi col passaggio al federalismo. Gli enti intermedi potranno però consolarsi, oltre che con l’Ipt, con la possibilità di aumentare di 3,5 punti percentuali l’aliquota dell’imposta provinciale sull’ Rc auto (oggi al 12,5%).
Ci sarà tempo, invece, fino a maggio dell’anno prossimo per il restyling dell’addizionale regionale Irpef (i cui rincari scatteranno nel 2013) e per il regolamento che dovrà definire la disciplina dell’imposta di scopo delle città metropolitane.