Dopo oltre 3 anni di processo (dal gennaio 2008), a seconda sezione penale del tribunale di Milano ha assolto le 4 banche estere e 6 loro funzionari dall’accusa di aggiotaggio per le persone fisiche e violazione della legge 231 per gli istituti di credito nell’ambito del processo Parmalat. L’accusa aveva chiesto per i 5 funzionari condanne da 1 anno a 1 anno e 4 mesi, mentre per un altro era stata chiesta la prescrizione. Per le banche invece, Citigroup, Bank of America, Morgan Stanley e Deutsche bank, era stato chiesta una confisca totale di 120 mln euro e multe per 3,6 mln. Oltre 40 mila risparmiatori erano stati coinvolti nel crac. Le banche hanno ovviamente espresso la propria soddisfazione per la decisione del tribunale. «Citi è lieta che il tribunale abbia pienamente riconosciuto le ragioni proprie e del proprio collaboratore Paolo Botta. Citi ha sempre sostenuto di essere stata defraudata da Parmalat. La sentenza del tribunale di Milano conferma inequivocabilmente che Citi e i propri collaboratori non ebbero alcun ruolo nella perpetrazione della più significativa bancarotta fraudolenta nella storia italiana», ha affermato la banca statunitense. «Questa decisione è solo l’ultima di una serie di 20 sentenze in nostro favore: arriva dopo 19 precedenti decisioni in due diverse giurisdizioni in Italia e negli Usa, in tribunali sia civili che fallimentari. Confortati da quest’ultima decisione, continueremo a difendere le nostre ragioni davanti a qualsiasi tribunale italiano o straniero». «La sentenza ha dimostrato che Deutsche bank e i suoi dipendenti hanno agito con professionalità e nel rispetto della legge italiana», ha fatto sapere la banca tedesca, mentre un portavoce di Morgan Stanley ha espresso «soddisfazione» per l’assoluzione della banca d’affari americana. «Bank of America esprime soddisfazione per l’ulteriore assoluzione emessa dal tribunale di Milano per il reato di aggiotaggio.
Come è emerso dal dibattimento, non solo il reato non sussisteva, ma BofA disponeva di modelli organizzativi idonei, come richiesto dalla legge 231», ha quindi commentato l’altra banca Usa coinvolta nel procedimento aggiungendo che «ancora una volta, è stato confermato che nessuno dei dipendenti di Bank of America fosse a conoscenza della frode di Parmalat».