Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
L’Italia resta un terreno di conquista importante per le banche estere perché la sua ricchezza privata è elevata (vale 1.550 miliardi di euro il mercato del private banking, secondo le stime di Magstat). E le private bank straniere possono differenziarsi rispetto alle italiane con un’offerta che può fare leva su competenze molto specializzate, a partire dalle attività di investment baking, e su un network internazionale. Tutti aspetti che sono visti con molto interesse soprattutto da quegli imprenditori che hanno attività dislocate anche al di fuori del Paese. E se alcune grandi banche commerciali europee hanno investito pesantemente sul mercato tricolore rilevando diversi istituti e conquistando così una posizione di primo piano, come è il caso del Crédit Agricole, di Bnp Paribas o di Deutsche Bank, invece per le boutique estere specializzate nella gestione dei grandi patrimoni i destini non sono stati sempre all’altezza delle attese: nel corso degli anni ci sono stati abbandoni e ritorni eccellenti, ma anche scelte strategiche di puntare su segmenti altissimi per differenziarsi dal resto delle banche italiane. Discorso a parte meritano le due svizzere Crédit Suisse e Ubs. L’acquisizione della prima da parte della seconda, avvenuta nel 2023, ha avuto ricadute importanti anche in Italia: il Crédit Suisse Italy ha cessato l’attività. E il nuovo polo ha circa 34 miliardi di masse nel private banking in Italia (il 2,5% del mercato). Prima è invece Bnl Bnp Paribas con 46,6 miliardi e la seconda è Allianz Bank con 38,8 miliardi nel private banking, seguita al terzo posto dal Crédit Agricole con 35 miliardi, poi la citata Ubs e quinta è Deutsche Bank con 20,6 miliardi.
Le polizze Vita rivalutabili di ramo I, quelle legate ai portafogli ad alto contenuto obbligazionario delle gestioni separate, hanno reso in media nel 2024 il 3,27%, poco sopra il rendimento del Btp decennale (3,2%). Emerge dalla consueta analisi annuale di MF Milano Finanza che ha raccolto i risultati di oltre 100 gestioni che chiudono il bilancio al 30 settembre o al 31 ottobre e di quelle che pubblicano il dato mensile. E le migliori hanno reso anche oltre il 5%. Va detto che alcune di loro sono legate a polizze Vita chiuse al collocamento, come segnalato in tabella da Prometeia. Si tratta di un’anticipazione sul 2024 perché la maggior parte delle polizze di ramo I chiude il bilancio al 31 dicembre, ma il dato finale non dovrebbe discostarsi troppo da questa tendenza. E soprattutto il rendimento 2024 conferma che le compagnie hanno beneficiato del rialzo dei tassi della Bce condotto da metà 2022 fino al primo ribasso di giugno. Da questo panel risulta che il rendimento medio è salito ancora dal 3,19% dello scorso anno e dal 3% del 2022 e del 2021
Una delle gestioni separate che nel 2024 ha registrato i migliori rendimenti del mercato (sulla base delle anticipazioni raccolte da MF Milano Finanza sulle polizze di ramo I che chiudono il bilancio a fine settembre o a fine ottobre e di quelle che pubblicano i danti mensili), è Risparmio Protetto di Athora Vita. Il suo tasso medio di rendimento annuale lordo certificato al 31 ottobre è del 4,53%. Esistono altre gestioni che hanno reso di più (tabella in pagina) ma la maggior parte di loro è legata a prodotti attualmente chiusi al collocamento. MF Milano Finanza ha incontrato Jozef Bala, ad di Athora Italia, compagnia nata nell’ottobre 2022 a seguito dell’acquisizione di Amissima Vita (la ex Carige Vita Nuova) da parte di Athora Holding, gruppo assicurativo con oltre 70 miliardi di euro di asset focalizzato sui mercati del risparmio vita e previdenziale europei creato nel 2014 da Apollo Global Management con l’obiettivo di investire nel settore del Vita del Vecchio Continente. Oggi Athora è al 23% di Apollo Global Management e la parte restante fa capo a investitori istituzionali. «Con l’investimento in Amissima nel 2022 Athora è entrata in Italia per crescere con un focus sulle polizze di ramo I e sulle multiramo, combinazione tra ramo I e ramo III (unit linked, ndr)», premette Bala.
Attualmente sono 690 le polizze vita del ramo I (incluse quelle legate a polizze non più in collocamento) comparabili in MF Polizze Vita, il nuovo servizio online di MF Milano Finanza (www.mfpolizzevita.it), unico in Italia, che consente gratuitamente a tutti gli utenti di individuare l’assicurazione Vita che più si adatta alle proprie esigenze.
La ricerca di un acquirente per la tedesca Fwu che possa subentrare alla famiglia dello storico fondatore Manfred Dirrheimer e mettere definitivamente in sicurezza 110 mila risparmiatori italiani è stata ufficialmente avviata. Nomi non ce ne sono ancora ma a parlare di «trattative avanzate con potenziali investitori» è stato nei giorni scorsi Ivo-Meinert Willrodt, il partner dello studio legale tedesco Pluta, che è stato nominato commissario di Fwu Ag, la holding finita in procedura di insolvenza per eccessivo indebitamento, da cui il gruppo di Dirrheimer ha coordinato le sue attività assicurative vita europee. Una triangolazione che, passando per l’Austria e soprattutto il Lussumburgo, ha messo l’Italia al centro del suo sviluppo considerando che circa il 50% degli assicurati di Fwu Life Insurance Lux (Fll) risiede proprio nella Penisola dove il gruppo opera in regime di stabilimento (quindi senza una compagnia italiana). Un business che si è allargato a Spagna, Francia e Belgio e che, nato nel 1983, negli ultimi anni si è esteso anche fuori dall’Europa, dagli Emirati Arabi Uniti, a Kuwait e Indonesia.
Con l’ordinanza 28749 la Cassazione si è pronunciata su una controversia in merito al pagamento dell’indennizzo di un’assicurazione sulla vita stipulata a favore di soggetti indicati in modo generico attraverso il termine «eredi testamentari», offrendo l’occasione di riflettere sull’importanza di una scelta consapevole rispetto a tale indicazione. Le polizze di assicurazione sulla vita sono spesso sottoscritte per garantire ai propri cari una rendita a seguito della propria morte; in questo tipo di assicurazione viene richiesto al contraente di indicare i soggetti beneficiari, cioè coloro che avranno diritto all’indennizzo. Il beneficiario può essere indicato contestualmente alla stipula del contratto o in un momento successivo, con dichiarazione scritta (da comunicare all’assicurazione) o tramite testamento. Il Codice Civile prevede la possibilità di determinare il beneficiario «genericamente», tuttavia è bene mettere in evidenza che in tal caso, in assenza di ulteriori elementi dai quali sia possibile desumere la volontà del contraente, c’è il rischio di incertezze rispetto all’identificazione dei beneficiari (quindi di potenziali conflitti tra gli stessi) con implicazioni negative in termini di tempi e costi rispetto allo scopo che il contraente si era posto nel sottoscrivere la polizza vita.
Osservato dal punto di vista delle misure pensionistiche italiane, il ventennio passato si divide quasi perfettamente in due decadi, la prima caratterizzata dall’inasprimento dei requisiti di pensionamento e la seconda dal loro rilassamento, con misure temporanee, in attesa di una futura riorganizzazione sistemica complessiva. Durante gli stessi 20 anni, sottolinea l’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) nel suo Rapporto sulla politica di bilancio, è cambiato in maniera rilevante anche il mercato del lavoro, con un’iniziale proliferazione dei contratti a tempo determinato e di parasubordinazione (dal 2003 al 2011 circa) e una successiva fase in cui al migliore inquadramento dei contratti a tempo determinato e al chiaro ridimensionamento della parasubordinazione si è affiancata la riforma dei contratti a tempo indeterminato con la revisione dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori (dal 2012).
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