Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

Mentre le mosse e contromosse delle banche stanno rivelando la centralità del risparmio gestito nel risiko (si veda l’articolo a pagina 16)m nel mondo della consulenza finanziaria è in atto da tempo un risiko silenzioso ma non per questo meno decisivo: quello dei promotori. Solo il 3% dei consulenti ha un patrimonio superiore ai 100 milioni di euro e un altro 3% è nel range 76-100 milioni. Il gruppo più nutrito di promotori è composto da quelli con masse tra i 26 e i 30 milioni di euro: rappresentano il 14% del totale. In generale, quasi la metà dei banker (48%) ha masse comprese tra gli 11 e i 30 milioni di euro.
Le attività di gestione del risparmio sono in questo momento il boccone più ricercato dalle banche europee e, in prima fila, ci sono le francesi e le italiane. Come dimostra il fatto che il risiko innescato da Banco Bpm veda al centro proprio una società di asset management, Anima Holding. L’istituto guidato da Giuseppe Castagna, dopo aver lanciato un’opa sul gruppo quotato a Piazza Affari, è entrato nel mirino di Unicredit che punta a un’offerta carta contro carta. Questo ha fatto scattare la reazione dei francesi del Crédit Agricole i quali, già primi azionisti della banca di Piazza Meda, hanno chiesto l’autorizzazione alla Bce a salire al 19,9%. In Italia Crédit Agricole è presente con Amundi, la più grande società di gestione europea, che qualche anno fa aveva rilevato Pioneer da Unicredit. La stessa Bpm, che aveva nei primi anni 2000 una sua sgr, Bipiemme Gestione Fondi, successivamente aveva acquisito il 100% di Anima (che era stata portata per la prima volta in borsa dal Banco Desio nel 2005).
Con un governo molto attento agli interessi nazionali e pronto a contestare l’italianità di Unicredit, può sorprendere che il consolidamento bancario debba passare per Parigi. Eppure la centralità del Crédit Agricole nella partita in corso attorno all’ops su Banco Bpm (il prospetto è stato depositato venerdì 13 in Consob) è un dato di fatto. Dopo aver prenotato il 15,1% di Piazza Meda grazie agli equity swap di Jp Morgan, il secondo istituto francese dopo Bnp Paribas sarà l’ago della bilancia e condizionerà in maniera significativa le future geografie del settore. Per questo sia il ceo di Unicredit Andrea Orcel sia il numero uno del Banco, Giuseppe Castagna, hanno aperto i canali diplomatici mettendo sul tavolo una serie di ipotesi per portare Parigi dalla propria parte.
In appena quattro mesi è stato scambiato più del 7% del capitale della società assicurativa lanciata a maggio 2021 da Alberto Minali utilizzando lo strumento della spac. Fusa in Elba Assicurazioni, puntando forte sulle tecnologia e offrendo coperture alle pmi, Revo per più di tre anni era rimasta sonnecchiante a Piazza Affari. Con poche e rare eccezioni, si era costantemente mossa al di sotto dei 10 euro della quotazione (9,2 euro se si considerano anche i diritti di assegnazione gratuiti concessi dopo un anno). Poi, in ottobre, si è improvvisamente risvegliata ed è iniziata un’inarrestabile corsa che non sembra ancora essersi fermata: tanto che venerdì 13 dicembre il titolo ha chiuso in borsa a 12 euro, in ulteriore crescita dell’1,69%. Cosa ha dato tanto pepe alle azioni Revo e, soprattutto, dove potrebbe arrivare ancora la società?
Regalo desiderato o regalo utile? Per tutti i genitori e nonni che in vista del Natale stanno leggendo le letterine di figli e nipoti, puntualmente si presenta l’annoso dilemma. E a fianco ai più classici doni come videogame, costruzioni e macchinine può essere cosa gradita (anche se magari meno apprezzata nell’immediato) fare un regalo che pensi al futuro dei giovani cari. Un futuro che si prospetta peraltro sempre più complesso in un’Italia in cui il sistema pensionistico pubblico è sotto pressione e gli assegni per chi lascia il mondo del lavoro saranno, secondo varie proiezioni, sempre più magri in futuro.
Il rilancio delle infrastrutture è una delle linee guida dello sviluppo economico italiano. Quali sono i percorsi previdenziali complementari possibili dei lavoratori del settore? MF-Milano Finanza ne ha parlato con Matteo Colamussi, presidente del fondo pensione negoziale Priamo, il comparto pensionistico dei lavoratori del settore dei trasporti pubblici.
  • Multiramo Active ad alta flessibilità
Credemvita Multiramo Active è un prodotto d’investimento assicurativo a vita intera di tipo multiramo a premio unico, con possibilità di premi aggiuntivi. l premi saranno impiegati in una varietà di fondi esterni e nella gestione separata Credemvita III. La parte di capitale investita nella gestione separata deve essere pari almeno al 5% e al massimo 70%, mentre il numero complessivo di fondi associati al contratto non può essere superiore a 24; ciascuno di essi deve essere sottoscritto per un controvalore superiore a 500 euro

Conad entra ufficialmente nel settore assicurativo e lancia HeyConad assicurazioni, un servizio dedicato ai clienti in possesso delle sue carte fedeltà. Realizzata in collaborazione con la compagnia Chubb, la nuova offerta include diverse tipologie di polizze, tra cui infortuni e salute, casa e famiglia e viaggi. Il progetto nasce per supportare la strategia omnicanale dell’insegna, con la creazione di una piattaforma diversificata che integri prodotti, servizi ed esperienze per rispondere alle esigenze dei consumatori. L’ecosistema digitale dell’azienda include già HeyConad Spesa, per l’acquisto di prodotti online, e HeyConad Viaggi, per la prenotazione delle vacanze.

 

corsera

Mutuando dall’esperienza di altri Paesi Ocse, si può immaginare una strategia volta a rendere più efficiente, più equo e più consistente il contributo diretto delle famiglie al finanziamento delle prestazioni che esse consumano. Soprattutto se questo fosse compensato da rimborsi mutualistici o assicurativi. Teniamo poi presente che gran parte della spesa delle famiglie e della spesa sanitaria si concentra negli ultimi anni di vita, soprattutto in caso di non autosufficienza. In Italia la quota di spesa che resta a carico degli utenti è molto più elevata che in altri Paesi. L’introduzione di coperture mutualistiche per questo rischio, che partano dalla giovane età come già avviene in altri Paesi, sarebbe un’altra ipotesi da considerare, insieme a nuove imposte di scopo (ad esempio sulle sigarette) da destinare a ricerca e prevenzione/screening.

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È entrata in vigore la riforma del codice della strada, fortemente voluta dal ministro dei Trasporti Matteo Salvini e approvata in via definitiva lo scorso 20 novembre. Le sanzioni si inaspriscono per chi usa il cellulare alla guida, ma anche per chi si mette al volante dopo aver bevuto o aver fatto uso di stupefacenti.  Viene messo un freno anche alla circolazione dei monopattini, vietata su piste ciclabili e nelle aree pedonali e limitata alle sole strade urbane, alla velocità massima di 50 km/h. L’obbligo del casco, prima previsto solo per i minorenni, viene esteso a tutti i conducenti. Dopo l’emanazione dei decreti attuativi, i proprietari dei mezzi dovranno anche dotarli di targa e assicurazione, pena sanzioni fino a 400 euro.

Cala leggermente il numero dei sinistri in Sanità, ma schizza in su il loro costo che è aumentato di 7 punti percentuali nel 2022 e 2023 con un impatto significativo sul Sistema sanitario italiano, sia pubblico che privato già alle prese con fondi sempre più contati e una difficile ripresa dopo il Covid. Una zavorra che pesa sui bilanci delle strutture soprattutto quando sono costrette a “riservare” fondi ingenti per l’esito di cause che si chiudono dopo qualche anno. Ecco perché diventa sempre più cruciale puntare sulle best pratice del risk management per risparmiare. La fotografia aggiornatissima sulla malpratice arriva dall’ultimo report dell’Osservatorio rischi in Sanità di Aon
I medici, gli infermieri e gli altri operatori sanitari strappano un altro anno senza l’incubo di cause penali a pioggia. Il decreto Milleproroghe appena varato dal Governo, come già accaduto l’anno scorso, ha infatti prorogato anche per tutto il 2025 il cosiddetto scudo penale, uno strumento sperimentato per la prima volta durante i mesi più duri della pandemia proprio per dare più tranquillità agli operatori sanitari durante l’emergenza sanitaria e poi da allora mai più abbandonato. Ma già prima della pandemia l’alea di una causa penale – ce ne sarebbero migliaia che ingolfano i tribunali – è sempre stata considerata una minaccia alla serenità della loro attività professionale tanto da essere considerata una delle responsabili principali del fenomeno della “medicina difensiva” che secondo alcune stime costa fino a 10 miliardi l’anno al Servizio sanitario nazionale tra prescrizioni di visite ed esami spesso non necessarie se non addirittura inutili.