Il nuovo numero di Dati Inail aggiorna l’analisi sull’andamento infortunistico e tecnopatico nell’edilizia, un settore che negli ultimi anni ha trainato l’economia del Paese e la crescita del Pil

A fronte della sostanziale stasi del periodo pre-pandemia, nel 2023 il valore aggiunto del settore dell’edilizia è stato pari a circa 100 miliardi di euro, il 42% in più rispetto ai 70,4 miliardi del 2019 e il 50% in più rispetto ai 66,5 miliardi del 2015.

Nonostante l’impulso degli incentivi per le ristrutturazioni stia venendo meno, il comparto rimane un pilastro fondamentale del sistema economico italiano: nel 2022, ultimo dato disponibile nel registro statistico Asia, l’Istat ha rilevato 537.886 imprese attive, di cui quasi il 95% con meno di 10 addetti, e 1.572.885 addetti medi annui. Il 77% delle imprese operava nella divisione lavori di costruzione specializzati, il 22% nella costruzione di edifici e l’1% nell’ingegneria civile. Dati più recenti ricavati dalla Contabilità nazionale mostrano che nel 2023 risultavano impiegate nelle Costruzioni 1,7 milioni di unità di lavoro annue che hanno lavorato per oltre 3,3 miliardi di ore complessive, valori superiori rispettivamente del 23% e del 25% rispetto al 2019.

Maglia nera per i decessi

L’edilizia si conferma uno dei settori più rischiosi: nel 2023 gli infortuni denunciati nelle Costruzioni sono stati 43.480, in calo del 2,6% rispetto ai 44.658 dell’anno precedente, ma in aumento del 6,4% rispetto ai 40.874 del 2019.

Per gli eventi mortali, che nel 2023 hanno interessato 202 lavoratori, si è registrato un
incremento del 2% rispetto al 2019 (198 casi) e un calo del 4,3% rispetto al 2022 (da 211 a 202).

La maggior parte degli infortuni del settore avviene in occasione di lavoro sia per il totale
delle denunce (circa il 91%) che per i casi mortali (poco più dell’87%).

Nella gestione assicurativa Industria e servizi il settore delle Costruzioni si colloca al terzo
posto con 39.305 casi di infortuni denunciati in occasione di lavoro, dopo il Manifatturiero con 77.190 e quello Sanitario con 43.782. Per gli eventi mortali purtroppo le Costruzioni registrano un primo posto con 176 casi denunciati seguiti da Trasporto e magazzinaggio con 125 denunce e al terzo posto il Manifatturiero con 111.

Il 65,2% delle denunce avviene durante lavori di costruzione specializzati (demolizione e preparazione del cantiere edile, completamento e finitura di edifici nonché installazione di
impianti elettrici, idraulici ed altri lavori di costruzione specializzati), il 25,8% in occasione di realizzazione di opere nel comparto della costruzione di edifici e il 9% durante la realizzazione di opere di ingegneria civile. Situazione simile anche per i casi mortali ma con percentuali diverse: 56,8% per i lavori di costruzione specializzati e 17,6% per le opere di ingegneria civile.

Al Nord quasi sei denunce su 10

Il 57,4% delle denunce è concentrato nel Nord Italia, senza particolari differenze tra parte occidentale e orientale, con la quota rimanente distribuita tra Centro e Sud (21,3% per entrambe le aree).

Tra le regioni la Lombardia, con il 15,3% delle denunce, precede Emilia Romagna (11,9%), Veneto (11,6%) e Toscana (9,1%). Circa il 30% dei lavoratori infortunati sono stranieri, a conferma dell’alta percentuale di manodopera non italiana impiegata nel settore. La fascia di età più colpita è quella compresa tra i 40 e i 59 anni, con il 53,9% degli infortuni e il 56,3% dei casi mortali denunciati.

Confermato il trend in crescita delle malattie professionali

Per quanto riguarda le malattie professionali, il quinquennio 2019-2023 si è chiuso confermando una tendenza in crescita. Le patologie lavoro-correlate denunciate nel 2023, infatti, sono state 12.950, pari al 21,4% del totale dell’Industria e servizi e in aumento del 23,9% rispetto alle 10.452 dell’anno precedente. Dal punto di vista territoriale, è il Centro Italia a registrare il maggior numero di denunce (5.272), seguito da Sud (3.237), Nord-Est (2.062), Isole (1.407) e Nord-Ovest (972), con Toscana (2.199) e Marche (1.739) ai primi due posti tra le regioni. In linea con quanto osservato negli ultimi anni, è aumentato il numero delle malattie denunciate dai lavoratori stranieri, passate dalle 852 del 2022 alle 1.094 del 2023 (+28,4%).

Tre patologie su quattro riguardano l’apparato muscolo-scheletrico

L’analisi per tipologia di malattie, secondo la classificazione Icd-10, mostra che quelle muscolo-scheletriche sono ormai da anni le più denunciate. Nel 2023, in particolare, rappresentano il 75,3% di tutti i casi: 9.752 denunce ripartite tra disturbi dei tessuti molli (principalmente da patologie quali la sindrome della cuffia dei rotatori, epicondilite mediale e laterale, lesioni della spalla), dorsopatie (disturbi dei dischi intervertebrali, da ernie e degenerazioni di altro disco invertebrale specificato) e artropatie (altre lesioni al menisco e artrosi del ginocchio). Seguono a distanza con 1.365 denunce (10,5% dei casi totali) le malattie del sistema nervoso (prevalentemente con sindrome del tunnel carpale) e con 1.239 (9,6%) quelle dell’orecchio.