Elevata incertezza sul PIL italiano nel 4° trimestre, dopo lo stop nel 3°. Da un lato la fiducia è bassa, l’industria in crisi, l’export debole e l’Eurozona fiacca. Dall’altro lato si osserva il trend di crescita del turismo e dei servizi, il calo dei tassi, l’inflazione ridotta, l’attuazione del PNNR. I fattori congiunturali spingono al rialzo, ma frenano alcuni ostacoli strutturali. In estrema sintesi è questo il quadro della situazione tratteggiato dalla Congiuntura flash dell’ufficio studi di Confindustria.

In ottobre la produzione è rimasta invariata, ma continua a registrare un forte calo tendenziale (-3,6%), profondo per auto (-34,5%), articoli in pelle (-17,2%), raffinati petroliferi (-15,8%).

A novembre, inoltre, la fiducia delle imprese ha interrotto il suo calo, ma il PMI manifatturiero è sceso ancora di più (44,5 da 46,9). “L’industria deve diventare il primo punto all’ordine del giorno dell’agenda europea”, ha affermato il presidente di Confindustria Emanuele Orsini, avvertendo che “l’Europa è al bivio” e “deve compiere scelte coraggiose, anche cambiando senso di marcia rispetto ad alcune decisione della scorsa Commissione”.