di Marco Capponi
Tegola Bce sul mercato dei mutui. Secondo quanto rilevato dalla 53esima edizione dell’Osservatorio sul credito al dettaglio realizzato da Crif in collaborazione con Assofin e Prometeia, nei primi nove mesi del 2022 le erogazioni di finanziamenti immobiliari alle famiglie sono risultate in contrazione annua del 9,8%, principalmente a causa dell’incremento delle rate dopo le maxi-strette sui tassi varate dalla banca centrale.
Il risultato del periodo, spiega il rapporto, «riflette una flessione ormai consolidata da tempo delle surroghe, a cui si è sommata dal terzo trimestre quella dei mutui d’acquisto». Questi ultimi sono stati penalizzati da tre fattori. Primo, il già citato aumento del costo del denaro provocato dall’ondata di rialzi mai vista prima da parte della Bce. Secondo, e strettamente collegato al punto precedente, la minore disponibilità delle famiglie al ricorso al credito a causa del clima di incertezza legato al contesto geopolitico e macroeconomico. Terzo, il temporaneo venire meno dell’offerta di mutui agevolati con garanzia Consap agli under 36, diventati economicamente non sostenibili per l’offerta.
Il rapporto prevede che, nel biennio 2023-24, le erogazioni di prestiti per acquisto delle abitazioni si ridimensioneranno, «mantenendo comunque consistenze in crescita ma in rallentamento a partire dal prossimo anno», si legge tra le righe. A sostenere la domanda, e anche le erogazioni, ci saranno gli incentivi governativi, in particolare «quelli rivolti ai giovani, alla ristrutturazione edilizia e al risparmio energetico, favorendo la crescita del comparto».
L’analisi di Crif, Assofin e Prometeia analizza anche l’andamento del mercato del credito al consumo. Nei nove mesi le erogazioni sono cresciute dell’11,4% annuo, supportate da tutte le tipologie di prestiti, esclusi i finanziamenti per auto e moto, penalizzati dal protrarsi della crisi delle componenti sul mercato automotive. (riproduzione riservata)
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