Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
Moneyfarm, società internazionale di consulenza finanziaria con approccio digitale, ha acquistato Profile Financial Solutions (Profile Pensions), consulente digitale leader in Gb, specializzato nell’aggregazione e consolidamento di posizioni pensionistiche, che conta oltre un miliardo di euro di masse e 24.000 clienti. L’operazione, informa una nota, segna un progresso significativo nel percorso di espansione internazionale di Moneyfarm, che supera i 3,8 miliardi di euro di masse in gestione e 115.000 clienti a livello globale, tra i leader europei nella gestione del risparmio con approccio digitale.
Banca Generali ha conseguito a novembre una raccolta netta di 501 milioni, portando a 5,1 miliardi il valore complessivo da inizio anno. E’ cresciuta la domanda di soluzioni gestite e della consulenza evoluta sull’amministrato che complessivamente hanno superato i 500 milioni in risposta ai nuovi lanci di prodotti orientati a sfruttare le opportunità offerte dai mercati obbligazionari e azionari dopo i mesi di forte volatilità.
Giudizi positivi confermati su Anima dopo che la raccolta netta di risparmio gestito (escluse le deleghe assicurative di Ramo I) del gruppo nel mese di novembre è stata positiva per 238 milioni di euro, per un totale da inizio anno positivo per oltre 1,3 miliardi di euro.
Secondo l’attuale regime di remunerazione, la banca che ha emesso la carta utilizzata per il prelievo versa una commissione interbancaria all’istituto che è titolare dello sportello presso cui il prelievo avviene e può chiedere al proprio cliente una commissione. Il progetto presentato da Bancomat spa prevedeva invece un nuovo modello, in base al quale la banca presso cui si fa il prelievo avrebbe potuto richiedere una commissione direttamente al titolare della carta e in una seconda proposta Bancomat spa aveva previsto anche un tetto massimo alla commissione applicata sui prelievi pari a 1,50 euro. Un cap che non è stato però sufficiente per convincere gli uffici tecnici dell’Antitrust.
Strada strettissima per lo sblocco della cessione crediti e dietrofront di Palazzo Chigi. Mentre sulla manovra Bankitalia lancia un monito sul contante. Giovambattista Fazzolari (Fdi), sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri, ha chiuso ieri a una riapertura termini per la presentazione della Cilas: “Il superbonus non lo proroghiamo, anche perché non è quello il problema. Il problema sono i crediti di imposta e stiamo tentando di trovare su questo una soluzione”. Soluzione in salita considerato che la Ragioneria generale dello stato, secondo quanto risulta a ItaliaOggi ha dato parere negativo alla proposta Abi-Ance di poter riversare gli F24 all’erario, con una quota dell’1% dei crediti acquisiti dalle banche.
- Turismo post-Covid
cresce la richiesta di flessibilità da parte dei viaggiatori. La richiesta di maggiore flessibilità da parte dei viaggiatori sta definendo i viaggi post-pandemia, con i clienti che cercano di gestire una gamma più ampia di potenziali problemi. Questa una delle tendenze chiave evidenziate nello States of Mind Travel Report pubblicato da Allianz Partners, operatore mondiale nei servizi di assicurazione e assistenza, che indaga sullo stato attuale e sul futuro dell’industria dei viaggi e del turismo.
- Generali
ha acquistato, fra il 28 novembre e il 2 dicembre, 1,698 milioni di azioni proprie al prezzo medio ponderato di 16,98 euro, per un controvalore complessivo di 28,832 milioni, portando a termine l’operazione di buyback da 500 milioni avviata in agosto.
- Opzione Donna, così si discute sui limiti all’uscita anticipata
Una moltitudine di critiche. Il giro di vite su Opzione Donna ha sollevato numerosi attacchi verso la norma che introduce la stretta sull’anticipo pensionistico, stabilendo che a beneficiarne saranno appena 2.900 lavoratrici. Nel disegno di legge di Bilancio sono fissati una serie di paletti con l’età minima per lasciare il lavoro che sale a 60 anni, si abbassa a 59 anni per chi ha un figlio e a 58 anni dai 2 figli in su. Ma per accedere al beneficio è richiesto di appartenere a tre categorie: caregiver, donne con un’invalidità almeno al 74% oppure, terza possibilità, essere state licenziate o lavorare in aziende in crisi. Un perimetro circoscritto che taglia fuori moltissime donne, introducendo una «discriminazione» tra lavoratrici con figli e lavoratrici che non ne hanno. Quanto basta per invocare da parte delle opposizioni l’illeggittimità costituzionale della norma. Così, tra le ipotesi figura il ritorno in via temporanea alla norma vigente: in pensione a 58 anni, senza il vincolo dei figli.
- Niente obbligo di Pos. La soglia dei 60 euro e l’ipotesi di scendere a 40
La linea è quella dettata dalla premier Giorgia Meloni. L’importo minimo al di sotto del quale i commercianti possono rifiutare carte di credito e bancomat potrebbe essere rivisto al di sotto dei 60 euro, fissati nel testo del disegno di legge di Bilancio. «La soglia dei 60 euro è indicativa può essere anche più bassa, c’è un’interlocuzione in corso con l’Ue e vediamo come andrà a finire», ha spiegato Meloni. Certo è che l’esecutivo non intende «impiccarsi» a una misura del genere, alimentando frizioni con Bruxelles. Probabile, dunque, che tra gli emendamenti segnalati alla manovra possa figurare un ritocco che abbassi il limite (nelle bozze della manovra era indicato in origine a 30 euro). A sostenerlo è anche Giorgio Mulè, deputato di Forza Italia. «La soglia di 60 euro per il Pos? Non ne farei una battaglia di religione, che siano trenta o quaranta, purché si lasci un minimo di discrezionalità nel potere pagare in contanti nei negozi di prossimità». Mulè, intanto, ritiene che 40 euro vada bene.
- Imposta al 26% sui rendimenti finanziari delle unit linked
Le polizze vita a contenuto finanziario unit linked, sono contratti assicurativi, classificati nel ramo vita III del Codice delle assicurazioni, in cui la prestazione dovuta dalla compagnia di assicurazione è legata alle performance di fondi di investimento (interni o esterni). A seconda del regolamento contrattuale, si realizza un più o meno marcato trasferimento del rischio finanziario in capo all’assicurato e, inoltre, può essere abbastanza contenuto il rischio demografico. Per effetto delle loro caratteristiche assicurative-finanziarie, tali contratti sono stati altresì inclusi – in un’ottica di tutela del risparmiatore – nel Testo unico della finanza tra i prodotti di «investimento assicurativo», prevendendo così l’applicazione di regole di distribuzione e offerta analoghe a quelle dei prodotti strettamente finanziari. Nel corso degli ultimi anni, il regime fiscale riservato ai contratti di assicurazione sulla vita a contenuto finanziario ha subìto diverse modifiche. Il quadro normativo di riferimento risulta, oggi, particolarmente complesso.
- Pir, investimenti defiscalizzati ma con vincolo di cinque anni
I piani individuali a lungo termine sono stati introdotti con la manovra 2017 (legge 232/2016) allo scopo di convogliare verso l’economia reale il risparmio degli individui, in modo tale da far sì che gli investimenti delle imprese, soprattutto quelle di dimensioni minori, siano finanziati dal pubblico dei risparmiatori, attraverso un sistema più orientato al mercato e quindi meno bancocentrico. Il tutto è passato attraverso un meccanismo di importante defiscalizzazione che, sotto determinate condizioni di costruzione dello strumento e con una detenzione minima di almeno cinque anni (holding period) consente una completa defiscalizzazione in capo alla persona fisica dei redditi (dividendi e capital gain) rivenienti dallo strumento. Il ruolo dell’intermediario sin da subito è apparso cruciale per due ordini di motivi: da un lato perché allo scopo di convogliare correttamente il risparmio verso il canale delle imprese è necessaria un’attività di valutazione delle stesse e di asset allocation che deve essere demandata ad investitori specializzati, dall’altro perché anche la stessa (complicata) gestione fiscale dello strumento presuppone l’intervento in tal senso degli intermediari. In questo contesto i primissimi anni hanno fatto registrare un afflusso assai elevato di risorse verso questo prodotto, seguito poi da un periodo di stanca, connesso anche ad una serie di modifiche legislative, alcune peraltro non particolarmente felici, quali quella per cui nello strumento si voleva individuare il volano degli investimenti di venture capital.
- Minusvalenze compensabili con cedole e dividendi
Il regime del risparmio gestito previsto dall’articolo 7 del Dlgs 461 del 1997 è un regime opzionale di tassazione nell’ambito del quale viene affidato l’incarico di gestire masse patrimoniali costituite da somme di denaro e titoli a un organismo abilitato. Le principali differenze con il regime del risparmio amministrato e quello della dichiarazione sono costituite dalla possibilità di compensare alcune minusvalenze con i redditi di capitale nell’ambito della determinazione del «risultato netto maturato della gestione», in luogo della tassazione sull’effettivo realizzo di plusvalenze e minusvalenze. L’articolo 2 del Dm 31 marzo 1999 prevede che l’esercizio e la revoca dell’opzione per tale regime sono effettuate dai risparmiatori, mediante dichiarazione sottoscritta, in relazione a ciascun contratto di gestione intrattenuto presso il medesimo intermediario. Nel caso di contratti cointestati, l’esercizio e la revoca dell’opzione hanno effetto se esercitate da tutti i cointestatari. L’opzione per il regime in commento, se effettuata all’atto della stipula del contratto, ha effetto immediato. Se invece il risparmiatore opta per il regime del risparmio gestito in un secondo momento, l’effetto dell’opzione decorre dal periodo d’imposta successivo. Infine, l’opzione può essere revocata solo entro la scadenza di ciascun anno solare, con effetto a partire dal periodo d’imposta successivo.
- Fino a 130 km all’ora per le auto con guida autonoma di livello 3
Si fa più concreta la possibilità di condurre una vettura o un mezzo commerciale leggero senza tenere le mani sempre sul volante: i sistemi di assistenza al conducente di livello 3, che stanno arrivando sul mercato del nuovo, potranno funzionare fino ai 130 km/h, contro i 60 km/h imposti sinora. Ma tutto può essere limitato da eventuali normative nazionali. Sono passati sei mesi dall’approvazione dell’emendamento al Regolamento Unece n. 157, che entrerà in vigore a gennaio e ha portato il limite a 130 km/h, lasciando immutati gli altri vincoli (si vedano la scheda sopra e « Il Sole 24 Ore» dell’8 febbraio e del 5 luglio) all’attivazione piena del livello 3. Essa consiste sì nel demandare la guida ai sistemi di bordo senza che il conducente presti attenzione alla strada e al traffico, ma a condizione che egli rimanga sempre in grado di riprendere subito il controllo del veicolo quando è necessario (circostanze in cui normalmente saranno gli stessi sistemi ad allertarlo).
- Il trasportato può sempre rifarsi sulla Rc del vettore
L’azione diretta del terzo trasportato nei confronti dell’assicurazione del veicolo va intesa come aggiuntiva rispetto alle altre azioni previste dall’ordinamento, avendo una propria autonomia e prescindendo dall’accertamento della responsabilità dei conducenti coinvolti nel sinistro. È il principio affermato dalle Sezioni unite civili della Cassazione, con la sentenza 35318 del 30 novembre. La decisione pone fine a un contrasto giurisprudenziale più apparente che reale, ma fa comunque il punto su una materia che ha vasta giurisprudenza. L’azione diretta prevista dall’articolo 141 del Codice delle assicurazioni ha natura aggiuntiva, salva l’ipotesi di sinistro causato da caso fortuito, nozione che va distinta dalla condotta colposa del conducente dell’altro veicolo (è circoscritta alle cause naturali e ai danni causati da condotte umane, indipendenti dalla circolazione di altri veicoli).
- Dal clima all’ambiente: parte la lotta contro le future pandemie
Una sfida è scongiurare l’«inferno climatico» evocato in occasione dell’ultima Cop 27 in Egitto dal segretario generale Onu Antònio Guterres: a ogni aumento della temperatura di un decimo di grado crescono anche i rischi per la salute umana, a partire da killer come le malattie cardiovascolari. Un’altra è ricacciare indietro le pandemie che covano in qualche punto del pianeta, in attesa che il giusto mix di ingredienti dia fuoco di nuovo alla miccia. Un’altra ancora è contrastare con dosi massicce di appropriatezza quegli extra-abusi di rimedi salvifici come gli antibiotici, che perdono efficacia per l’impiego scellerato nel mondo umano e animale. E chi più ne ha, ne metta. La «One Health» – o «Planetary Health» se si amplia lo sguardo all’intero pianeta – ha bussato con prepotenza alla porta dopo la pandemia, ricordandoci che solo un approccio integrato e sistematico capace di tenere insieme benessere ambientale e salute animale e umana potrà salvarci. Non è retorica: la marcia andava invertita “ieri”.
- Stime Ismea: nel 2022 la produzione di extravergine è crollata del 52 per cento
La fucina italiana dell’olio affonda. Secondo le ultime stime dell’Ismea, la produzione 2022 di olio extravergine d’oliva pugliese è crollata del 52%, praticamente dimezzata. Con 60 milioni di ulivi, la Puglia da sola ospita quasi il 32% di tutta la superficie nazionale coltivata a ulivi, il 40% di quella del Mezzogiorno e l’8% di tutta quella dell’Unione europea. La produzione lorda regionale, che vale un miliardo di euro, è dunque a rischio, e con essa le rese e la capacità di export di un’intera nazione. Coldiretti e Unaprol hanno lanciato l’allarme: quasi un’azienda olivicola su dieci lavora in perdita e, di questo passo, rischia la chiusura.
- Automotive, il settore chiede di correggere gli incentivi per il 2023
Il Governo Meloni riapre il dossier auto e lo fa partendo dall’industria. Con il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che incontra le principali sigle del settore – Anfia, che rappresenta i componentisti italiani e Unrae, a cui aderiscono le case estere – oltre a Confindustria e Stellantis per fare il punto delle misure in campo. Da un lato ci sono i sostegni alla domanda, da poche settimane aperti anche alle società che fanno noleggio, dall’altro le misure destinate alle iniziative industriali per la riconversione di parte delle attività industriali del comparto, a cominciare da quelle più esposte sulle motorizzazioni tradizionali. Sul fronte incentivi il Governo si aspetta un “avanzo” pari a oltre 200 milioni di euro rispetto alle risorse stanziate. Saranno rimesse in pista l’anno prossimo, assicura il Ministero, con la nuova programmazione per il 2023. Quello che servirebbe fare, però, è anche provare a immaginare come correggere strutturalmente il tiro per garantire un miglior utilizzo della misura che ha evidenziato un basso tiraggio sia per l’acquisto di vetture full electric – da 0 a 20 grammi di emissioni di CO2 per chilometro – sia per le ibride a basso impatto – da 21 a 60 grammi di emissione per chilometro.
- Inversione di tendenza per milioni di assicurati del ramo vita: il calo dei tassi d’interesse, durato anni, è terminato