Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
Il tema delle pensioni è tornato alla ribalta nel periodo elettorale e poi come profilo di attenzione da parte del governo Meloni. Va ricordato come a inizio 2022 era stato avviato dall’esecutivo di Mario Draghi un percorso di concertazione con le parti sociali per porre in essere un intervento di riordino con tre direttrici di marcia, la flessibilità in uscita, la pensione contributiva di garanzia per i giovani e il rilancio della previdenza complementare.
Secondo gli ultimi dati della Covip aggiornati a fine settembre 2022, le posizioni in essere presso i fondi pensione italiani sono 10,1 milioni, in crescita di 410 mila unità (+4,2 %) rispetto alla fine del 2021. A tali posizioni, che includono anche quelle di coloro che aderiscono contemporaneamente a più forme pensionistiche complementari, corrisponde un totale degli iscritti di 9,1 milioni di individui.
Il 2022 è stato un anno di drastici cambiamenti sui mercati e la ricchezza finanziaria delle famiglie italiane ne ha risentito. Le banche centrali, in primis Fed e Bce, hanno agito sui tassi in modo rapido e deciso per combattere l’inflazione che è tornata, dopo anni di assenza, per via dello shock della guerra e del rimbalzo della domanda nel post Covid. Tutto ciò ha avuto ripercussioni sui mercati finanziari con le azioni e i bond che sono scesi insieme e ai risparmiatori sono rimasti ben pochi asset rifugio: soltanto le commodities e la liquidità hanno protetto.
Il 2023 sarà ancora l’anno dello sconto o di un nuovo assetto Mediobanca-Generali che dia finalmente stabilità alla Galassia del Nord? Nel 2022 il terreno del confronto è stata la compagnia triestina, con i grandi azionisti privati, Leonardo Del Vecchio (scomparto lo scorso giugno) e Francesco Gaetano Caltagirone, che avrebbero voluto un nuovo amministratore delegato. Mesi di tensione, fatti di dimissioni in consiglio, lettere di fuoco, ricorsi in tribunale (in particolare da parte dell’imprenditore romano) e addirittura di una richiesta di convocazione dei protagonisti della vicenda in commissione Banche al Senato.
«L’errore più grave che stanno facendo i mercati è pensare che con l’arrivo della recessione i tassi torneranno a scendere. Sbagliato: forse non arriveranno al 7 o all’8%, ma non scenderanno dal 3 e dal 5%. E questo è lo scenario ideale per i titoli finanziari». Davide Serra, il fondatore di Algebris, sostiene di avere le idee chiare sullo scenario macroeconomico dei prossimi anni e soprattutto sulle dinamiche di investimento.
Nel primo semestre la raccolta complessiva Vita e Danni delle compagnie assicurative italiane è ammontata a 73,6 miliardi di euro, in calo del 5,4% su base annua. L’Ivass ha spiegato che la raccolta del settore Vita, pari a 52,9 miliardi, ha segnato una diminuzione del 9,2%, mentre la nuova produzione è scesa del 14% a 36,2 miliardi.
- Più pensioni che stipendi il sorpasso annunciato mette in crisi il welfare
Più pensioni che stipendi. È l’Ufficio studi della Cgia di Mestre a scegliere questo titolo per fotografare lo squilibrio che sta generando il calo demografico: il numero delle pensioni erogate, pari a 22,7 milioni, ha superato quello dei lavoratori, dipendenti e autonomi, che in totale sono 22,5 milioni. Uno scarto di 205 mila unità a livello nazionale – si legge nel rapporto – che è determinato soprattutto dal trend nel Mezzogiorno, dove gli assegni pensionistici hanno superato i lavoratori di 1,2 milioni di unità, mentre nelle altre Regioni, con eccezione della Liguria, dell’Umbria e delle Marche, la situazione è ribaltata. Le elaborazioni della Cgia su dati Istat e Inps, tuttavia, vanno contestualizzate. Il confronto, infatti, viene fatto tra il numero delle pensioni, non dei pensionati, e quello degli occupati. Due platee,quindi, differenti perché il numero delle prestazioni pensionistiche non combacia con quello dei beneficiari: al 31 dicembre del 2021, come si legge in un report dell’Istituto di statistica, le prestazioni concesse sono state infatti pari a 22,7 milioni mentre i pensionati erano poco più di 16 milioni.
- L’Inail: lavoro, nei primi 11 mesi più incidenti ma meno vittime
Le denunce per infortuni sul lavoro presentate all’Inail nel 2022, da gennaio a novembre, sono state quasi il 30% in più – 652.000 – di cui 1.006 con esito mortale (meno 9,9% rispetto al 2021). In aumento gli incidenti avvenuti lavorando che toccano quasi i 600 mila casi (569.133) ma anche quelli in itinere, nel tragitto abitazione-lavoro, oltre 82 mila. Sono dati dovuti alla ripartenza di tutte le attività dopo i due anni di stop per la pandemia, riguardano tutti i settori lavorativi. Molti sono legati all’infezione da Covid-19, ma se calano gli infortuni mortali, per meno morti legati al virus, crescono quelli dovute a infortuni in itinere.
- Ivass, cala nel semestre la raccolta nel ramo Vita
La raccolta premi delle compagnie assicurative attive nel ramo Vita ha registrato un netto calo nel primo semestre dell’anno. Lo indica l’Ivass nel Bollettino statistico. La raccolta Vita ammonta infatti a 52,9 miliardi, con un calo del 9,2 per cento. La raccolta si è contratta su base annua in tutti i principali canali distributivi: negli sportelli bancari e postali è diminuita di 2,3 miliardi, quella intermediata dai consulenti finanziari è risultata in calo di 2,1 miliardi, quella delle Agenzie con mandato di 1,1 miliardi. La nuova produzione del settore Vita è pari a 36,2 miliardi ed è complessivamente diminuita del 14% su base annua. I dati riguardano le 41 compagnie italiane attive nel Vita (erano il oltre doppio nel 2007) e le 27 rappresentanze di assicurazioni con sede legale in altro Stato aderente allo Spazio Economico Europeo. Diverso il quadro per il ramo Danni: la raccolta è cresciuta di quasi il 6% a 20,7 miliardi con il contributo positivo di tutti i canali distributivi. Nel settore Danni si conferma una crescita in tutti i principali rami diversi dall’RC Auto. Quest’ultimo, infatti, perde progressivamente rilevanza, passando dal 40,2% del totale danni del 2016 al 30,6% del 2022.
- Polizia: +20% furti e +18% rapine nel 2022
Nei primi dieci mesi dell’anno, si registra nel 2022 un +20% circa dei furti rispetto al 2021. Nello stesso periodo le rapine crescono del 18,2%. È quanto emerge dal consuntivo della Direzione centrale della polizia criminale. Nel report di precisa che il dato sui furti è comunque inferiore a quello del periodo prepandemia. Aumentano quasi del 16% le violenze sessuali in Italia. Diminuiscono invece del 10,3% gli atti persecutori o stalking e c’è anche un calo del 3,9% dei maltrattamenti in famiglia; +14,3% per i minori denunciati e arrestati. Nel 2022 sono stati registrati 309 omicidi, con 122 vittime donne, di cui 100 uccise in ambito familiare o affettivo: di queste, 59 hanno trovato la morte per mano del partner o ex partner. L’aumento degli omicidi rispetto all’anno precedente, così come quello del numero delle vittime di genere femminile, è del 3%. L’Italia comunque è tra i paesi più sicuri per omicidi ogni 100mila abitanti, seconda solo a Norvegia e Svizzera.
- Assifact, volumi in crescita Atteso rally anche nel 2023
Per il factoring il 2022 è un anno di ulteriore crescita. Alla fine di ottobre il volume d’affari è stato di quasi 229 miliardi di euro (+17% rispetto allo stesso periodo del 2021). Secondo le ultime stime di Assifact, si prevede che il settore chiuda l’anno con una crescita intorno al 15%. E si prospetta uno sviluppo di segno positivo del volume d’affari (+4,08%) anche per il 2023. Il settore di maggiore concentrazione per l’operatività del factoring lato cliente cedente continua ad essere quello manifatturiero. Le Pmi rappresentano il 64% delle imprese cedenti. La qualità del portafoglio, secondo gli ultimi dati disponibili, si mantiene alta con un livello di sofferenze pari all’1,96%.
- Tra donne e uomini il gap previdenziale in Italia è del 24%
Nel mondo le donne arrivano all’età della pensione con un patrimonio inferiore rispetto a quello degli uomini. In media rispetto al 100% accumulato dagli uomini quello delle donne raggiunge il 74%. In Italia la percentuale sale al 76% (con una differenza del 24% rispetto agli uomini) mentre in Europa arriva al 77%. Questa differenza tra patrimoni raggiunge il massimo in Nigeria dove tocca il 40% mentre è al minimo nella Corea del Sud dove è pari al 10%. Sono queste alcune delle evidenze del report “Global Gender Wealth Equity 2022” realizzato in 39 paesi da Wtw, società leader nella consulenza e brokeraggio. Secondo lo studio il gap previdenziale tra i generi aumenta con il livello di seniority. Il particolare le donne che ricoprono ruoli di responsabilità e di leadership al momento del pensionamento raggiungono solo il 62% della ricchezza accumulata da pari ruoli maschili. Per i ruoli professionali e tecnici di medio livello, il divario è ancora sostanziale (31%), ma si riduce molto (11%) per i ruoli operativi e di supporto. Identica la tendenza in Italia: 39% (leadership), 28% (professionisti e tecnici) e 7% (operativi).
- Osservatorio Pir A novembre conti in rosso per 102 milioni
È un copione che ormai si ripete da mesi ed è andato in scena puntualmente anche a novembre. Il mese scorso dalle casse dei gestori di Pir sono usciti poco meno di 102 milioni. Quest’ultimo saldo pesa molto sull’andamento del settore intanto perché mostra un peggioramento rispetto ai 92 milioni defluiti a ottobre e poi perché si aggiunge alla lunga serie di dati negativi che va avanti ininterrottamente dal maggio scorso. Il consuntivo del 2022 è così sprofondato a -545 milioni. Per trovare un dato più negativo di questo nello stesso arco temporale, bisogna tornare indietro al 2019, quando cioè il mercato dei Pir era in piena crisi, letteralmente bloccato a causa delle modifiche normative che avrebbero dovuto essere apportate ai limiti di investimento, successivamente stralciate. All’epoca il deficit registrato dai piani individuali di risparmio si aggirava intorno agli 800 milioni.