Alla fine del III trimestre 2022 i premi danni totali (imprese italiane e rappresentanze) del portafoglio diretto italiano erano pari a 29,0 mld, in aumento del 6,3% rispetto alla fine del III trimestre del 2021, quando il settore registrava una crescita del 2,8%.
Si tratta – secondo quanto riporta l’ANIA nella statistica trimestrale dedicata – della settima variazione infrannuale positiva consecutiva che ha portato la raccolta premi a sfiorare per la prima volta i 30 miliardi alla fine dei primi nove mesi dell’anno.
L’aumento del totale dei premi danni registrato alla fine del mese di settembre 2022 è ascrivibile, in particolare, allo sviluppo del settore Non-Auto che registra la variazione positiva più alta mai osservata (+11,6%); ancora in lieve diminuzione (-0,5%) i premi del settore Auto. Nel dettaglio, il ramo R.C. Auto ha registrato un’ulteriore riduzione dei premi del 2% mentre i premi del ramo corpi veicoli terrestri si sono incrementati del 5,1%.
Relativamente alla totalità delle imprese italiane, rappresentanze di imprese UE ed extra UE, i premi rilevati alla fine del III trimestre 2022 sono stati pari a 29.037 mln, in aumento del 6,3% rispetto alla fine del III trimestre del 2021 quando i premi contabilizzati erano stati pari a 27.285 mln e crescevano del 2,8% dopo la forte riduzione registrata nel corso del 2020 a seguito degli effetti negativi derivanti dalla pandemia.
L’aumento su base annua registrato per il totale premi danni nei primi nove mesi del 2022 è la conseguenza di una lieve diminuzione dello 0,5% nel settore Auto che fa seguito al calo dello 0,6% che si registrava alla fine del II trimestre 2022; una crescita sostenuta negli altri rami danni, i cui premi hanno segnato una variazione dell’11,6%, valore più alto di sempre, superiore di quasi 6 p.p. rispetto ai primi nove mesi del 2021 quando il comparto cresceva del 5,9%.
Più specificatamente, nel comparto Auto alla fine del mese di settembre si è rilevata un’ulteriore diminuzione dei premi nel ramo R.C. Auto (-2,0%) mentre si è confermato l’andamento positivo (+5,1%) del ramo Corpi veicoli terrestri. La contrazione del ramo R.C. Auto è l’effetto combinato di un ulteriore e progressivo calo dei premi medi che in base alle stime associative diminuiscono nei primi nove mesi del 3,1% e di un aumento del parco di veicoli assicurati dell’1%. La diminuzione del premio medio è coerente con quanto viene rilevato dall’ISTAT anche se in questo caso i valori sono assimilabili ai cosiddetti prezzi di listino e non corrispondono ai premi effettivamente pagati dagli assicurati.
A settembre 2022 la variazione tendenziale dell’ISTAT a 12 mesi relativa ai premi R.C. Auto risultava in ulteriore riduzione e pari a -0,2%.
Il ramo Corpi veicoli terrestri (ossia le garanzie incendio/furto, kasko dei veicoli), con 2.780 mln di raccolta premi a fine settembre 2022, è cresciuto del 5,1% rispetto all’anno precedente, in aumento rispetto a quanto rilevato alla fine di giugno (+4,4%) ma in rallentamento rispetto alla crescita (+10,0%) che si registrava nei primi nove mesi del 2021. La commercializzazione di queste coperture assicurative è, infatti, fortemente correlata con la vendita di nuovi veicoli che, secondo i dati ACI, dopo essersi incrementata da gennaio a settembre 2021 di circa il 25%su base annua, ha subito poi delle riduzioni in ogni trimestre successivo fino a registrare a fine settembre 2022 una variazione tendenziale negativa di oltre il 15%.
Gli altri rami danni sono stati positivamente influenzati dal recupero della produzione nazionale. La crescita complessiva di questo comparto è stata dell’11,6%, il valore più alto mai registrato. Hanno contribuito alla ripresa tutti i principali rami assicurativi: i rami Infortuni e Malattia, con un volume premi rispettivamente di di circa 2,7 mld e 2,6 mld, sono cresciuti rispettivamente del 5,4% e del 14,5%, il ramo Incendio con 2,0 mld del 7,1%, il ramo Altri danni ai beni con circa 2,8 mld del 10,6% e infine il ramo R.C. generale con una crescita del 12,1% e un volume (il più elevato tra gli altri rami danni) di poco più di 3,4 mld.
Anche se con un peso contenuto sul totale del business danni non auto, si evidenzia la crescita dei rami credito (+30%) e cauzione (+9,6%). In particolare, ha contribuito allo sviluppo dei premi del ramo cauzioni la spinta propulsiva che il PNRR ha dato al settore degli appalti mentre per il ramo credito la crescita dei premi è legata alla possibilità delle imprese assicurative di aderire a un fondo (del valore di 2 mld), istituto nel 2020 tramite una convenzione stipulata con SACE, che ha consentito agli assicuratori di continuare a fornire garanzia assicurativa alle imprese in crisi di liquidità a causa della pandemia.
Le sole rappresentanze di imprese con sede legale nei paesi europei nei primi nove mesi del 2022 hanno contabilizzato premi per 4,0 miliardi, in aumento del 16,7% rispetto a quanto rilevato nello stesso periodo del 2021.
Il peso percentuale dei premi contabilizzati dalle rappresentanze di imprese europee rispetto al totale è stato del 13,9%, in aumento rispetto ai trimestri precedenti quando la stessa quota era mediamente del 12%; in particolare, nel settore Auto il peso è stato del 7,3% mentre negli altri rami danni del 18,5%.
Per alcuni rami tale quota è stata superiore al 40%: Merci trasportate (41,8%), R.C. aeromobili (51,7%) e Credito, per il quale l’incidenza di tali imprese arriva a oltre l’85%.Resta invece particolarmente ridotta e inferiore al 10% nei rami Corpi veicoli ferroviari dove è assente, nel Malattia (4,6%), nella R.C. Auto (6,9%), nei Corpi veicoli terrestri (8,4%), nell’incendio (8,7%) e nell’Assistenza (10,4%).
La raccolta del settore Auto è risultata in aumento del 9,8% (era circa il 17% a fine 2021). Sono cresciuti sia i premi della R.C. Auto (+10,0%) in controtendenza con le imprese nazionali sia quelli del ramo Corpi veicoli terrestri che si sono incrementati del 9,5%. I premi del comparto non auto sono aumentati di circa il 19%. In particolare, il ramo R.C. Generale, la cui raccolta da parte di imprese rappresentanze costituisce circa un terzo del totale (992 milioni), ha registrato alla fine del mese di settembre 2022 un aumento di oltre il 15%. Tra i rami più rappresentativi che contabilizzano oltre 300 milioni si è registrato l’aumento del ramo Infortuni (343 mln, +11,5%) e del ramo Credito (505 mln, +27,8%).
Analisi di dettaglio per canale distributivo e ramo
Relativamente alle imprese italiane ed extra U.E., la principale forma di intermediazione in termini di market share si conferma essere il canale agenziale (73,0%), in lieve calo rispetto a quanto rilevato alla fine del III trimestre del 2021 (73,4%). In particolare, i rami nei quali il canale agenziale risulta più sviluppato sono R.C. Veicoli marittimi (94,0%), R.C. Auto (85,6%), Altri danni ai beni (79,1%), R.C. Generale (78,6%), Cauzione (77,3%), Tutela legale (76,0%) e Assistenza (73,1%). Volumi di business molto ridotti per gli agenti si riscontrano invece nei rami Corpi veicoli aerei (18,0%), Corpi veicoli marittimi (25,2%) e R.C. Aeromobili (32,7%) nei quali è molto forte la presenza dei broker con quote di mercato rispettivamente pari a 80,4%, 74,0%, 65,4%.
Il canale bancario raggiunge per la prima volta nel settore danni una quota di mercato superiore a quella dei broker e pari al 9,2% diventando il secondo canale di vendita più utilizzato. Sono stati maggiormente coinvolti nella commercializzazione dei premi attraverso questo canale i rami Perdite pecuniarie (39,0%), Credito (22,6%) e Infortuni (20,3%). Rivestono tuttavia un ruolo importante (e in crescita) anche nei rami Malattia (17,8%), Incendio (15,1%), Assistenza (12,2%) e Tutela legale (12,3%).
Sono invece i broker a rappresentare il terzo canale di distribuzione dei premi danni con una quota pari a 8,7%. Oltre a quelli già menzionati precedentemente nell’analisi del canale agenziale, i rami in cui l’intermediazione dei broker è molto rilevante sono il ramo Merci trasportate (54,0%), Corpi veicoli ferroviari (47,9%), Credito (26,9%), Cauzione (21,1%). Va evidenziato, comunque, che la quota di mercato dei broker è sottostimata, in quanto non considera una parte importante di premi (stimata per il totale danni, nel 2021, in 23,1 punti percentuali) che tali intermediari raccolgono ma che presentano alle agenzie e non direttamente alle imprese. Assumendo che questa incidenza sia applicabile anche per il terzo trimestre 2022, la quota degli agenti per il totale settore danni scenderebbe a 49,9% mentre quella dei broker salirebbe a 31,8%.
La vendita diretta nel suo complesso (comprensiva della vendita a distanza, telefonica e Internet) a fine settembre 2022 registra un’incidenza dell’8,7% (in calo rispetto al 9,5% di fine settembre 2021). Facendo riferimento alle singole modalità di distribuzione della vendita diretta, risulta che le agenzie in economia, gli intermediari a titolo accessorio che operano su incarico dell’impresa e i produttori diretti, pesano per il 4,7% (5,0% un anno prima), mentre per il 3,2% il canale internet (3,4% nello stesso periodo del 2021); la quota relativa ai premi veicolati attraverso i preventivatori online risulta stabile e pari all’1,4%; in particolare nel settore Auto tale quota è pari al 2,8% mentre più bassa e pari allo 0,3% è quella relativa agli altri rami danni. In particolare, i rami in cui, anche se marginalmente, si fa ricorso da parte degli assicurati all’utilizzo di preventivatori online sono l’Assistenza (2,1%), la Tutela legale (1,5%), gli Infortuni (0,6%) e le Perdite pecuniarie (0,2%).
Relativamente alle rappresentanze di imprese U.E. i principali canali di distribuzione sono stati gli agenti e i broker con una quota rispettivamente pari a 44,1% e a 45,7%. In particolare, nel settore Auto è quello agenziale il canale distributivo più utilizzato, con una
quota del 77,5%, mentre negli altri rami danni è risultato essere quello dei broker (54,6%). Gli sportelli bancari sono il terzo canale di vendita con una quota del 5,8% (3,1% nel settore auto e 6,5% nei restanti rami). Risulta nel complesso pari a 3,2% la quota della vendita diretta.