A SETTEMBRE IL RAPPORTO TRA RIMBORSI E PREMI È STATO DEL 55%, IN CRESCITA DEL 9% SUL 2021
di Anna Messia
L’indice di solvibiltà e la liquidità delle compagnie di assicurazione restano elevati nonostante la crescita dell’inflazione e l’aumento dei tassi d’interesse ma dall’ultimo Rapporto sulla stabilità finanziaria, messo a punto da Banca d’Italia e Ivass, emerge un’allerta sui riscatti delle polizze Vita. «Le compagnie italiane del settore vita sono maggiormente esposte, rispetto alla media europea, ai rischi di tensione sulla liquidità dovuti alle estinzioni anticipate dei contratti anche a causa dell’esiguità di vincoli e di disincentivi contrattuali in caso di riscatto», si legge nel documento. In pratica chiudere anticipatamente una polizza Vita in Italia è meno penalizzante di altri Paesi e dall’indagine dell’Ivass emerge che i riscatti stanno aumentando, sia per le accresciute esigenze di liquidità da parte dei clienti, stretti tra inflazione e rallentamento economico, sia perché vogliono reinvestire quella liquidità in nuovi prodotti finanziari e assicurativi. Di che numeri stiamo parlando? Il fenomeno, come detto, resta sotto controllo ma l’analisi dell’istituto presieduto dal direttore generale della Banca d’Italia, Luigi Federico Signorini, rileva che «da febbraio il rapporto tra riscatti e premi delle assicurazioni italiane è aumentato, raggiungendo il 55% in settembre, 9 punti percentuali in più dell’anno precedente».
Un incremento che deriva sia dalla flessione della raccolta premi, sia dalla crescita dei riscatti e che va monitorato considerano che, rimborsi anticipati delle polizze, costringerebbero le compagnie di assicurazioni a liquidare i loro investimenti in una fase negativa di mercato, facendo emergere le minusvalenze. Dalle rilevazioni delle autorità di controllo si rileva che «la crescita dei rendimenti delle obbligazioni, pubbliche e private, ha comportato da maggio del 2022 un saldo negativo tra le plusvalenze e le minusvalenze latenti sul comparto degli investimenti pari a settembre a -54 miliardi». Un saldo negativo che è solo latente e che tale resterà nel caso in cui i titoli saranno portati a scadenza ma che diventerebbe reale nel caso in cui si presentasse la necessità di liquidare le obbligazioni prima del tempo. In più occasioni dall’Ania, l’associazione delle compagnie di assicurazioni, hanno ribadito che la situazione resta sotto controllo. E pure l’indice di solvibilità del settore, benché a settembre sia sceso, resta del 247%, ovvero quasi 2,5 volte il minimo richiesto dal regolatore.
Riguardo lo spaccato tra ramo Vita e ramo Danni l’Ivass ha rilevato che poche compagnie di sono avvalse a giugno della possibilità, concessa dal legislatore italiano, di sospendere temporaneamente gli effetti sui bilanci delle minusvalenze sui titoli del comparto non durevole. «Le minusvalenze del periodo di sono pertanto riflesse negativamente sulla redditività», così che il rendimento del capitale e delle riserve, il return on equity, della gestione vita è risultato negativo e in sensibile riduzione rispetto a giugno dello scorso anno.
Nel comparto Danni, inoltre, nonostante la redditività abbia risentito dell’incremento dell’onere per i sinistri, che ha comportato l’aumento del combined ratio di 2 punti percentuali rispetto ad un anno fa (quindi con costi dei sinistri più alti rispetto ai premi) il return on equity resta comunque. Grazie sia al fatto che «l’impatto delle minusvalenze è più contenuto rispetto alla gestione vita sia alla crescita dei premi nel comparto, salite in particolare del 5%». (riproduzione riservata)
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