E’ l’utile aggiuntivo stimato da Akros come risultato della joint venture appena siglata nella gestione del risparmio
di Elena Dal Maso
Come è stata accolta dal mercato la joint venture nel risparmio gestito annunciata venerdì 16 da Unicredit e Azimut? L’accordo prevede che il gruppo presieduto da Pietro Giuliani costituirà e gestirà autonomamente in Irlanda una società di gestione che svilupperà prodotti di investimento (in particolare fondi comuni aperti di tipo Ucits) da distribuire in Italia attraverso la rete Unicredit su base non esclusiva. Azimut prevede di lanciare i primi fondi nel secondo semestre 2023. Unicredit avrà il diritto di esercitare una call option per l’acquisizione di una partecipazione della newco irlandese posseduta da Azimut.
Secondo Equita sim, che ha un target price di 21,5 euro su Azimut (su Unicredit 15,6 euro), l’accordo è positivo per la società presieduta da Pietro Giuliani per diverse ragioni. In primo luogo crea un «potenziale upside sulle stime di raccolta netta del gruppo dal secondo semestre 2023 in avanti grazie all’accesso ad un nuovo importante canale distributivo bancario»: Unicredit raggiunge 7 milioni di clienti in Italia e non sono da escludere altri accordi fuori dall’Italia in futuro. In secondo luogo si tratta di uno «sviluppo importante che certifica il track-record della società». Unicredit ha attualmente un accordo di distribuzione con Amundi in scadenza a fine 2026, creando un «potenziale upside dopo la scadenza sulle masse esistenti», sottolinea Equita, secondo cui l’accordo può aggiungere un +4/+9% di utile per azione (eps) nel biennio 2024-25 per Azimut, ritiene però che la strategicità dell’intesa «vada oltre l’impatto quantitativo di breve», dal momento che Unicredit ha masse totali per 194 miliardi di euro, di cui Equita stima circa il 75% in Italia (pari a 146 miliardi).
Negli ultimi 12 mesi la raccolta lorda di Unicredit è stata di 11,5 miliardi per trimestre, ovvero pari a 46 miliardi annualizzata, di cui Equita stima 34-35 miliardi in Italia. Assumendo una quota di mercato di Azimut del 10-12%, scrivono gli analisti, sulla nuova raccolta lorda di Unicredit in Italia, la stima è di 4 miliardi di raccolta nel 2024 e 2025 per Azimut, ovvero 10 miliardi di asset under management a fine 2025 sui quali la sim applica margini sostanzialmente allineati a quelli di gruppo (attorno a 40-45 punti base di margine sull’utile netto, net income margin).
Banca Akros invece ha alzato da 22,5 a 26 euro il prezzo obiettivo su Azimut. Gli analisti parlano di una «notizia molto positiva» e definiscono la «nuova partnership un possibile game changer per il gruppo nel medio termine in termini di prodotti, distribuzione, flussi netti e asset, considerando il numero di clienti di Unicredit, la capillarità delle sue filiali e l’ammontare di asset che la banca potrebbe apportare alla nuova società». Gli analisti ricordano che Azimut prevede un utile netto 2024 di 500 milioni di euro grazie a questo accordo. Gli specialisti stimano il «valore aggiunto dal nuovo progetto possa essere di almeno 500 milioni di euro». Dopo il +6% di venerdì, Azimut ha confermato ieri lo stesso prezzo a 20,47 euro, Unicredit in flessione dello 0,8% a 12,69 euro. (riproduzione riservata)
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