IN UN MESE OLTRE 1,6 MILIARDI SONO CONFLUITI NEI PRODOTTI FOCALIZZATI SULLE BORSE
Il rimbalzo autunnale delle borse si è fatto sentire sulla propensione all’investimento degli italiani, favorendo la raccolta dei prodotti di risparmio gestito. Proprio i fondi azionari, non a caso, hanno trainato il bilancio dei comparti aperti, che a loro volta hanno sostenuto l’intera industria nazionale dell’asset management. È questa la fotografia del mese di novembre fornita ieri da Assogestioni, associazione di categoria dell’industria del risparmio gestito guidata da Carlo Trabattoni. L’undicesimo mese ha portato in dote una raccolta netta di 268 milioni di euro per un totale nel 2022 di 8,6 miliardi.

Seppur in calo dai 967 milioni di ottobre il risultato del mese ha rivelato un rovesciamento dell’asset mix, con le gestioni collettive (fondi aperti e chiusi) in attivo per 870 milioni e le gestioni di portafoglio in rosso per 602 milioni, trascinate al ribasso da quelle istituzionali (-1,6 miliardi). Da notare la buona performance dei fondi chiusi, in attivo per 640 milioni, per un totale da gennaio di 5,7 miliardi. I fondi aperti invece negli 11 mesi hanno accumulato 8,2 miliardi, ma solo 231 milioni a novembre.

Una voce in particolare ha portato giovamento alla raccolta di novembre. Si tratta dei già citati fondi azionari, con gli investitori che hanno cavalcato l’onda della ripartenza dei mercati scegliendo di investire 1,6 miliardi in comparti focalizzati sui mercati quotati. Di fatto si è trattato dell’unica voce positiva per i fondi aperti, mentre hanno mostrato il segno meno i bilanciati (-380 milioni), gli obbligazionari (-216) e i flessibili (-811). Nonostante ciò per tutte le categorie di fondi aperti novembre ha segnato un miglioramento rispetto a ottobre, a riprova di un ritorno all’investimento da parte dei risparmiatori dopo le forti turbolenze della prima parte dell’anno.

A fine novembre le masse complessive dell’industria sono salite a 2.261 miliardi dai 2.207 del mese precedente. Sul totale 1.180 miliardi sono attribuibili alle gestioni collettive (52,4% del portafoglio), e di questi 1.095 (48,5%) fanno riferimento ai fondi aperti. Gli obbligazionari restano la categoria con il patrimonio relativo più alto, a quota 365 miliardi, cioè un terzo delle masse totali dei fondi aperti, ma gli azionari si sono avvicinati arrivando a 337. A influire positivamente sulle masse è stato principalmente l’effetto dei rialzi di mercato, quantificato dall’Ufficio Studi di Assogestioni in un +2,4%.

Guardando alle singole società, campione di novembre è stata Poste Italiane con una raccolta di 1 miliardo trainata dai quasi 950 milioni delle gestioni istituzionali. In questo modo l’azienda guidata dall’ad Matteo Del Fante è arrivata a una passo dai 100 miliardi di masse, il 4,6% dell’industria complessiva. Secondo gradino del podio per il gruppo Intesa Sanpaolo, comprensivo di Eurizon e Fideuram: la raccolta di 786 milioni ha consentito alle controllate di Ca’ De Sass di arrivare a 492 miliardi di patrimonio, ossia oltre un quinto (22,6%) del portafoglio totale delle associate, consolidando la prima posizione in classifica davanti al gruppo Generali (451 milioni raccolti e 450 miliardi di masse, il 20,7%). In terza posizione Banca Mediolanum: l’istituto guidato da Massimo Doris ha realizzato a novembre una raccolta di 520 milioni, che hanno portato le masse del gruppo a 59 miliardi.

Il gruppo Azimut, che da luglio non è più tra gli associati di Assogestioni, a novembre ha registrato una raccolta netta positiva per 531,5 milioni di euro, raggiungendo così in 11 mesi 7,3 miliardi di raccolta totale, di cui circa la metà è stata indirizzata in prodotti di risparmio gestito. In particolare, le soluzioni di investimento nei mercati privati hanno generato flussi per 1,7 miliardi nel 2022 da parte della clientela globale del gruppo. Il totale delle masse comprensive del risparmio amministrato si è attestato a fine novembre a 86,9 miliardi di euro. (riproduzione riservata)

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