di Emma Bonotti

Non c’è soltanto il bonus a fine anno. Dall’asilo per i figli agli incentivi economici contro il caro bollette fino al maggiordomo aziendale: quanti benefit ricchi o innovativi assegnati ai dipendenti | Più utili per le aziende attente al welfare
Il salario sì, ma da solo non basta. Gli italiani hanno alzato l’asticella e ora, oltre a una busta paga generosa, chiedono ai datori di lavoro un pacchetto welfare consistente. Nei contratti integrativi più all’avanguardia non possono mancare almeno un paio giorni di smart working a settimana, l’ampliamento dei congedi parentali, ingressi in piscine e palestre, iniziative di supporto per le vittime di violenza di genere e contributi per pagare la retta dell’asilo nido ai figli dei dipendenti meno abbienti. Insomma, per trattenere i lavoratori le aziende devono scendere a patti con i sindacati e allungare la lista dei servizi offerti da porre accanto allo stipendio.

Gucci, un fiore all’occhiello del welfare aziendale

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Un fiore all’occhiello del welfare aziendale è Gucci. A luglio la casa di moda ha rinnovato il già favorevole contratto integrativo, prossimo alla scadenza. Dall’incontro con i sindacati è emerso un accordo dettagliato che coinvolge gli addetti alle vendite e alla logistica, gli operai e gli impiegati di tutti i negozi d’Italia fino alla fine del 2024. Al centro dell’intesa c’è l’equilibrio tra lavoro e vita privata. Il gruppo ha introdotto la continuità per i due giorni di riposo settimanali, permettendo a oltre 900 dipendenti di organizzare più facilmente il loro tempo libero, anche grazie alla pianificazione trimestrale dei turni.

Rivolgendosi poi alle famiglie, Gucci ha integrato il congedo parentale offerto dall’Inps ai genitori con figli sotto gli otto anni portandolo al 100% della mensilità. D’altronde Kering, holding della casa fiorentina, lavora da tempo per migliorare la vita dei propri dipendenti, anche tra le mura domestiche. Nel 2020 il gruppo ha esteso l’indennità per i neo papà a 14 settimane consecutive, abbattendo il divario di genere sui congedi. E sotto Natale per i bambini non mancano mai regali aziendali e feste a tema nelle sedi principali. Anche nel welfare più tradizionale Gucci ha potenziato la sua proposta. Per tutti gli assunti a tempo indeterminato il gruppo ha messo a disposizione un budget di 1.600 euro da spendere in formazione, benessere, sport e trasporti. Le ultime novità, questa volta riservate alle sedi corporate, includono il noleggio gratuito delle macchine aziendali inutilizzate durante il fine settimana e, ciliegina sulla torta, un maggiordomo a disposizione dell’organico per portare i capi in lavanderia, ritirare pacchi o addirittura pagare le bollette.

Maggiordomo aziendale anche alla Casa di Maranello

Anche i dipendenti di Ferrari possono avere un assistente. Il servizio si chiama Al posto tuo e dal 2020 può sbrigare le faccende burocratiche più tediose. Con un ampio pacchetto welfare, la Casa di Maranello è tra i luoghi di lavoro preferiti dagli italiani. Nel 2021 è salita in vetta alla classifica Randstad Employer Brand per la sicurezza e l’atmosfera dei suoi spazi, nonché per l’equilibrio tra lavoro e vita privata. È la prima azienda italiana a ottenere il certificato per l’equità salariale, garantendo una pari retribuzione a tutti gli uomini e le donne che, a parità di qualifica, ricoprono lo stesso ruolo nella società.

Chi è disposto a rinunciare allo smart working?
Dopo aver provato il lavoro a distanza durante i lunghi mesi della pandemia, gli italiani sono sempre meno disposti a tornare in ufficio cinque giorni a settimana. E mentre si avvicina la scadenza per le disposizioni a tutela dello smart working (altro articolo in pagina) alcune aziende hanno scritto nero su bianco come intendono affrontare il problema nei prossimi anni. I dipendenti del centro direzionale di Lavazza potranno svolgere le loro attività da remoto per dieci giorni al mese, anche consecutivi. Quella di lavorare da casa è una possibilità che il produttore di caffè aveva concesso già dal 2018. Ma la vera novità del contratto integrativo, approvato a novembre, sono i venerdì brevi. L’ultimo giorno della settimana i dipendenti potranno chiudere i computer prima del previsto per 15 volte tra maggio e settembre, anticipando l’inizio del weekend.

Intesa e la prima proposta in Italia della settimana corta
Lavorare meno ma in modo più efficiente. È questo lo spirito con cui Intesa, prima di tutti in Italia, ha annunciato la settimana corta. Secondo l’accordo, i dipendenti degli uffici potranno lavorare solo quattro giorni su sette, in turni da nove anziché da sette ore e mezzo. La proposta però, prevista dal contratto di categoria da più di vent’anni, è ancora sul tavolo dei negoziati. Per il momento l’iniziativa di ultima generazione che ha riscosso più successo resta lo smart working. Dopo un confronto con i sindacati, Tim ha portato da due a tre i giorni di lavoro da remoto e ha deciso di chiudere tutti gli uffici il venerdì. Anche tra le tlc, dunque, non mancano gli agi. Vodafone Italia ha da poco confermato il modello attuale, che richiede la presenza in ufficio solo due volte alla settimana per i dipendenti delle aree business e dello staff. Leggermente più stringente la norma per chi lavora nei call center: solo due giorni da remoto con la promessa di flessibilità sui festivi e i periodi di chiusura aziendale.

Non possono mancare i bonus una tantum
Ultimi, ma non per importanza, i bonus una tantum. I più popolari sono quelli per contrastare il caro bolletta, offerti da una moltitudine di società, tra cui Ferragamo, Lavazza, Intesa, Unicredit, Vodafone e alcune pmi come Itway e Magazzini Gabrielli. Ma con l’avvicinarsi delle feste arrivano anche i premi collettivi di produttività. Quella della banca guidata da Orcel è una cifra rilevante: 1.600 euro per il 2022, distribuita in anticipo. Tra incentivi, congedi parentali o integrazioni sanitarie, il paniere entro cui scegliere per comporre il caro contratto integrativo è vastissimo. Ce n’è davvero per tutti i gusti. (riproduzione riservata)
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