OGGI SI CHIUDE L’ASSEMBLEA: IL NUOVO ORGANO LIQUIDATORIO CONSEGNA AI SOCI UNA RELAZIONE IN MERITO AD ATTI DI MALA GESTIOM
di Nicola Carosielli
Si avvicina la resa dei conti in Marinella spa, la società finita in liquidazione nel 2015 a cui fa capo la storica tenuta, che si distende sull’ultima striscia di Liguria prima della Toscana, che Banca Mps possedeva sin dagli anni ‘30. Martedì 27 è stata infatti convocata l’assemblea dei soci di Marinella spa richiamando così sia l’istituto senese sia l’azionista di maggioranza (75%) Sviluppo Progetto Marinella, il veicolo che raggruppa i soci Condotte, Unieco e Marina Azzurra Yachting. All’ordine del giorno vi erano alcune informative, tra cui: quella sul processo di liquidazione, con aggiornamenti sulla vendita degli asset immobiliari; quella sugli interventi necessari e obbligatori per la messa in sicurezza e l’adeguata conservazione di immobili e terreni; quella sulla posizione creditoria di Amco; l’informativa in merito agli atti compiuti dagli ex liquidatori. L’assise è stata lasciata aperta fino a oggi proprio per poter fornire il tempo agli azionisti di leggere la relazione «in merito agli atti di mala gestio compiuti dai precedenti liquidatori», depositata ieri sera dal nuovo organo liquidatorio composto da Giovanni Grazzini e da Giovanni Currò. Un documento che potrebbe anche portare a un’azione di responsabilità nei confronti degli ex liquidatori. In particolare, nella relazione Grazzini e Currò sottolineano che «gli ex liquidatori, non curanti di quanto pattuito tra la società e i soci (Accordo Quadro 2016) e tra società ed enti (Accordo integrativo 2007), anziché operare in modo diligente (i) verificando il contenuto e le condizioni degli atti e (ii) compiendo ogni opportuna attività (fino addirittura alla «continuazione dell’attività sociale finalizzata alla liquidazione«) per il raggiungimento del valore minimo di realizzo dell’azienda (già fissato a 57,1 milioni di euro), hanno in via generale disatteso il contenuto di entrambi gli Accordi».

In estrema sintesi, le conlcusioni a cui sono arrivati i liquidatori nominati a metà novembre portano a «rilevanti responsabilità a carico degli ex liquidatori». «Diversamente da quanto effettuato», sottolinea la relazione, «è possibile concludere che gli ex liquidatori nella redazione di un adeguato e corretto piano di liquidazione, e soprattutto nell’esercizio delle proprie funzioni» avrebbero dovuto tenere conto di alcune linee guida strategiche come: «definizione del piano di vendita degli asset immobiliari tramite adeguata e approfondita verifica che permetta di essere coerente sia con la normativa urbanistica e ambientale prevista dal governo del territorio sia con gli Impegni sottoscritti dalla società con gli enti all’interno dell’Accordo 2007; definizione delle uscite finanziarie prospettiche tenendo conto in via generale della normativa vigente sulla postergazione del credito». Il fronte dunque resta aperto, benché si avvicinil’ora della chiusura della disputa e dell’avvio di un nuovo corso per la società. (riproduzione riservata)
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