Per agganciare gli sci e scendere da una pista di discesa scatta l’obbligo assicurativo a partire dal 1° gennaio 2022, come prevede il “Decreto legislativo nr. 40 del 28 febbraio 2021” che introduce l’obbligo di copertura e prevede per i trasgressori una multa da 100 a 150 euro oltre al ritiro dello skipass.
Ma sono davvero convenienti le polizze da 2-3 euro al giorno, disponibili sul mercato le coperture dei rischi di Responsabilità Civile (RC)?
Se lo è chiesto Anapa Rete ImpresAgenzia, l’associazione degli agenti d’assicurazione, secondo la quale gli sportivi dovrebbero ben valutare le condizioni contrattuali previste da quelle polizze.
Se l’obiettivo è quello di offrire una protezione dai rischi di RC – si evince da un’indagine sul campo effettuata da Anapa – spesso è molto più conveniente utilizzare una normale “polizza” della famiglia offerta dalle principali compagnie, valida per tutto l’anno e che protegge tutti i componenti del nucleo familiare. E’ disponibile a un premio annuo di poche decine di euro (70-80 euro nei contratti base) e fronteggia un gran numero di danni a cose e persone che possono coinvolgere una famiglia. Non soltanto gli incidenti sullo sci, ma anche, ad esempio, i danni causati da un drone, la caduta accidentale di un vaso dal terrazzo, le conseguenze di incidenti che si verificano alla guida di una bicicletta o di un monopattino elettrico. Anche il morso del proprio cane può essere compreso nel contratto assicurativo come causa di un danno a terzi risarcibile.
Lo studio di Anapa ha preso in considerazione alcune delle principali polizze sci disponibili presso gli impianti di risalita (un obbligo a carico dei gestori previsto dalla legge) oppure offerte da concessionari autostradali, siti online oltreché, naturalmente, da compagnie tradizionali.
L’invito dell’associazione ai consumatori è di prestare particolare attenzione alle condizioni contrattuali che possono essere molto diverse da polizza a polizza.
Ad esempio, il capitale massino assicurato varia, a seconda dei contratti, da 50mila a 2 milioni di euro. Le franchigie sono piuttosto elevate, normalmente pari a 500 euro per i danni a cose e, spesso, 1.000 euro per i danni a persone.
In pratica il danneggiamento di un paio di sci o degli scarponi in seguito ad un incidente potrebbe non comportare il pagamento di un risarcimento da parte di un assicuratore.
Un sicuro appealing delle polizze sci è il fatto che queste, in aggiunta alla Rc, contengono anche una protezione infortuni nell’ambito della quale è offerto un contributo alle spese sanitarie rese necessarie in seguito ad un incidente sulla neve. Spesso sono previste diarie per i giorni di infortunio ed è risarcito anche il primo soccorso sulle piste. Talvolta le polizze prevedono anche il rimborso del costo di un eliambulanza.
Insomma quei contratti sono specificatamente modellati per tener conto delle specifiche esigenze degli sciatori. E’ un bene ma, secondo ANAPA forse, anche un loro limite.
In applicazione dell’obbligo di legge almeno alcune delle nuove polizze limitano la copertura all’esercizio dell’attività sciistica sulle piste da neve ma un incidente in montagna, in effetti, può verificarsi anche altrove. Scivolare su un sentiero ghiacciato può avere conseguenze serie e vale la pena di ricordare che il più noto incidente sulla neve degli ultimi anni, la caduta dell’ex campione automobilistico Michael Schumacher, avvenne fuori pista e quindi avrebbe potuto non ricadere nelle fattispecie previste nel contratto assicurativo delle polizze sci vendute in queste settimane.
Anche le polizze dellla famiglia sono diversamente modulabili. La copertura Rc può essere estesa anche agli infortuni, al furto, alla tutela legale. In relazione all’ampiezza di queste protezioni varia ovviamente il costo delle polizze. Il premio è frutto del massimale acquistato, dell’inserimento di franchigie o meno, dell’estensione a garanzie accessorie (tipo proprietà ed uso di animali domestici, tipo di cane, etc.), degli sconti commerciali che l’intermediario può fare in quel momento. Le condizioni contrattuali, soprattutto in relazione a massimali e franchigie, sono generalmente più favorevoli all’assicurato rispetto alle polizze giornaliere ad hoc. Il contratto soddisfa pienamente le esigenze della normativa sulla sicurezza degli sport invernali e può essere richiesto alla propria compagnia un semplice attestato da esibire alle autorità in caso di controlli.
Il consiglio degli intermediari è quello di recarsi presso un agenzia di assicurazione, analizzare con l’agente le necessità di protezione per sé e la propria famiglia, e scegliere la polizza più appropriata. Da quell’incontro l’assicurato potrebbe anche scoprire che gli obblighi imposti dalla nuova legge sono già soddisfatti da polizze che ha già sottoscritto. “Solo con una consulenza professionale come quella offerta da un intermediario assicurativo – sottolinea Vincenzo Cirasola, presidente di Anapa – il consumatore può meglio orientarsi su cosa è meglio fare, in termini di protezione e di costo, in relazione ai suoi effettivi bisogni di copertura. Se utilizzare le polizze tradizionali sul capofamiglia oppure invece orientarsi sui nuovi prodotti assicurativi specificatamente disegnati sull’attività sciistica. Il ruolo di un consulente è fondamentale: vai in agenzia e sai cosa proteggi!”.