MF-MILANO FINANZA HA VISIONATO IN ESCLUSIVA I 55 PRODOTTI PIÙ SOSTENIBILI SECONDO FIDA
di Marco Capponi
Sostenibilità è un mantra che accompagna da tempo le priorità strategiche dell’industria del risparmio gestito. Secondo i dati Assogestioni alla fine del terzo trimestre il patrimonio promosso in fondi aperti sostenibili dalle case di asset management in Italia ammontava a oltre 361 miliardi di euro, distribuiti tra 1.456 fondi. Il rischio, in un mercato sempre più vasto, è che dietro l’etichetta Esg si possano nascondere pratiche tutt’altro che positive per l’ambiente e la società. Il cosiddetto effetto greenwashing. La soluzione per prevenirlo: costruire un rating il più possibile oggettivo, che classifichi i prodotti d’investimento sulla base del loro livello di sostenibilità. A lanciare il primo indice in Italia di questo tipo è stato Fida, gruppo di analisi dati sui prodotti di risparmio, che ha dato vita a un Esg rating coerente con la normativa europea sulla sostenibilità nel settore dei servizi finanziari (la Sfdr). «Uno strumento», ha sottolineato Gianni Costan, amministratore delegato di Fida, «in grado di rispondere in modo approfondito alle esigenze di informazione e di analisi da parte degli operatori con specifico riferimento alle tematiche ambientali, sociali e di governance. Aspetto che lungi dall’essere un semplice elemento complementare si sta sempre più confermando come uno dei profili fondamentali e imprescindibili per gli investimenti del prossimo futuro».
L’indice, le cui evidenze sono state visionate in esclusiva da MF-Milano Finanza, attribuisce ai prodotti di risparmio gestito un punteggio tra zero e 100 punti, che a sua volta determina un rating compreso tra zero e cinque. La tabella in pagina riporta i 55 fondi ed Etf che hanno raggiunto il rating massimo (corrispondente a un punteggio uguale o superiore a 80), classificati in ordine di ranking a seconda della loro asset class di appartenenza: azionari geografici, settoriali, tematici, strategie diversificate o a ritorno assoluto, obbligazionari euro e globali.
Per determinare i punteggi sono stati considerati una serie di fattori. «In una prima fase», ha spiegato Luca Lodi, head of r&d di Fida, «ci concentriamo sulla società di gestione, in particolare sulla corporate social responsability, sulla struttura della gamma di prodotti e sulle risorse organizzative messe in campo». Questa indagine iniziale permette di identificare «la capacità potenziale di realizzare investimenti sostenibili e la propensione della società a farli». Tra gli aspetti chiave spicca quello della trasparenza, «cioè la disponibilità a fornire informazioni complete sui prodotti e la loro composizione», ha aggiunto l’esperto. Si passa poi all’analisi di portafoglio vera e propria, «realizzata sulla base dei singoli titoli che lo compongono». La valutazione è basata su dati forniti da una parte terza, TrueValue Labs (gruppo FactSet), che utilizza tecniche di intelligenza artificiale.
Perché usare un algoritmo? Secondo Lodi è il modo ideale di «evitare l’errore di concentrarsi solo sulle informazioni di fonte societaria, potenzialmente fuorvianti». Un elemento di oggettività ulteriore insomma, per evitare di incappare nell’effetto greenwashing in merito ai titoli. Infine, c’è la classificazione sulla base della normativa europea. «Sebbene non ancora troppo omogenea», ha concluso il capo ricercatore, «mantiene un’importanza non marginale per il crescente peso in termini di compliance».
Quali sono quindi i campioni della sostenibilità censiti dal ranking? Al primo posto, con uno score di 94 punti, spiccano quattro strategie obbligazionarie in euro di NN Investment Partners, gestore internazionale con sede nei Paesi Bassi. Guardando al primo della lista, l’NN Green Bond, si nota una strategia di gestione attiva che seleziona gli emittenti in base a criteri di esclusione, investendo d’altro canto in «un portafoglio di obbligazioni verdi e strumenti del mercato monetario di alta qualità con un rating da AAA a BBB-», spiega il factsheet. Segue a quota 92 punti un altro comparto obbligazionario, l’Emerging Markets Green Bond della francese Amundi, classificato come prodotto a reddito fisso di tipo high yield focalizzato sui mercati emergenti. Nell’ultima analisi di portafoglio di fine ottobre il team di gestione ha annunciato l’acquisto di «debito delle utility cilene, banche israeliane e titoli di Stato peruviani». Il Paese sudamericano, ad esempio, ha di recente fatto il suo debutto nel mondo delle obbligazioni sostenibili con un bond destinato a precisi progetti green e sociali identificati in uno specifico framework di emissioni.
La prima strategia azionaria attiva in graduatoria compare alla sedicesima posizione, con un ranking di 85 punti, ed è la Framlington Human Capital di Axa Funds Management. Prodotto equity tematico di tipo Esg, all’ultimo aggiornamento di ottobre aveva registrato una performance da gennaio di quasi il 20%. Tra le prime 10 esposizioni spiccavano Erg (al primo posto con il 3,34% del portafoglio), Fineco, Prysmian e DiaSorin. Il fondo mira, oltre al rendimento, a obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, con una particolare attenzione alle tematiche sociali e, nello specifico, alla valorizzazione del capitale umano.
Nel complesso a dominare la classifica Fida sono due società: NN Investment Partners, che compare 22 volte, e Axa Fm, presente in 16 posizioni. Tra gli altri player, oltre alla già citata Amundi (quattro prodotti) compaiono Legal & General Im (tre menzioni, tutte relative a Etf), Abrdn, Schroders e Raiffeisen (due strategie a testa), e, a quota uno, Financiere de l’Echiquier, Franklin Templeton, M&G e Sella Sgr. (riproduzione riservata)
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