LO STATO DELLA SHARING MOBILITY: SUPERATI I VALORI DEL 2019. BOOM DI MONOPATTINI E SCOOTER
di Antonio Longo
La mobilità condivisa ha superato lo shock della pandemia e ha ripreso a crescere. Nel 2021 scooter, bike e monopattini in sharing hanno superato i valori del 2019 e il car sharing è prossimo a raggiungerli. In dettaglio, le iscrizioni ai servizi di sharing mobility in Italia hanno raggiunto quota 5 milioni e 600 mila, con 158 servizi di sharing attivi in 49 città, il triplo del 2015. Sono circa 15 milioni gli italiani che possono utilizzare almeno un servizio con quasi 90 mila veicoli in condivisione tra auto, scooter, bici e monopattini.

Sono alcuni dei dati presentati in occasione della quinta conferenza nazionale sulla sharing mobility, organizzata dall’omonimo osservatorio nato dall’iniziativa del ministero della transizione ecologica, del ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibile e della fondazione per lo sviluppo sostenibile, in partnership con Deloitte, RFI, Uber, Voi Technology, Share Now, Key Energy, Via, Expomove, Bit Mobility e Nordcom.

La mappa della sharing mobility. Milano si conferma la città in cui è più diffusa la sharing mobility e la multimodalità: è al primo posto nei tre indicatori riguardanti percorrenze, numero veicoli, numero noleggi, e dispone inoltre di tutte le tipologie di vehicle sharing. Cresce Roma e si classifica al secondo posto, soprattutto in termini di flotte. Al terzo posto Torino. Seguono altre città metropolitane come Bologna, Firenze, Bari, Genova. Nelle prime dieci posizioni si collocano anche città medio piccole come Pescara, Rimini, Verona. Solo Milano, Roma, Torino e Firenze hanno i quattro servizi di sharing car, bike, scooter, monopattini. Le città che hanno almeno un servizio sharing mobility sono 26 al nord, 10 al centro e 13 al sud. Il sud è la parte di Italia che ha maggiormente scelto il monopattino come modalità unica di sharing mobility con sei città (Catania, Enna, Messina, Trapani, Cagliari e Sassari). Le uniche città del sud con almeno 2 servizi sono Napoli e Palermo. Nel report si confrontano i dati sui noleggi giornalieri in Italia con lo shared mobility index di Fluctuo che tiene sotto osservazione 16 città europee, il trend positivo è registrato in 6 città italiane monitorate (Milano, Torino, Roma, Bologna, Cagliari e Palermo) ed è in linea, e addirittura migliore, di quello europeo.

Mobilità condivisa sempre più leggera. Tra il 2019 e il 2020 si è registrato il boom dei monopattini (+65%) e degli scooter (+45%), nelle 6 città italiane monitorate si conferma marcata la crescita dei noleggi giornalieri dei monopattini in sharing. La micromobilità costituisce il 91% dei veicoli in condivisione. Nell’arco degli ultimi 5 anni il peso medio di un veicolo in sharing è passato da 400 kg a 120 kg. Il 91% dei veicoli in condivisione in Italia sono veicoli di micromobilità (monopattini, biciclette, scooter). Tale tendenza si spiega con la preferenza delle persone di noleggiare veicoli che non hanno problemi di parcheggio e permettono di ridurre i tempi di percorrenza e azzerare, o quasi, gli impatti ambientali perché sono veicoli senza motore o con motore elettrico.

Le prospettive. Nonostante i numeri confermino la maturità raggiunta dalla sharing mobility, a parere degli analisti il futuro presenta nuove sfide. Sarà, infatti, necessario aumentarne la diffusione in quanto più del 50% dei capoluoghi italiani non dispone ancora di un servizio di sharing, superare il divario nord/centrosud, svilupparla anche nelle città medio piccole. Inoltre, per estendere la mobilità condivisa anche dove l’imprenditoria privata non riesce a garantire i bisogni della collettività, è necessario sostenere i servizi di sharing mobility con modelli simili a quelli con cui si sostiene il trasporto pubblico. L’osservatorio ha simulato quale le risorse da impegnare annualmente per istituire un efficace servizio di bike sharing nei 76 capoluoghi che ancora non ne dispongono, in tal senso per mettere su strada circa 35 mila biciclette in condivisione, servendo circa 7 milioni di italiani in più rispetto a oggi, bisognerebbe aumentare la dotazione di risorse del fondo nazionale per il trasporto pubblico locale solamente dello 0,5% all’anno.

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