DAL 1° GENNAIO IN VIGORE LE NUOVE NORME CHE HANNO LA LORO BASE NELLA RIFORMA DELLO SPORT
di Michele Damiani
Una stretta sulla sicurezza sugli sport invernali. Nuovi obblighi, dall’assicurazione al caso fino ai 18 anni, accompagnati da un rafforzamento del principio di auto-regolamentazione degli sciatori, che dovranno percorre solo le piste adatte a loro sulla base dell’esperienza e della capacità sugli sci. Dal primo gennaio cambia la vita in montagna, con l’entrata in vigore del dlgs 40/2021, attuativo della legge delega di riforma dello sport (legge 86/2019). Sull’intero articolato, il prossimo lunedì su ItaliaOggi sette uscirà uno speciale dedicato, con il dettaglio di tutta la normativa e delle novità per utenti e gestori delle piste.

L’intera normativa trae le sue origini, come detto, nella legge delega di riforma dello sport. La parte dedicata agli sport invernali è stata poi attuata con il dlgs 40/2021, pubblicato, pubblicato in Gazzetta ufficiale lo scorso 19 marzo. Tra i fautori dell’articolato c’è l’avvocato Francesco Persio, tra i componenti della commissione tecnica che aveva delineato la prima bozza della riforma degli sport invernali, poi modificata in parte con l’intervento della politica. «Non è stato fatto proprio tutto ciò che era stato indicato dalla commissione, ma non possiamo che essere comunque soddisfatti per il risultato ottenuto», le parole di Persio a ItaIiaOggi. «Il settore era regolato da una norma del 2003, con l’Italia che era comunque un esempio virtuoso, visto che era (ed è ancora) l’unico paese ad avere una normativa in materia». La prima esigenza che ha portato alla nuova regolamentazione è un aumento della sicurezza sulle piste: «secondo i dati dell’Istituto superiore di sanità ogni anno abbiamo oltre 40.000 incidenti sulle piste. L’aumento di stagione in stagione degli sciatori e la crescita esponenziale del fenomeno hanno portato alla necessità di rivedere alcune regole, in modo da limitare i danni e consentire a tutti di sciare in sicurezza».

Tra le principali novità della riforma, l’introduzione di una polizza assicurativa obbligatoria per poter sciare: «una norma di buon senso», l’opinione di Persio. «Era fondamentale prevedere degli strumenti di tutela e di copertura per gli sciatori». Diverso, invece, il commento dell’avvocato su un altro aspetto cardine della nuova normativa, ovvero il divieto di bere prima di scendere una pista e la previsione di alcol e drug test per gli sciatori. Il dlgs 40/2021, diversamente da quelle che erano le indicazioni originarie, non fissa un limite minimo di tasso alcolemico (anche se lo stesso potrebbe essere semplicemente mutuato dal codice della strada, quindi un livello massimo di 0,5 g/l). «Siamo tutti d’accordo a limitare l’abuso di alcol e a cercare di mettere strumenti che ne limitino l’utilizzo prima di sciare», spiega Persio, «ma senza un tasso minimo la norma non ha senso. Ci troviamo nella situazione per la quale ci sono restrizioni maggiori per chi scia che per chi guida».

Un ultimo elemento importante del testo segnalato dall’avvocato è l’introduzione del casco obbligatorio fino a 18 anni. Anche in questo caso, inizialmente, la disposizione era ancora più restrittiva, ponendo l’obbligo per tutti al di sopra dei 14 anni. «E’ mancato coraggio. Ovviamente, quando interviene la politica, ci sono una serie di interessi da considerare e ogni onere o adempimento aggiuntivo viene vissuto come un costo o comunque un ostacolo alla pratica sciistica e quindi all’indotto che la stessa genera. Non si capisce, tuttavia, perché ci debba essere un obbligo fino a 18 anni: se si considera il casco come necessario, lo è sia da minorenni che da maggiorenni».

Dal primo gennaio, quindi, cambieranno le abitudini degli sciatori italiani. Ci si dovrà confrontare con nuovi obblighi e adempimenti e con un nuovo senso di responsabilità che dovrà accompagnare chi pratica sport invernali. Alla base di tutto, lo sciatore deve essere a conoscenza dei percorsi che vuole fare e valutare se ha le competenze adatte. In questo modo, si cerca di responsabilizzare gli utenti e di definire bene le responsabilità in caso di incidenti o altre problematiche.

LA POSIZIONE DEI CONSUMATORI
Bene la libertà di scelta su dove prendere la polizza
Da sempre consigliamo l’uso della polizza assicurativa, quindi non possiamo che vedere di buon occhio l’introduzione dell’obbligo. Importante che sia rimasta libertà di scelta del momento dell’acquisto, non per forza da fare insieme allo skipass. Sono alcune delle indicazioni fornite da Altroconsumo, l’associazione di consumatori italiani, molto attenta alla nova normativa sullo sci e agli effetti della riforma degli sport invernali. «Per quanto riguarda la questione polizza obbligatoria di responsabilità civile», spiega l’associazione, «Altroconsumo ha sempre consigliato la polizza che copre per i danni a terzi – anche quando non era obbligatoria – anche perché in caso di incidente tra sciatori si applica il concorso di colpa visto che è difficile dimostrare chi ha causato il sinistro. In Piemonte, tra l’altro, era già obbligatoria da anni. La norma impone ai gestori di offrire la polizza con lo skypass, ma non è obbligatorio per lo sciatore acquistarla in quell’occasione: questo è un aspetto importante perché rimane la libertà di scelta dell’utente sul momento dell’acquisto. Negli anni scorsi la polizza abbinata allo skypass non costava molto, circa 2 euro al giorno almeno in Val d’Aosta, ma probabilmente i prezzi non erano molto diversi altrove. Se non si acquista la polizza presso il gestore è possibile, infatti, presentarsi sulle piste già in possesso di una delle assicurazioni presenti sul mercato: se infatti si ha già sottoscritto una polizza di responsabilità civile del capofamiglia il nucleo famigliare è coperto per i danni causati a terzi e l’obbligo assicurativo è assolto».

Per quel che riguarda l’estensione dell’obbligo dell’uso del casco fino ai 18 anni «la realtà supera la norma, nel senso che in generale sugli sci sono pochissime le persone, anche adulte, che non usano il casco».

LE REAZIONI DEI GESTORI DEGLI IMPIANTI
Un rischio i nuovi costi in un periodo già complicato
Igestori degli impianti sono pronti ad adempiere alle novità normative previste dal dlgs 40/2021. Anzi, gran parte di essi erano già preparati a prescindere dalla riforma su alcuni aspetti, come per esempio l’assicurazione. Attenzione alla mancata individuazione delle soglie alcolemiche per il divieto di bere sulle piste, con il rischio di impattare negativamente su un settore trainante della montagna italiana. Sono le principali indicazioni espresse dalla presidente dell’Associazione nazionale esercenti funiviari (Anef) Valeria Ghezzi. «L’impatto della normativa», spiega ad ItaliaOggi la presidente Anef, «varierà molto da territorio a territorio, visto che in alcune parti di Italia si è più avanti in merito ad alcuni nuovi obblighi. Penso, ad esempio, all’assicurazione obbligatoria, che viene già offerta da molti esercenti al momento della vendita dello skipass. Le tempistiche, però, potevano essere diverse: veniamo già da una stagione molto difficile economicamente e questi nuovi balzelli per gli sciatori rischiano di arrestare la ripresa di un settore trainante dell’economia italiana». Il comparto sciistico ha perso quasi il 98% del fatturato nella scorsa stagione rispetto all’epoca pre-Covid, secondo quanto riportato dai numeri di SkiPass Italia. «La situazione non è certo delle migliori», prosegue Ghezzi. «Oltre ai nuovi costi, ci sono delle norme che ci lasciano perplessi. Una tra tutte la mancata individuazione di un tasso alcolemico minimo per poter sciare, con un divieto generalizzato che sembra indicare la totale impossibilità di bere anche un cucchiaino di alcolico prima di una pista. E’ necessario riflettere bene sull’argomento: la situazione attuale prevede la possibilità per lo sciatore di fare la pista e poi bere una cosa prima di mettersi in macchina, vietando allo stesso di farlo prima di scendere. Oltre che anacronistica, la norma così rischia di essere pericolosa per le baite e i rifugi alpini che perderebbero gran parte della clientela».

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