ASSOGESTIONI: DA GENNAIO FLUSSI PER 84 MILIARDI CONTRO I 23 DEL 2020. A NOVEMBRE 7,7 MLD
di Paola Valentini
Undicesimo mese di raccolta positiva per l’industria italiana del risparmio gestito sostenuta dal buon andamento dei mercati finanziari e dai tassi ai minimi che stanno spingendo i risparmiatori a diversificare nell’asset management la liquidità accumulata nel corso dell’ultimo anno e mezzo. Novembre, emerge dalla mappa di Assogestioni, ha chiuso con flussi pari a 7,71 miliardi di euro, in aumento dai 6,37 miliardi di ottobre, per un totale di 83,91 miliardi da gennaio, quasi quattro volte rispetto ai 23,26 miliardi dello stesso periodo del 2020.

Di questo importo 4,48 miliardi sono relativi alle gestioni collettive, di cui 3,48 miliardi nei fondi comuni e 998 milioni nei fondi chiusi, mentre nelle gestioni di portafoglio sono entrati 3,23 miliardi (di cui 1,4 miliardi nelle linee retail e 1,83 miliardi in quelle istituzionali). Negli 11 mesi le gestioni collettive hanno registrato un saldo di 64,43 miliardi (58,96 miliardi nei fondi comuni, rispetto ai 16,04 miliardi degli 11 mesi del 2020, e 5,46 miliardi nei fondi chiusi a fronte dei 4,17 miliardi dello stesso periodo dello scorso anno) e quelle di portafoglio 19,47 miliardi (10,57 miliardi nelle retail, 2,37 miliardi negli 11 mesi del 2020, e 8,90 miliardi nelle istituzionali rispetto a 677 milioni del periodo gennaio-novembre 2020).

Per quanto riguarda le singole categorie di fondi comuni, i flussi si sono concentrati sugli azionari (2,41 miliardi, dai 2,51 miliardi di ottobre e 30,36 miliardi da inizio anno), anche grazie alle buone performance messe a segno quest’anno dalle borse. Seguono i bilanciati con 1,81 miliardi (1,83 miliardi a ottobre e 22,11 miliardi da gennaio), poi, a distanza, gli obbligazionari con 254 milioni (-203 milioni a ottobre e +9,22 miliardi da gennaio) e i flessibili con 243 milioni (775 milioni a ottobre e -1,83 miliardi da gennaio). I fondi monetari hanno chiuso il mese con una raccolta netta negativa pari a 1,22 miliardi dai -2,19 miliardi di ottobre (-623 milioni negli 11 mesi).

Sul fronte del passaporto dei fondi, i comparti di diritto italiano hanno ottenuto a novembre 1,13 miliardi dai 695 milioni di ottobre (4,68 miliardi da gennaio), mentre quelli di diritto estero hanno registrato flussi per 2,35 miliardi dai 2,03 miliardi di ottobre (54,28 miliardi da inizio anno).

La raccolta per gruppo vede sul podio Amundi con 2,27 miliardi, seguono le Poste con 2,12 miliardi e Anima con 2,07 miliardi. In rosso invece i big Intesa Sanpaolo (-666 milioni, di cui -1,29 miliardi riferiti ad Eurizon a causa di deflussi per 2,40 miliardi dalle gestioni istituzionali, e +624 milioni raccolti da Fideuram) e Generali (-1,33 miliardi). La compagnia triestina precisa che il risultato include l’effetto materiale derivante dai flussi sui fondi monetari all’interno dei mandati assicurativi in gestione.

Tra le altre società più grandi, Mediolanum ha raccolto 265 milioni, Allianz 164 milioni, Arca 128 milioni, Azimut 4,4 milioni, Bnp Paribas 131 milioni, mentre Deutsche Bank ha avuto deflussi per 40,9 milioni. Positive Ubs (332 milioni), Credem (394 milioni), Mediobanca (360 milioni) e Kairos (95 milioni). Le case estere senza una rete di distribuzione propria in Italia hanno avuto un andamento a due velocità: JP Morgan Am ha chiuso il mese con un saldo negativo (-190 milioni), come Morgan Stanley (-64 milioni), Franklin Templeton (-113 milioni) e Schroders (-21 milioni). In attivo invece Axa Im (280 milioni) e M&G (141 milioni). (riproduzione riservata)
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