L’ORGANO CHE VIGILA SULLA GOVERNANCE DELLE SOCIETÀ METTE NEL MIRINO IL GRUPPO
di Francesco Bertolino e Luca Gualtieri
In queste ultime settimane dell’anno per due società partecipate da Leonardo Del Vecchio la governance è un tema decisamente caldo. Se la Consob ha acceso un faro sulle liste del cda in vista del rinnovo del vertice Generali (di cui l’imprenditore di Agordo ha raggiunto il 6,35%), a Parigi sono finiti sotto la lente gli assetti di governo di EssilorLuxottica, la multinazionale di cui Delfin detiene saldamente il 32% del capitale. Nel suo rapporto annuale l’Alto Comitato di Governo d’Impresa (Hcge), l’organo che vigila sulla corporate governance delle società francesi, ha avanzato riserve sull’indipendenza di alcuni membri del cda del gruppo. Come riportato dalla stampa francese, l’ente ha evidenziato che cinque figure candidate per la nomina o per il rinnovo erano già stati amministratori di Luxottica, non solo prima della fusione con Essilor ma anche nel corso dell’anno successivo all’operazione. Secondo Hcge la circostanza confliggerebbe con le buone prassi raccomandate dal codice sulla governance elaborato dalle due principali organizzazioni imprenditoriali francesi (Afep e Medef) e monitorato nella sua applicazione proprio dal Comitato. In materia di indipendenza, infatti, il codice stabilisce che il requisito verrebbe a mancare in linea principio a chi abbia ricoperto nei cinque anni precedenti la carica di amministratore in una società appartenente allo stesso gruppo. Fattispecie che per l’appunto, secondo il Comitato, si riscontrerebbe nel caso di Luxottica e della controllante EssilorLuxottica, mettendo a rischio l’indipendenza di giudizio dei cinque amministratori. Il gruppo italo-francese ha risposto alle osservazioni della Hcge con argomentazioni giudicate però insufficienti dal Comitato. Da qui il rimprovero esplicito mosso a EssilorLuxottica nell’ultimo rapporto annuale, fatto inusuale per il Comitato che di rado nomina i trasgressori del codice. Va detto comunque che il richiamo non comporterà pene amministrative o pecuniarie, visto che la Hcge non dispone di poteri sanzionatori.
C’è insomma un fil rouge che collega il fronte francese con quello italiano per Del Vecchio. Proprio nelle scorse settimane infatti la governance della partecipata Generali è finita sotto la lente della Consob che ha aperto una consultazione circa le liste del cda. La raccolta dei pareri si chiuderà venerdì 17, anche se la Commissione presieduta da Paolo Savona ha già posto come punti all’attenzione del mercato la necessità di assicurare la più ampia trasparenza nella selezione dei candidati e la valorizzazione del ruolo dei consiglieri indipendenti nel processo decisionale. Consob dovrà poi rispondere separatamente anche agli altri quesiti sollevati da Francesco Gaetano Caltagirone (7,8% del Leone) che riguardano il rischio di concerto e la legittimità di usare il prestito titoli solo per usarne i voti in assemblea, come fatto da Mediobanca. (riproduzione riservata)
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