Secondo la Cyber Risk Survey patrocinata da ANRA e condotta dall’Università di Verona con Riesko cresce la consapevolezza del rischio cyber, ma le aziende sono ancora impreparate
Le aziende italiane dimostrano ampia conoscenza del cyber risk ma risultano ancora impreparate nell’adozione di piani di risk mitigation, nella promozione di progetti di formazione interna e nell’investimento dei budget aziendali. Allo stesso tempo, l’errore umano risulta il fattore principale di vulnerabilità degli attacchi e le polizze assicurative per i rischi cyber sono ancora poco conosciute.
Sono queste le principali evidenze emerse dalla Cyber Risk Survey patrocinata da ANRA e condotta dall’Università di Verona in collaborazione con Riesko, che ha messo a disposizione la piattaforma per raccogliere ed elaborare i dati atti a rilevare la percezione del cyber risk da parte delle organizzazioni.
L’analisi è stata strutturata su un campione di circa 250 aziende, di cui più della metà appartenenti al settore “informatica ed elettronica” e “finanza, assicurazione ed amministrazione”.
I principali insight della Cyber Risk Survey
- Il mondo delle aziende ha ormai sviluppato una importante sensibilità rispetto ai rischi cyber: il 72% dichiara di averne un’alta consapevolezza ma tale rischio viene percepito come principalmente tecnico piuttosto che strategico;
- Solo poco più della metà (il 55%) ha adottato un piano operativo di risk mitigation in azienda;
- Ancora molto lavoro da fare per colmare il gap tra grado di consapevolezza e azioni proattive: solo il 49% dei rispondenti adotta programmi di formazione HR e nel 70% dei casi l’investimento in questi processi è minimo: meno del 15% del budget;
- Il principale fattore di vulnerabilità è nel 68% dei casi l’errore umano;
- Sebbene spesso insufficienti, la metà delle organizzazioni considera i propri sistemi di trattamento adeguati;
- Se la maggior parte – il 58% – delle aziende conosce gli strumenti assicurativi per fronteggiare i rischi cyber e la metà (49-51%) li adotta, il 32% delle aziende esprime ancora delle riserve sul loro utilizzo.
La percezione del cyber risk è alta ma le aziende restano poco preparate
Le aziende hanno ormai ben chiaro che gli attacchi cyber rappresentano un rischio per la propria organizzazione: il 72% degli intervistati ritiene di possedere una conoscenza adeguata riguardante i rischi cyber e della sicurezza informatica.
Inoltre, il 70% possiede una buona conoscenza dell’impatto che la Sicurezza Informatica ha sulla Continuità Operativa.
Tuttavia, il Cyber risk, pur essendo percepito come rischio “critico” (74%) viene considerato come prevalentemente “tecnico”, soprattutto legato ai sistemi IT (45%).
Solo poco più di metà delle aziende si è attrezzata con dei piani di risk mitigation
Alla diffusione della conoscenza dei rischi cyber non corrisponde l’impegno a investire su piani formali di risk mitigation, presente infatti solo nel55% dei casi e la “awareness” per gli standard è solo del 47%. Inoltre, molte realtà preferiscono appaltare la risoluzione di questi problemi all’esterno con soluzioni di outsourcing (64%).
Per contrastare rischio cyber formazione e budget ancora carenti
L’aumento della consapevolezza e gli attacchi subiti non hanno generato tuttavia un impegno concreto in termini di formazione e investimento in competenze e risorse: solo il 49% degli intervistati adotta processi strutturati di formazione HR e nel 70% dei casi l’investimento in questi processi è minimo: meno del 15% del budget.
Piani di risk mitigation e formazione si rilevano attività ancora più cruciali se consideriamo che il principale fattore di vulnerabilità è proprio l’errore umano, sfruttato infatti nel 68% dei casi da parte di chi commette gli attacchi cyber.
Tra gli altri fattori, nella metà dei casi viene segnalata l’obsolescenza dei sistemi operativi.
Nonostante i diversi fattori di vulnerabilità che presentano le aziende, dalla ricerca si evince che, in termini di budget dedicato al rischio informatico:
· Il 69% delle aziende investe meno del 30% in programmi assicurativi;
· Il 67% investe meno del 30% in servizi di monitoraggio.
Al contempo, risultano elevati investimenti in backup, anche se non molto utili in assenza di un disaster recovery plan.
Ancora bassa la propensione al cambiamento e la conoscenza degli strumenti assicurativi
Guardando al futuro, la cultura del rischio in azienda risulta ancora poco radicata: nonostante i numerosi attacchi e i diversi fattori di vulnerabilità, il 53% delle aziende ritiene al momento adeguati i sistemi di trattamento adottati.
Anche per quanto riguarda gli strumenti assicurativi i dati dimostrano che il 58% li conosce e la metà (49-51%) li adotta. Il 32% delle aziende esprime invece ancora delle riserve sul loro utilizzo, mentre il 17-23% ne è sprovvisto.