LA BANCA PARTECIPATA DA UNIPOL PRESENTA UNA PROPOSTA NON VINCOLANTE PER LA CASSA
di Luca Gualtieri
Si sblocca, forse, la partita Carige e si fa sempre più concreto il progetto di un terzo polo bancario in Italia. Ieri sera Bper si è candidata all’acquisto della banca genovese mettendo però sul piatto una lista di condizioni che vanno dal versamento di un miliardo di euro da parte del Fondo Interbancario di Tutela Depositi (Fitd) al pagamento della cifra simbolica di un euro per la quota di maggioranza. La proposta comunque sarebbe stata accolta favorevolmente da diversi stakeholder del Fitd, a partire da quelli con il peso specifico maggiore. Come riportato da MF-Milano Finanza, che un compratore fosse alla finestra era nell’aria da qualche settimana anche alla luce della determinazione dell’azionista (assistito da Deutsche Bank e Kpmg) di chiudere rapidamente il dossier. Nel dettaglio Bper ha deliberato la presentazione di un’offerta non vincolante al Fitd per l’acquisizione di una partecipazione pari all’88,3% (comprensiva quindi delll’8,3% detenuto da Ccb). «L’interesse di Bper per l’operazione», spiega una nota, «è coerente con l’obiettivo di ampliamento dimensionale del perimetro del gruppo bancario attraverso operazioni mirate che siano in grado di accrescere il valore per tutti gli stakeholders, continuando a garantire un elevato profilo di solidità patrimoniale di Bper, almeno pari a quello attuale». L’operazione inoltre consentirebbe, continua la nota della banca partecipata al 18,9% dalla Unipol di Carlo Cimbri e guidata da Piero Montani, di risolvere in modo definitivo le problematiche di Carige, salvaguardando la clientela e il complesso degli stakeholders della stessa nonché tutelando al meglio gli interessi degli azionisti di minoranza. L’offerta verrà meno qualora il Fitd, entro il prossimo 20 dicembre, non conceda a Bper un periodo di esclusiva nonché, ulteriormente, ove le parti non sottoscrivano, entro il prossimo 31 dicembre 2021, un memorandum of understanding vincolante. Il memorandum, oltre ai termini puntuali dell’operazione, prevedrà l’obbligo delle parti di sottoscrivere un contratto definitivo di acquisizione entro il 31 gennaio 2022. Stringenti le condizioni poste da Bper. Il Fitd dovrà infatti ricapitalizzare preventivamente Carige per un miliardo coprendo così gli oneri di integrazione e le attività di derisking necessarie per ripulire l’attivo. Non solo. Il prezzo della transazione viene fissato a un euro, come accaduto per altri recenti salvataggi bancari come quello delle good bank o delle popolari venete. A valle del closing Bper lancerà un’opa obbligatoria sul restante capitale della società, per un corrispettivo di 0,80 euro per azione, comprensivo di un premio del 29% rispetto al prezzo di chiusura del 13 dicembre. A offerta conclusa saranno avviate le procedure per la fusione di Carige in Bper. Se il deal andrà in porto attorno al gruppo modenese prenderà progressivamente forma quel terzo polo su cui da tempo si specula. Occorre infatti ricordare che Unipol detiene anche il 9,5% della Popolare di Sondrio che potrebbe essere il prossimo obiettivo del gruppo. L’operazione potrebbe inoltre imprimere un’accelerazione al consolidamento del settore e, in particolare, alla privatizzazione di Mps. Per ora comunque la banca senese resta concentrata sulla proroga del regime di nazionalizzazione. Venerdì 17 il cda dovrebbe approvare il nuovo piano industriale, mentre nella maggioranza tengono banco le polemiche sulla possibile sostituzione del ceo Guido Bastianini. «Ci auguriamo che la notizia sia totalmente falsa e aspettiamo una tempestiva smentita da parte del Tesoro», ha dichiarato Riccardo Fraccaro, deputato del M5s. (riproduzione riservata)
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