di Carlo Giuro
L’avvicinarsi della fine dell’anno prospetta l’idea, compatibilmente con il difficile momento sia economico che psicologico, di dotare i propri figli di un regalo utile. Secondo la recente indagine Acri-Ipsos oggi il risparmio viene sempre più vissuto come un ingrediente funzionale a una proiezione al breve-medio termine, piuttosto che come fonte di sacrificio odierno per una progettazione di lungo periodo. Proiettare l’orizzonte temporale ai prossimi dieci o venti anni infonde una forte incertezza e preoccupazione, alimentata due dimensioni attualissime: la salute e lo sviluppo economico.

Rispetto a quest’ultimo, gli italiani considerano centrale la necessità di proporre un futuro migliore e con più ampie prospettive ai giovani. Potrebbe essere allora interessante spostare la soglia psicologica temporale di investimento funzionalizzando il proprio risparmio a sostegno del futuro previdenziale dei giovani. Va infatti sottolineato come i millennials sono particolarmente esposti al rischio pensionistico, essendo compresi nel perimetro di applicazione del metodo di calcolo contributivo, per due ragioni. Primo, l’effetto del ritardato ingresso nel mondo del lavoro: come ricorda il recente studio Moneyfarm-Progetica che riporta le evidenze di un approfondimento dell’Università Bicocca di Milano, nel 1950 il 90% dei ragazzi e delle ragazze trovava il primo impiego entro i 22 anni, oggi l’età media è di 32 anni. Secondo, uno scenario di carriere discontinue e retribuzioni più basse rispetto alle generazioni precedenti. Si aggiungano poi l’effetto sul pil (fattore di rivalutazione del montante contributivo) della crisi epidemiologica e la revisione periodica dei coefficienti di trasformazione in adeguamento all’invecchiamento della popolazione.

Non a caso il presidente dell’Inps Pasquale Tridico ha sottolineato nella presentazione della Relazione annuale dell’istituto di previdenza l’opportunità di implementare una pensione contributiva di garanzia proprio con la finalità di assicurare un’adeguata misura della pensione per tutti, in particolare per i giovani. Oltre alla previsione di una soglia minima di pensione, un ulteriore strumento di tutela potrebbe consistere nel prevedere meccanismi di copertura dei buchi contributivi dovuti a carriere instabili e lavori discontinui, ferma la necessità di disincentivare eventuali comportamenti opportunistici. Potrebbe essere prevista, in aggiunta, la possibilità di valorizzare gratuitamente i periodi formativi ai fini pensionistici. Qual è il supporto previdenziale che un genitore può fornire? La via potrebbe essere quella di attivare un fondo pensione (o pip) al proprio figlio, godendo al contempo della deducibilità fiscale dei contributi versati per i familiari a carico entro il plafond annuo dei 5.164,57 euro annui. Se il genitore è un lavoratore dipendente va verificato se il proprio fondo settoriale o aziendale prevede la possibilità che aderiscano anche i famigliari a carico, per beneficiare di un livello di onerosità più basso. Tra i diversi plus a beneficio del giovane vi sono poi l’anzianità di iscrizione, che potrà risultargli utile per accedere alle anticipazioni nel momento in cui dovesse, per esempio, acquistare la prima casa, e per avere una tassazione ridotta al momento della percezione della prestazione previdenziale integrativa (il 15% si riduce dello 0,30% per ogni anno di durata superiore al quindicesimo fino a un minimo del 9%).

Volgendo lo sguardo a possibili evoluzioni normative di maggior favore va ricordata la proposta dell’Ania di azzerare l’onere fiscale sopportato dalle forme pensionistiche complementari nella fase dell’investimento delle risorse per i giovani di età inferiore ai 35 anni e un ampliamento del plafond di deducibilità, ai fini dell’Irpef, dei contributi versati dall’iscritto nell’interesse dei famigliari fiscalmente a carico, prevedendo incentivi anche per i nonni che attivino piani previdenziali per i nipoti, in maniera tale da promuovere un passaggio generazionale virtuoso del risparmio.

Va ricordato ancora il report di Perseo Sirio e The European House Ambrosetti, che suggerisce di rimodulare i plafond di deducibilità con l’obiettivo di accrescerne la flessibilità attraverso la previsione di un plafond ad hoc per i figli fiscalmente a carico e i lavoratori con disabilità e la previsione della possibilità di consentire il trasferimento ai propri figli della posizione maturata dal titolare al proprio pensionamento, in luogo della riscossione della prestazione. (riproduzione riservata)

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