di Francesco Bertolino
Senza incentivi l’auto italiana arranca. A novembre le immatricolazioni sono scese dell’8,3% rispetto allo stesso mese del 2019, fermandosi a 138.405 autovetture. Dopo il rimbalzo di settembre riconducibile in gran parte al sostegno pubblico all’acquisto e un ottobre stagnante, il mercato è tornato in rosso e pare destinato a restarci. Da inizio anno sono state vendute 515 mila auto in meno del 2019 (-29%) e, stima il Centro Studi Promotor, l’intero 2020 chiuderà con un volume di immatricolazioni inferiore a 1,4 milioni di unità. «La perdita di fatturato delle nostre aziende si attesta oggi su un valore medio di -25% rispetto al 2019», osserva Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto, l’associazione dei concessionari. «I dati sul ricorso alla cassa integrazione nel periodo gennaio-ottobre 2020 mostrano un aumento del 6.000% rispetto all’anno scorso, per un ammontare di ore autorizzate superiore ai 60 milioni». In queste condizioni, secondo le associazioni industriali, il rinnovo degli incentivi converrebbe anche alle casse pubbliche. «Con un mercato nazionale ed europeo ancora sotto pressione a causa della pandemia, negli ultimi mesi abbiamo assistito a un sensibile incremento del ricorso alla cassa integrazione da parte delle aziende automotive», sottolinea Paolo Scudieri, presidente dell’Anfia. «La situazione rischia di peggiorare se non verranno attivati nel breve interventi a sostegno della domanda e nel medio-lungo termine provvedimenti che accompagnino la transizione verde e digitale delle filiera». Qualche emendamento in tal senso è stato inserito tra le pieghe della legge di Bilancio in discussione alla Camera. Sul punto, però, non c’è intesa nella maggioranza di governo. «Auspichiamo un rinnovo degli incentivi allo svecchiamento del parco auto per contrastare le attuali condizioni di recessione e una maggior detraibilità dell’Iva per vetture aziendali, misura già in atto nei maggiori Paesi europei», ha fatto sapere Michele Crisci, presidente dell’associazione dei costruttori esteri (Unrae).
Tornando ai dati di novembre, Fiat-Chrysler ha ottenuto risultati in controtendenza rispetto al mercato: il Lingotto ha immatricolato 34.566 vetture, l’1,4% in più rispetto allo stesso mese del 2019. Il balzo del Lingotto è figlio della performance di Jeep che ha incrementato le vendite del 18% superando le 7.000 unità vendute. Sono invece in leggero calo (-2,4% a circa 20mila) le immatricolazioni mensili del gruppo Peugeot. Nell’insieme Fca e Psa, prossime a fondersi in Stellantis, hanno conquistato a novembre oltre il 39,5% del mercato auto italiano. Tesla, infine, ha pressoché raddoppiato le vendite mensili, passando in novembre da 136 a 263 veicoli immatricolati. (riproduzione riservata)
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