Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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Appena tre aziende italiane su 100 prendono in considerazione l’idea di riportare la produzione nella penisola come prima scelta nella loro strategia per rivedere le catene di forniture nell’epoca post-Covid. E la percentuale sale di poco, al 6%, se non si parla di prima scelta ma delle prime tre opzioni a disposizione dei manager. Un dato distante dal seppur basso 10-15% di aziende che puntano al reshoring, tra le quasi 1.200 intervistate da Euler Hermes negli Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania e Italia per capire come affrontare l’interruzione della supply chain a causa della pandemia di Covid-19.
L’ascesa della salute al primo posto delle priorità pubbliche e personali è una delle conseguenze più evidenti e accertate della pandemia. Ne è un segno evidente, tra gli altri, anche la crescita del numero di nuove polizze salute sul mercato assicurativo, alcune delle quali nate e pensate proprio in chiave anti Covid. Molti i grandi nomi delle compagnie impegnate su questo fronte. I pacchetti pensati per il momento offrono, in genere, teleconsulti medici attivabili 24H, una diaria in caso di ricovero ma anche indennizzi per quei clienti che, colpiti dal Covid, sono costretti a trascorrere un periodo di degenza nel reparto di terapia intensiva.
Per fare qualche esempio, UnipolSai offre gratuitamente ai suoi 10 milioni di clienti una copertura sanitaria UniSalute per far fronte alle possibili conseguenze del Covid-19. L’iniziativa prende il nome di #UniSalutePerTe e conferma la volontà del Gruppo Unipol di essere sempre al fianco dei propri clienti. #UniSalutePerTe, attivabile tramite l’app UnipolSai, offre gratuitamente una specifica copertura sanitaria per il Covid-19 che prevede, per esempio, teleconsulto medico attivo H24 e videoconsulto medico specialistico, 100 euro al giorno di indennità da ricovero fino a 14 giorni e 2.000 euro di indennità post ricovero in terapia intensiva.
Questo è solo il primo dei servizi a disposizione attraverso un’esperienza totalmente digitale, semplice e intuitiva. A questo si aggiunge la possibilità di richiedere immediatamente una consulenza medica telefonica o in videochiamata all’orario preferito e un medical concierge per prenotare prestazioni e richiedere un codice sconto per accedere alle prestazioni a tariffe agevolate. Una parte del servizio è aperto inoltre anche al pubblico generico, accessibile dall’App MyAXA o dal sito www.AXA.it. In particolare si tratta della valutazione dei sintomi, con relativi indicazioni e suggerimenti personalizzati sui passi successivi da seguire per prendersi cura della propria salute.
Le reti di consulenza finanziaria sono arrivate ad affrontare la pandemia del 2020 forti di un decennio di crescita e anche durante i lockdown l’industria si è mostrata capace di attrarre nuovi flussi di investimenti, con la raccolta netta totale che da inizio anno è cresciuta del 5% (e del 2% solo nel comparto dei fondi comuni). Numeri emersi ieri nel corso di Consulentia2020, organizzata da Anasf. Il primo evento Consulentia con Luigi Conte alla presidenza dell’associazione dei consulenti finanziari per la prima volta si è tenuto in modalità completamente digitale, con più di 650 persone connesse alla piattaforma. «Questa prima edizione digitale ci ha consentito di raggiungere i colleghi per dare ancora una volta il nostro contributo in termini concreti rispetto a un anno complesso e articolato», ha commentato Conte. In questi mesi difficili «oltre il 70% dei consulenti finanziari ha intensificato le comunicazioni con i propri clienti», ha spiegato Cristina Catania, partner di McKinsey & Company presentando l’indagine che ha fotografato le prospettive di evoluzione del settore «e circa l’80% delle interazioni è avvenuto tramite canali remoti». Cambiamenti che, a detta degli stessi consulenti, promettono di diventare strutturali.
La pandemia non ha modificato soltanto le abitudini di lavoro e la vita sociale degli italiani. Anche il loro stile di investimento è mutato radicalmente e nelle settimane più dure del lockdown, tra fine febbraio e inizio aprile scorsi, gli investitori tricolori hanno cominciato a fare qualcosa di insolito per loro: comprare azioni. Se il rapporto tra acquisti e vendite era stato per tutto il 2019 sbilanciato in favore di queste ultime (si veda la tabella), le sei settimane successive allo scoppio della pandemia hanno mostrato un rovesciamento dei ruoli, con un saldo positivo per 4,5 miliardi di euro e un picco di nuovi investitori superiore alle 4 mila unità. A rivelarlo è la nuova edizione del rapporto Consob sulle scelte d’investimento delle famiglie italiane, presentata ieri via webinar dalle curatrici Nadia Linciano, Paola Soccorso e Monica Gentile con la partecipazione del commissario dell’authority Carmine Di Noia, Magda Bianco (Bankitalia), Delphine Leroy (Commissione Ue), Chiara Monticone (Ocse), Paolo Sironi (Ibm) e la moderazione del direttore di MF-Milano Finanza Roberto Sommella.
  • Bankitalia: sofferenze -14,1% a ottobre
A ottobre le sofferenze bancarie sono diminuite del 14,1% sui 12 mesi (in settembre -14,3%). Lo ha reso noto ieri Bankitalia aggiungendo che la variazione può risentire dell’effetto di operazioni di cartolarizzazione. Sempre a ottobre i prestiti al settore privato sono cresciuti del 4,2% (+3,8% in settembre). I prestiti alle famiglie sono aumentati del 2,1% (come in settembre) mentre quelli alle società non finanziarie del 7,4% (da 6,8%). I depositi del settore privato sono cresciuti del 10,2% (contro l’8,3% in settembre); la raccolta obbligazionaria è diminuita dell’8,5% (-5,9% in settembre). In ottobre i tassi di interesse sui prestiti erogati alle famiglie per l’acquisto di abitazioni si sono collocati all’1,62% (1,61% in settembre), mentre quelli sulle nuove erogazioni di credito al consumo al 7,76%, in flessione rispetto al 7,89% del mese precedente. I tassi sui nuovi prestiti alle società non finanziarie sono stati stabili all’1,29%, come a settembre, quelli per importi fino a 1 milione di euro sono stati pari all’1,78%, mentre i tassi sui nuovi prestiti di importo superiore a tale soglia si sono collocati allo 0,99%. I tassi passivi sul complesso dei depositi sono stati pari allo 0,32% (0,33% in settembre).
  • Credem punta 5 milioni sui laser per correggere la vista
Il gruppo italiano leader delle cliniche oculistiche, Vista Vision, è entrato nell’orbita di Elite e Credem Venture Capital. I due fondi gestiti da Credem Private Equity sgr, guidata dai due ad Maurizio Esposito e Daniele Molinaro, hanno infatti rilevato il 30% dell’azienda per 5 milioni di euro. Si tratta della seconda operazione dopo quella effettuata a inizio novembre assieme ad altre realtà come Cdp Venture Capital sgr, B Holding e Primomiglio sgr su Brandon Group, specializzata in e-commerce. Ulteriori investimenti potrebbero arrivare nei prossimi mesi, in particolare nei comparti biomedicale, alimentare e digital. Grazie a quasi 15 mila interventi effettuati da gennaio, VistaVision chiuderà il 2020 con un fatturato di circa 18 milioni, in linea con i ricavi dello scorso anno. Secondo quanto ha spiegato a MF-Milano Finanza il coordinatore dell’area WM del Credem, Paolo Magnani, la nuova target «è un network di cliniche private specializzate in chirurgia refrattiva con l’utilizzo di diverse tecnologie laser che, ne siamo certi, incontreranno una diffusione crescente nei prossimi anni». «Pensiamo che questo sia il momento giusto per compiere un ulteriore salto di qualità», hanno aggiunto i fondatori di Vista Vision, Mario Salmeri e Stefano Zanchi. L’apporto di capitali freschi aiuterà l’azienda milanese ad accrescere la presenza in Italia e in Europa, oggi limitata alla Romania.

Una apertura di credito fino al 50% del valore degli interventi per una durata massima di 18 mesi. Il finanziamento potrà essere erogato a fronte dell’impegno alla cessione del credito di imposta maturato per effetto delle opere realizzate, nonché dell’apertura di un conto corrente, esente da spese, intestato all’associato. E agli associati una soluzione per l’acquisto dei crediti fiscali, attraverso la quale il cliente trasferisce alla banca il credito d’imposta, ottenendo il pagamento del corrispettivo in via anticipata a un prezzo di acquisto concordato. Banca Monte dei Paschi di Siena e Associazione nazionale costruttori edili (Ance) hanno siglato un accordo che comprende soluzioni dedicate agli associati per massimizzare l’efficacia degli incentivi previsti dal decreto Rilancio (Superbonus 110% e altri Bonus Edilizi) e favorire il rilancio del comparto edilizio. La banca (analoghe iniziative sono state adottate nei mesi scorsi da altri istituti) mette a disposizione delle imprese Ance un pacchetto di misure per incentivare gli interventi di ristrutturazione, riqualificazione energetica e riduzione del rischio sismico degli immobili. In particolare è prevista, a condizioni particolarmente competitive, In campo anche un panel di advisor specializzati nelle attività di asseverazione tecnico-amministrativa, e la consulenza di EY per i servizi di natura fiscale richiesti dalla normativa, con l’assistenza di call center specialistici e una piattaforma di supporto nelle fasi di raccolta documentale e nel processo di certificazione e cessione del credito.
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Le scelte economiche inopportune, compiute dall’amministratore, non costituiscono fonte di responsabilità nei confronti della società amministrata. È quanto si evince dalla sentenza della Corte di Cassazione n.25056 depositata il 09/11/2020 (si veda ItaliaOggi del 16 novembre scorso). In particolare, un amministratore di una società aveva continuato a concedere credito ad un cliente (una farmacia) già in grave ritardo coni pagamenti, e confidava nella riscossione dei crediti che la farmacia vantava da parte dell’Asl e nella fidejussione prestata dalla moglie del creditore. La ex società amministrata, considerava la condotta dell’amministratore come fonte di responsabilità contrattuale, per l’assoluta irragionevolezza e l’abnorme apertura di credito verso un cliente notoriamente in difficoltà finanziaria. La società ricorrente, evidenziava che il trattamento di favore riservato al cliente poi fallito, presentava profili di assoluta anomalia e comunque di specificità in senso qualitativo e quantitativo, che lo rendevano non equiparabile ai rapporti commerciali con le altre farmacie, per le quali si discuteva degli oneri finanziari determinati dalla tolleranza di eccessive dilazioni. Pertanto, la condotta posta in atto dall’amministratore , il quale aveva mostrato tolleranza per gli inadempimenti del cliente, continuando a rifornire lo stesso di quantitativi sempre più ingenti di merce, doveva considerarsi avventata, considerando la situazione di difficoltà finanziaria in cui versava il cliente. La ricorrente quindi chiedeva la condanna al risarcimento del danno dell’amministratore.
  • Covid, italiani rialzisti
Durante il lockdown della scorsa primavera, nelle settimane di maggiore volatilità a seguito dello scoppio della crisi, l’operatività degli investitori retail italiani sui titoli domestici ha mostrato una netta prevalenza degli acquisti sulle vendite: è quanto emerge dal rapporto Consob sugli investimenti delle famiglie. Se il 2019 aveva visto una netta prevalenza di vendite, con operazioni settimanali per circa 100 milioni di euro, tra il 24 febbraio e il 3 aprile si è verificata una netta prevalenza degli acquisti, con un saldo di 4,5 miliardi. L’indagine evidenzia che il Covid ha inciso sui patrimoni famigliari e ne ha cambiato le abitudini anche sul fronte degli investimenti. È diminuita la ricchezza delle famiglie, che continuano però ad avere un basso livello di indebitamento nel confronto europeo, mentre crescono il risparmio a livello precauzionale e la propensione alla liquidità. In salita la vulnerabilità finanziaria. Il tasso di risparmio, dopo essersi attestato a un valore di poco superiore al 10% nel 2019, dovrebbe aumentare quest’anno di oltre sei punti percentuali a scopo precauzionale. Si conferma una tendenza, affermatasi nell’ultimo decennio, che ha visto diminuire il peso di azioni e obbligazioni e rafforzarsi la quota di prodotti assicurativi e previdenziali e di liquidità. In aumento anche la quota di titoli oggetto di consulenza, che ha raggiunto il 90% per derivati e quote di fondi comuni.
  • Immobile storico a Cattolica
Cattolica immobiliare (gruppo Cattolica assicurazioni) accresce il patrimonio in gestione con l’acquisizione, da parte del Fondo Girolamo, di un edificio storico a uso direzionale nel pieno centro di Roma. L’immobile, ceduto dal Fia Due Fondo Portafoglio gestito da Kryalos sgr, è composto da due edifici e si sviluppa su sette piani per una superficie complessiva di 13 mila metri quadrati. Il patrimonio diversificato del Fondo Girolamo, specializzato in uffici core a reddito, supera ora i 120 milioni di euro. «Seppure rallentato dalla pandemia, il real estate è un mercato in grado di offrire opportunità interessanti per investitori professionali agili, preparati e con una strategia di lungo termine», ha commentato Salvatore Ciccarello, a.d. di Cattolica immobiliare. «Siamo molto orgogliosi di questa operazione, grazie alla quale abbiamo apportato al Fondo Girolamo un altro immobile di valore, questa volta in una posizione strategica nel centro storico della capitale».

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  • Risiko, Banco Bpm e Bper sulla strada della fusione
In attesa del nuovo amministratore delegato di Unicredit  e del piano industriale di Mps previsto per il 17 dicembre che definirà anche la necessità di capitale per Siena, i fari si spostano su Bper e BancoBpm, le altre protagoniste del risiko bancario. Ieri un possibile matrimonio tra le due ex popolari è stato rilanciato dall’agenzia Reuters: BancoBpm e Bper starebbero considerando una fusione con l’obiettivo di arrivare a un accordo nella prima metà del 2021, secondo tre fonti. I tempi in teoria ci sarebbero, dato che il ceo di Bper, Alessandro Vandelli, ha detto di voler per il momento concentrarsi sull’integrazione delle filiali ex Ubi. E ci vorranno circa tre-sei mesi. Ma è possibile che si vada verso un’accelerazione, come è sembrato cogliere dalle dichiarazioni del ceo di BancoBpm, Giuseppe Castagna e soprattutto dal numero uno di Unipol Carlo Cimbri — primo azionista di Bper con il 20% — che ha definito «affascinante» l’idea dell’integrazione: nascerebbe un gigante italiano da 300 miliardi di attività. Anzi le parole di Vandelli la scorsa settimana sono apparse quasi di frenata rispetto a Cimbri.

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  • Effetto virus sul risparmio le azioni si trasformano in un bene rifugio
La pandemia ha accentuato la fragilità finanziaria degli italiani, ma ha anche spinto i risparmiatori a guardare con più attenzione alla Borsa. Inoltre, la cultura finanziaria è lievemente salita negli ultimi due anni, ma non è certo a livelli eccelsi: tuttora solo una risposta su due è giusta e meno di un quinto del campione sa quanto tempo dovrà lavorare per andare in pensione. La fotografia è stata scattata dall’ormai consueta indagine Consob sull’Approccio alla finanza e agli investimenti delle famiglie italiane. L’elemento caratterizzante quest’anno è stato lo scoppio della pandemia. Su un campione di quasi 3.330 soggetti, poco meno di un terzo (il 30%) ha dichiarato di non essere in grado di far fronte ad una spesa imprevista di mille euro, nonostante il timore per il futuro sia il pensiero predominante nelle scelte finanziarie (il 42% di chi risparmia lo fa proprio per fronteggiare eventi imprevisti). Il 38% degli intervistati risparmia regolarmente nonostante una significativa quota (il 31%) abbia registrato una riduzione del proprio reddito e dall’inizio della crisi oltre un terzo del campione (il 35%) ha ridotto le spese e un 14% ha attinto ai propri risparmi. Quasi un intervistato su due (il 47%) ha contratto un debito; per la casa, ma anche per le spese correnti. Ciò nonostante gli italiani, che pure hanno visto lievemente calare la ricchezza finanziaria, continuano comunque ad avere un più basso livello di indebitamento nel confronto europeo mentre il tasso di risparmio, dopo essersi attestato a un valore di poco superiore al 10% nel 2019, dovrebbe aumentare nell’anno in corso di oltre 6 punti percentuali.

  • Covid e quota 100, in pensione altri 27.600 prof