di Anna Messia
Il 2020 è stato un anno decisamente positivo per le assicurazioni che operano nel settore auto. Il lockdown ha tagliato la circolazione e ridotto gli incidenti, con un risparmio per le compagnie calcolato dall’Ivass in circa 1,3 miliardi di euro tra febbraio e settembre. Ma l’anno prossimo si preannuncia pieno di insidie perché la crisi economica provocata dalla pandemia rischia di far crollare le vendite delle auto e quindi delle nuove polizze e perché i prezzi dei pezzi di ricambio stanno già iniziando ad aumentare al ritmo del 10%. Considerazioni che arrivano da Costantino Moretti, responsabile delle attività internazionali di Admiral, gruppo assicurativo leader nel Regno Unito per le polizze auto e moto e presente in Italia con ConTe.it. Il manager, dopo aver avviato il decollo delle attività italiane nel 2007, dallo scorso aprile per conto di Admiral ha assunto in coordinamento non solo dell’Italia ma anche di Francia, Spagna e Stati Uniti per un totale di 1,5 milioni di clienti e 700 milioni di premi, di cui circa un terzo nella Penisola. «Negli Stati Uniti c’è stato un shock tra maggio e giugno con pesanti licenziamenti e le compagnie che hanno restituito ai clienti buona parte dei risparmi per il blocco della circolazione. Poi il mercato si è assestato su una buona redditività», spiega, aggiungendo che i rischi maggiori sembrano essere in Europa. «Se quest’anno le assicurazioni europee che operano nell’auto hanno beneficiato del calo dei sinistri, le incognite all’orizzonte sono numerose», dice, sottolineando che i prezzi delle polizze stanno continuando a calare ma il costo dei sinistri sta invece salendo. «Da una parte, risentono del fatto che le grandi società di ricambi auto sono soprattutto asiatiche e sono state colpite dalla pandemia», segnala Moretti. «Dall’altra, i riparatori stanno alzando le tariffe per tentare di recuperare il calo del fatturato dei mesi scorsi». Una catena del valore su cui gli assicuratori difficilmente possono intervenire. «Non si può frenare la competizione dei prezzi o l’aumento del costo dei sinistri», aggiunge Moretti, che vede invece una possibile soluzione nell’innalzamento del livello di servizio da parte delle compagnie, «con i clienti che in questi mesi hanno apprezzato l’efficienza degli strumenti tecnologici», e questo vale per l’Italia come per gli altri mercati europei. Di certo Admiral, che ha chiuso il primo semestre con profitti record per 286,7 milioni di sterline (+30%), è pronta a investire oltreconfine, non temendo la Brexit. Ieri il gruppo ha lanciato in Italia la prima polizza non auto, dedicata agli animali domestici. Si tratta di un «primo passo verso la diversificazione del business», ha commentato Antonio Bagetta, amministratore delegato di ConTe.it. (riproduzione riservata)
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