L’idea arriva dal senatore del Movimento 5 Stelle Sergio Puglia, che è anche presidente della commissione parlamentare per il controllo sull’attività degli enti previdenziali: per stimolare la ripresa dell’economia, sostenendo le piccole e medie imprese, si può far ricorso alle enormi risorse della previdenza complementare. L’intenzione sarebbe pertanto quella di introdurre un credito d’imposta, anche cedibile sul mercato a banche e ad altri intermediari finanziari, pari al 40% dell’ammontare dell’investimento effettuato da parte degli enti e delle altre forme pensionistiche complementari, in azioni, in quote di partecipazione, obbligazioni e titoli di debito, emessi da pmi nel limite del 2% del loro patrimonio dell’ente pensionistico e con un vincolo di durata dell’investimento di almeno cinque anni.
La novità è contenuta in un emendamento alla legge di Bilancio in discussione in queste ore alla Camera, a firma della deputata di M5S, Teresa Manzo, che è anche vicepresidente alla Camera della Commissione Enti Gestori. Nei giorni scorsi Puglia ha incontrato i rappresentati del settore della previdenza integrativa, che da parte loro guardano molto positivamente all’iniziativa. La proposta, che aderisce perfettamente alla realta delle casse professionali di primo pilastro, consentirebbe loro di avviare un processo di diversificazione degli investimenti verso l’economia reale. Percorso che per molti esponenti del settore è indispensabile per cercare di conservare un fusso di rendimenti in una fase di tassi a zero sul fronte dell’obbligazionario. (riproduzione riservata)
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