di Roberto Miliacca
L’emergenza Coronavirus ha fatto schizzare alle stelle il numero di attacchi informatici subiti dalle aziende, passati, nel mondo, dai 200 al giorno registrati prima della pandemia agli oltre 5 mila quotidiani di questi mesi. Solo a giugno 2020, il numero dei reati informatici ai danni delle imprese ha fatto registrare un aumento superiore al 250%. L’84% degli attacchi informatici ha riguardato attività di phishing. Insomma, quello che era iniziato come un problema di sicurezza sanitaria si è trasformato progressivamente per le aziende in un problema di sicurezza informatica, soprattutto a causa dell’utilizzo, sempre più diffuso, della modalità lavorativa dello smart working, che ha messo in risalto i rischi e la vulnerabilità delle infrastrutture tecnologiche delle imprese. Il tema della difesa dai cyber attacchi sta diventando così centrale per la vita delle aziende che molte di loro hanno capito l’importanza non solo di affrontare gli attacchi, quando avvengono, ma soprattutto di prevenirli. È per questo che, a fronte di investimenti sulla digitalizzazione, molte società stanno facendo crescere anche gli investimenti in sicurezza informatica rivolti a consulenti esperti in sicurezza dei dati e cybersecurity. La conferma della crescita dell’interesse su questi temi da parte delle imprese arriva direttamente dagli studi legali che si sono specializzati nel settore, e che Affari Legali ha sentito questa settimana. Tutti convinti dell’importanza di puntare sulla sicurezza, ma anche della complessità e interdisciplinarietà della materia tra più settori, non solo di diritto puro.
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