È«boom» di pensionati tra i «camici bianchi», nella stagione (fragilissima) della pandemia, in cui la loro carenza assume contorni preoccupanti: dal 2014 al 2020 la percentuale dei medici di famiglia andati in quiescenza segna +290%, in incessante ascesa (da 898 a 3.500, nel periodo esaminato). Più bassa, ma non meno sostanziosa, la quota di specialisti ambulatoriali nella schiera dei percettori di trattamenti previdenziali, giacché, sempre dal 2014, sono incrementati del 182% (da 411 a 1.160). È la fotografia scattata dall’Enpam, la più grande Cassa italiana, quella dei medici e degli odontoiatri (in totale 371.465 iscritti attivi e 124.417 in pensione nel 2019, mentre nel 2018 erano rispettivamente 366.084 e 116.198), che certifica, con dati aggiornati al 10 novembre, pure l’incremento degli associati della «Quota B» (che esercitano la libera professione) a riposo, pari a +183%, con un balzo dalle 1.909 unità del 2014 alle 5.400 attuali. Procede verso il picco, dunque, la «gobba» legata alla «numerosa coorte dei medici nati negli anni ‘50», fenomeno centrato sul «fondo dei colleghi convenzionati, mentre per i liberi professionisti, la cui gestione è nata nel 1990», l’acme giungerà negli anni successivi, quando i primi iscritti avranno 35 anni di anzianità contributiva», dice a ItaliaOggi il presidente Alberto Oliveti, chiarendo che l’Ente, «preparato a tali scenari», sta accantonando «riserve necessarie a far fronte ad anni in cui la spesa per pensioni sarà ai massimi storici». Tuttavia, «ci chiediamo se abbia ancora senso pretender per legge che le Casse mantengano un livello di capitalizzazione così elevato: sarebbe meglio», suggerisce, «allentare i vincoli per aiutare i professionisti ora». In piena crisi pandemica. Nel 2021, recita il Bilancio previsione varato dall’Assemblea nazionale, l’Enpam conseguirà un avanzo di circa 470 milioni, col «maggior apporto che proverrà dagli investimenti (372 milioni)». Le entrate stimate saranno di circa 2,8 miliardi (in calo per effetto del virus), a fronte di prestazioni per circa 2,6 miliardi, con «un saldo positivo pari a 215 milioni». Intanto, 78.110 associati danneggiati dal Covid hanno incassato il «bonus» straordinario Enpam fino a 3.000 euro, cui se ne sommano «1.002 che hanno beneficiato dell’indennità di quarantena» (ed altri 528 casi verranno liquidati appena ricevuta la documentazione), mentre il sussidio statale da 600/1.000 euro per tre mensilità introdotto dal decreto «Cura Italia» (18/2020), anticipato dall’Ente, è stato accreditato a quasi 43.000 «camici bianchi».
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