di Luca Gualtieri
Banco Bpm divorzia da Cattolica nell’alleanza bancassicurativa e rimuove così un ostacolo sulla strada di una fusione con Bper. Ieri il gruppo guidato da Giuseppe Castagna ha annunciato l’esercizio dell’opzione call sul 65% detenuto da Cattolica nelle joint venture Vera Vita (che detiene il 100% della compagnia assicurativa irlandese Vera Financial Dac) e Vera Assicurazioni (che detiene il 100% di Vera Protezione). La decisione era stata anticipata da MF-Milano Finanza e viene ricondotta all’ingresso di Generali nel capitale della compagnia veronese e quindi alla clausola sospensiva di cambio di controllo. «Nella propria comunicazione», spiega una nota, «Banco Bpm ha anche precisato, formulando ogni riserva al riguardo, di non aver avuto accesso, nonostante ripetute richieste formulate a Cattolica, alla documentazione relativa all’ingresso di Generali nel capitale di Cattolica ed ai connessi accordi industriali avendo peraltro Cattolica sin qui contestato, nella corrispondenza intercorsa, che si sia verificato un cambio di controllo». La decisione viene comunque contestata da Verona che ritiene inapplicabile la clausola a una cooperativa visto che il principio del voto capitario sterilizza di fatto il peso dei grandi azionisti. «La posizione assunta da Banco Bpm», spiega la compagnia in una nota, «è del tutto priva di fondamento, sotto ogni profilo, non trovando riscontro in alcuna previsione né di legge né di contratto come attestato da autorevoli pareri legali indipendenti e dagli orientamenti espressi dalle autorità di Vigilanza, in particolare col provvedimento di autorizzazione rilasciato da Ivass all’ingresso di Generali nel capitale», conclude Cattolica che si riserva ogni azione a tutela della propria posizione anche sul piano risarcitorio e reputazionale.
Nel frattempo il Banco ha valutato l’acquisto della quota 335,7 milioni circa sulla base del dato disponibile al 30 giugno 2020. «Gli impatti a breve sul capitale», spiega l’istituto, «sono alternativamente stimati in 5 punti base ovvero 60 punti base, a seconda che sia o meno autorizzata l’applicazione del cosiddetto Danish Compromise, e sarebbero pienamente sostenibili tenuto conto sia dell’attuale elevato ammontare del Cet 1 della banca sia delle possibili opzioni di valorizzazione della partecipazione», conclude la nota.
Il divorzio da Cattolica viene letto da molti come un’ulteriore accelerazione sulla strada di una fusione che Banco Bpm insegue da tempo. Se il blitz di Intesa Sanpaolo su Ubi ha privato il gruppo del suo partner naturale, già prima dell’estate Castagna (assistito dal team italiano di financial institution di Lazard coordinato da Massimo Pappone) ha iniziato a sondare il mercato in cerca di alternative. Con il Crédit Agricole concentrato sull’opa sul Creval, le opzioni non sono molte. Una era certamente Unicredit anche se il gruppo di piazza Gae Aulenti (momentaneamente alla ricerca di un nuovo ceo) sembra indirizzato verso un matrimonio con il Montepaschi privatizzato. L’unica alternativa sarebbe un’operazione con Bper che Carlo Cimbri, ceo di Unipol e primo socio dell’istituto modenese al 20%, ha recentemente definito «affascinante». Il gruppo modenese guidato da Alessandro Vandelli si è più volte avvicinato e allontanato da Piazza Meda, come sa bene chi ricorda l’abortita fusione del 2007. Oggi però l’ipotesi di un nuovo fidanzamento non viene scartata, anche perché, se è vero che Bper è impegnata nell’acquisto delle 532 filiali di Intesa-Ubi, il gruppo partecipato da Unipol ha l’ambizione di crescere ancora e Banco Bpm potrebbe essere un target molto interessante. Eliminando l’ostacolo di un altro partner assicurativo, il divorzio con Cattolica rende insomma ancora più concreta l’ipotesi di un matrimonio che potrebbe entrare definitivamente nel vivo nei primi mesi del prossimo anno.
Sui futuri assetti del sistema bancario ieri ha ragionato anche il ceo di Intesa Sanpaolo Carlo Messina: «Credo che oggi il sistema bancario sia molto migliore rispetto al passato e le condizioni strutturali siano tali da poter affrontare un incremento delle sofferenze nel corso del 2021», ha spiegato il banchiere a margine di un evento. (riproduzione riservata)
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