Le prestazioni di welfare erogate nel 2019 dalle Casse previdenziali private sono state di 7 miliardi di euro. Oltre un miliardo di euro è stato anticipato dagli Enti di previdenza privati per pagare il reddito di ultima istanza al 47% dei propri iscritti.

E’ quanto emerge dal rapporto annuale presentato da Adepp, l’associazione che raggruppa gli enti previdenziali ed assistenziali privati. Il presidente Alberto Oliveti ha spiegato che “i bonus pubblici da 600/1000 euro introdotti dal decreto Cura Italia sono stati richiesti da 513.882 professionisti associati, poco meno della metà dei quali (242.569) sono donne”.

I professionisti iscritti alle Casse di previdenza private erano 1,7 milioni a fine 2019, in leggera flessione (-0,3%) rispetto all’anno precedente, ma in crescita del 27,82% sul 2005.

La media reddituale dei professionisti iscritti era pari a 35.541 euro (-0,1% su anno).

Il decimo rapporto curato dal Centro studi di Adepp disegna un sistema che si fa carico totalmente delle difficoltà economiche, occupazionali dei propri iscritti nonostante debba fare i conti con problemi di portata globale.

Innanzitutto, i giovani professionisti guadagnano meno dei colleghi senior, le donne meno degli uomini e quelli che risiedono nel Sud Italia meno di quelli del Nord e del Centro. Negli ultimi 14 anni, il reddito nominale dei liberi professionisti è aumentato del 2,4% mentre quello reale è sceso di quasi il 14%. Pressoché stabile resta invece il reddito nell’ultimo anno di analisi.

I liberi professionisti “under 40” guadagnano un terzo dei loro colleghi over 50.

I professionisti nel Mezzogiorno dichiarano un reddito del 50% inferiore ai colleghi del Nord mentre i professionisti del centro Italia dichiarano il 20% in meno.

“Queste tendenze sottolineano la necessità di investire con politiche che sostengano il lavoro e i redditi dei professionisti”, dice Oliveti. “La previdenza infatti comincia dal lavoro. Se non si rafforzano i redditi, i giovani e le donne, specie al Sud, rischiano di non potersi costruire pensioni adeguate”.

Il calo demografico, la crisi economica e pandemica, la mancanza di uno sviluppo tecnologico rispondente alle necessità e alle richieste del mercato, l’abbandono della professione o l’entrata sempre più tardiva nel mondo del lavoro, la discontinuità occupazionale, hanno costretto le Casse di previdenza da una parte a mettere in campo sempre più azioni di sostegno e dall’altra a rivedere le proprie politiche tese a garantire la sostenibilità di lungo termine.

Un dato su tutti: il numero di prestazioni, negli ultimi 14 anni, ha registrato un + 70% e gli importi erogati un +95%. Solo nel 2019 sono stati 7 i miliardi erogati in prestazioni.

Nel corso del 2021 sarà opportuno monitorare l’evolversi delle azioni prioritarie individuate dalla Commissione europea, in particolare la transizione digitale, l’economia al servizio delle persone, il Green Deal europeo per i riflessi sulle professioni tecniche interessate allo sviluppo sostenibile.

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