La formula del noleggio piace sempre di più alle aziende e ha ancora margini di crescita, a dispetto dell’ipotesi dell’introduzione di una tassa che colpirebbe proprio questi veicoli e che potrebbe entrare nella manovra di bilancio.
È positivo infatti il Barometro delle Flotte Aziendali 2019, indagine annuale realizzata dall’Arval Mobility Observatory che, da oltre 14 anni, monitora le tendenze e anticipa le evoluzioni delle scelte di mobilità professionale in Europa e in Italia. L’edizione 2019 ha coinvolto 12 Paesi europei con quasi quattromila interviste, di cui 300 in Italia, rivolte ai manager delle flotte di aziende appartenenti a diversi settori, di differenti dimensioni sia sotto il profilo del numero di dipendenti sia del numero di mezzi gestiti.
I vantaggi della locazione dell’auto, così come dei veicoli commerciali, sono innanzitutto il fatto che si tratta di una soluzione che consente di non immobilizzare capitale. Quindi, l’opportunità che il noleggio offre alle aziende per l’ottimizzazione dei costi di gestione e per la riduzione dell’impatto ambientale delle flotte, in coerenza con le proprie politiche in tema di sostenibilità.
In Italia i parchi auto risultano più piccoli di quelli europee: il 76% conta su meno di dieci veicoli (percentuale superiore di 18 punti rispetto alla media europea), il 4% è al di sotto di cinquanta e il 20% ha meno di cento auto.
Inoltre l’età media dei veicoli, pari a 7,6 anni, si è allungata di un anno rispetto alla precedente rilevazione ed è di 1,6 anni più alta rispetto alla media del Vecchio Continente, a causa del difficile contesto economico che determina appunto il rinvio del rinnovo dei mezzi.
Previsioni
Chi gestisce la mobilità in azienda ritiene che la propria flotta sia destinata a crescere soprattutto ricorrendo al noleggio come fonte di finanziamento. La locazione a lungo termine rimane un’opzione più diffusa tra le aziende grandi e molto grandi con una percentuale rispettivamente del 40% e del 63% del campione. Le aziende piccole e medie fanno ricorso al noleggio solo nell’8% e nel 15% dei casi.
Il 23% delle società intervistate ha affermato di voler avvicinarsi al renting nei prossimi tre anni per la gestione della propria flotta. In Europa questa percentuale sale al 38%, un gap dunque di una quindicina di punti dovuto, sottolinea il Barometro, al mancato allineamento dell’Italia dal punto di vista del trattamento fiscale dell’auto, agli standard continentali. In tema di scelta di motorizzazioni, il diesel rimane la soluzione preferita nel mondo imprenditoriale per le lunghe percorrenze, ma aumenta l’attenzione verso le auto elettriche e ibride, non solo a causa dei cambiamenti normativi e dalle restrizioni degli accessi nelle aree urbane, ma anche per la maggiore attenzione riservata dalle aziende ai temi di corporate social responsability.
Le aziende più grandi sono quelle più propense a dotarsi di veicoli allestiti con gli strumenti di telematica, garanzia di maggior di sicurezza: quelle con oltre mille dipendenti scelgono infatti di inserire le scatole nere nel 31% dei casi, cinque punti percentuali in più rispetto allo scorso anno, quelle con oltre cento dipendenti per il 17% del campione, in aumento di sette punti percentuali. Anche perché i timori legati alla privacy, un tempo un ostacolo alla diffusione della telematica, risultano in diminuzione (preoccupano solo il 26% degli intervistati, sei punti in meno del 2018 e 24 punti in meno rispetto al 2017). Aziende e autisti comprendono meglio i vantaggi che la telematica garantisce nella gestione della flotta, come ad esempio la geolocalizzazione per poter intervenire in caso di bisogno, per prestare soccorso o per individuare un mezzo rubato.
Nell’era della diffusione del car sharing, di forme alternative di mobilità basate più sul concetto di utilizzo che di proprietà dell’auto, tante aziende hanno infine colto, al pari dei privati, le opportunità di questa rivoluzione: i gestori di flotta delle società di grandi dimensioni guardano oggi alla mobilità alternativa nel 38% dei casi, mentre il resto delle aziende lo fa nel 20% dei casi, una percentuale più bassa dovuta al fatto che queste realtà devono gestire parchi auto meno complessi.
Tecnologia made in Italy
«Così aiutiamo la telematica a salire a bordo»
L’automobile del prossimo futuro sarà connessa, condivisa, elettrica e a guida autonoma. Perché questo avvenga un ruolo centrale è già svolto oggi, e lo sarà sempre di più, dalle nuove tecnologie e in particolare dalle innovazioni portate sul mercato dall’Internet delle cose.
Partendo da questa considerazione, Targa Telematics, società che ha sede centrale a Treviso, è attiva da 20 anni in Italia e all’estero con un’ampia gamma di soluzioni di mobilità intelligente rivolte agli attori dell’automotive, dalle società di noleggio alle compagnie assicurative, dalle case automobilistiche alle aziende con grandi flotte e alle società di finanziamento. «Targa Telematics si propone come partner di lungo periodo dei clienti analizzandone il modello di business, i processi e l’organizzazione con l’obiettivo di studiare insieme le migliori soluzioni che portino un valore tangibile, continuo e misurabile — spiega l’amministratore delegato Nicola De Mattia —. In questo modo siamo in grado di fornire loro i più avanzati strumenti di gestione della flotta, di modo che le aziende possano monitorare in tempo reale lo stato dei veicoli e le modalità di utilizzo, pianificare le manutenzioni grazie ad alert predittivi, tenendo così sotto controllo i costi operativi e garantendo una maggior sicurezza alla circolazione».
Il mercato europeo pare dunque ormai avere intuito l’importanza dei dati nella gestione dei veicoli, tanto che il numero di dispositivi telematici installati sulle auto continua ad aumentare e ad oggi supera 9 milioni di unità. Le soluzioni tecnologiche sviluppate dal team di professionisti di Targa Telematics, grazie all’esperienza maturata negli anni nell’ambito delle piattaforme digitali basate su intelligenza artificiale, analisi dei big data e blockchain, oltre alla gestione delle flotte in leasing e a noleggio, «permettono di abilitare le più importanti novità che stanno rivoluzionando il mercato con un impatto non indifferente sulla sostenibilità ambientale: la mobilità condivisa (car sharing, bike sharing e car pooling) e le motorizzazioni elettriche». Targa Telematics, conclude De Mattia, «sta aumentando di anno in anno del 30-40% il numero di veicoli attrezzati con le sue soluzioni, in un mercato, quello delle auto connesse nel fleet management, che in Europa dovrebbe passare dai 9 milioni di veicoli di fine 2018 ai 17 milioni previsti per il 2023, con un tasso di crescita media annua dunque del 15%».
Targa Telematics continua dunque a registrare numeri in crescita: nel 2019 il fatturato della società sarà di 42 milioni di euro contro i 30 milioni del 2018, mentre per la fine del 2020 l’attesa è di un giro d’affari di 58 milioni di euro. Già operativa, oltre che in Italia, in Gran Bretagna, Francia, Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo, Spagna e nei paesi della Scandinavia, l’azienda intende proseguire nei prossimi anni il piano di internazionalizzazione entrando in Nord America e Australia.
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