La nuova polizza auto familiare rischia di mandare in perdita il comparto
Per Ania la norma del decreto fiscale farebbe aumentare le tariffe, che dal 2012 a oggi sono invece calate del 27%
di Anna Messia
Le compagnie assicurative fanno i conti con le novità RcAuto contenute nel Dl Fisco e non si tratta di un effetto limitato. Le nuove norme del decreto approvate dalla commissione Finanze estendono il raggio d’azione della Legge Bersani a tutti i veicoli e a tutti i contratti già esistenti che saranno sottoposti a rinnovo. In pratica, se c’è un membro della famiglia virtuoso (per esempio, in prima classe di euro), tutti i familiari conviventi, purché non abbiano registrato sinistri negli ultimi cinque anni, potranno essere promossi allo stesso livello, con uno sconto consistente sulla tariffa RcAuto. Specie per i giovani, che avrebbero altrimenti tariffe ben più salate.
In ballo – anche questa una novità rispetto alla Bersani – non ci sono solo le automobili ma tutti i veicoli a motore, compresi motocicli e scooter, che sono spesso causa di sinistri. Tale disposizione che, «se definitivamente approvata, condurrebbe a conseguenze davvero distorsive per la sostenibilità del sistema assicurativo dell’RcAuto, a danno di tutti gli utenti», hanno tuonato ieri da Ania, l’Associazione Nazionale fra le Imprese assicuratrici presieduta da Bianca Maria Farina.
Il settore assicurativo sta tra l’altro già vivendo un momento difficile sul fronte RcAuto. Nel 2018, si legge nell’ultimo report Ania, i premi sono rimasti sostanzialmente stabili, pari a 13,25 miliardi, e il combined ratio, ossia il rapporto tra i sinistri e i premi incassati, è costantemente salito nell’ultimo triennio arrivando a ridosso del 100%, oltre il quale le compagnie subiscono una perdita.
Un trend segnalato anche gli analisti di Mediobanca Securities, secondi i quali «l’attività di assicurazione RcAuto ha oggi un combined ratio di circa il 100%, quindi molto vicino a essere già in perdita a livello tecnico». Non solo; «la riforma potrebbe esercitare un’ulteriore pressione sulla redditività degli assicuratori automobilistici nel contesto anche di bassi rendimenti da reinvestimento». Ma per quanto riguarda le valutazioni delle società il giudizio di Mediobanca Securities su UnipolSai (prezzo obiettivo di 2,50) e Unipol (prezzo obiettivo 5,50), gruppo leader in Italiane nell’RcAuto, resta neutrale.
Anche gli analisti di Imi sono convinti che le nuove norme potranno causare pressioni al ribasso sui premi medi auto. Secondo il deputato del Movimento 5 Stelle Andrea Caso, che ha presentato l’emendamento al decreto Fiscale, potranno provocare risparmi sulla spesa RcAuto delle famiglie sino al 30-40%. Ma si tratta di numeri tutti da verificare. Il sistema del bonus-malus, in base al quale vengono stabilite le classi di merito, ha infatti dimostrato limiti, tanto che Ania e Ivass, l’autorità di controllo del settore, sono da tempo concordi sull’esigenza di rivederne il funzionamento. Grazie anche alla spinta della Legge Bersani oggi più del 60% degli assicurati gode già della prima classe di merito e si arriva al 90% dei clienti se si considerano le prime tre classi. In pratica, la classe di merito non misura più l’effettivo rischio degli assicurati e oggi le compagnie per stabilire il prezzo della polizza RcAuto prendono a riferimento altri parametri, come l’esperienza o le abitudini di guida, per esempio. Le imprese, insomma, hanno preso inevitabili contromisure per limitare a loro volta gli effetti negativi degli interventi normativi che si sono susseguiti negli anni spesso in maniera disordinata ed è probabile che lo faranno anche questa volta, visto il combined ratio ormai vicino al 100%. «Quest’ultimo provvedimento, lungi dal produrre gli effetti attesi, finirebbe in ogni caso per impattare negativamente sui prezzi, soprattutto a danno degli utenti più virtuosi e delle famiglie con un solo mezzo, presumibilmente le meno agiate», hanno concluso da Ania, aggiungendo anche che «si interromperebbe il trend virtuoso iniziato nel 2012 che ha visto i premi scendere di oltre il 27%». (riproduzione riservata)
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