Alcuni azionisti chiedono la revoca del cda e anche un limite al numero dei mandati
I soci Brioschi e Cagliero detengono il 2,5% del capitale necessario per votare in assemblea la modifica dello statuto
di Anna Messia
Inizia la conta dei voti in Cattolica. I soci dell’assicurazione veronese che contestano al cda la defenestrazione dell’ad Alberto Minali di fine ottobre stanno stringendo le fila per chiedere la convocazione di una doppia assemblea. La prima, ordinaria, dovrebbe essere chiamata a votare la revoca del cda attuale; la seconda, straordinaria, dovrà invece votare modifiche dello statuto che fissi paletti al numero dei mandati di consiglieri e presidente. A muoversi sono in particolare il professore Francesco Brioschi e Massimiliano Cagliero, ad di Banor sim, che avrebbero il 2,5% del capitale necessario per convocare l’assemblea stringendo accordi di prestito titoli a favore di Sofia Holding, che dispone di circa lo 0,7%. Non solo; il loro interesse si è allineato con quello altri due soci dissidenti, l’avvocato Giuseppe Lovati Cottini e l’imprenditore Luigi Frascino, che nei giorni scorsi si erano schierati contro il ritiro delle deleghe a Minali. La settimana scorsa i due soci sono stati anche ascoltati da Consob per presentare il manifesto delle loro idee di riforma della governance di Cattolica.
La prima figura interessata dalle novità è quella di Paolo Bedoni, presidente di Cattolica dal 2006. Le «regole del buon governo», scritte con la consulenza dello studio legale Galbiati Sacchi, prevedono «l’introduzione di un limite al numero dei mandati e all’età dei consiglieri per garantire un efficiente ricambio, anche generazionale, nelle governance della compagnia», si legge nel documento preparato dai due soci. Frascino e Lovati Cottini puntano anche a ridefinire il ruolo della figura di presidente, «che non potrà avere cariche esecutive e lascerà ad altri amministratori indipendenti la partecipazione ai comitati consiliari, per svolgere viceversa la funzione di garante del rispetto delle best practice in materia di governance».
Queste novità per essere approvate dovrebbero ricevere il voto della maggioranza qualificata dei soci (due terzi dei voti) e sono tutt’altro che scontate, ma, qualora accolte, avrebbero un effetto dirompente sulla gestione della compagnia, nonostante il mantenimento della forma cooperativa non sia in discussione. In questa vicenda gli interessi di Frascino e Lovati Cottini coincidono con quelli di Brioschi e Cagliero, mentre si aspettano le mosse di altri due azionisti importanti: Palladio, che ha più del 2%, e la Fondazione Cariverona, che nei giorni scorsi è scesa dal 3,4 al 2,97% e ha detto di considerare inaspettata la scelta del board di ritirare le deleghe a Minali.
Ora si attendono le mosse dei soci dissidenti. Una volta presentata la richiesta, la convocazione dell’assemblea sarà esaminata dal cda di Cattolica. Uno è previsto per giovedì 5 e un altro per il 19, ma, considerati i tempi tecnici, la riunione potrebbe tenersi a inizio febbraio. (riproduzione riservata)
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