Il rallentamento della crescita economica globale causata dal calo del commercio e degli investimenti e dall’inasprimento delle tensioni commerciali, porterà ad un ulteriore aumento delle insolvenze nel prossimo anno.
Secondo l’ultima edizione dell’Economic Outlook di Atradius, la crescita globale del PIL subirà un forte rallentamento nel 2019 e 2020 (+2,5%), mostrando un calo significativo rispetto al 2018 (+3,2%). Alla base di questo fenomeno è il rallentamento del commercio globale che, aggravato dall’inasprimento della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, avrà un impatto negativo su tutte le principali economie mondiali, come l’Eurozona, il continente americano e i mercati emergenti. In Italia il lento percorso di ripresa economica potrebbe arrestarsi facendo salire le insolvenze del 2% rispetto lo scorso anno.
Le deboli previsioni e il clima di incertezza del commercio mondiale porteranno a un peggioramento globale dei casi d’insolvenza, che, dopo essere aumentate del 3% nel 2019, si prevede aumenteranno del 2,6% nel 2020, rileva Atradius.
A guidare la crescita delle insolvenze è il Nord America (+4,2% nel 2019 e 3,2% nel 2020), colpito dall’incremento dei fallimenti aziendali negli Usa (bancarotte a +4% in 9 mesi). Per l’Europa occidentale è previsto un aumento significativo dei casi di insolvenza (+2,3% nel 2019 e +1,3% nel 2020). Un’accelerazione è attesa anche in Asia-Pacifico (+2,3% nel 2020 dopo l’1,2% nel 2019). L’Est Europa è l’unica regione per la quale non è previsto un aumento quest’anno, ma un miglioramento dello 0,8%.
I paesi che mostrano performance peggiori nel 2020, sono Regno Unito e Hong Kong (+7%), seguiti da Turchia, Singapore e Romania (rispettivamente al +5%), subito dopo si trovano USa e Sud Africa registrano un 4%, Giappone, Sud Corea e Polonia con un 3%.
Guardando all’Eurozona, l’analisi Atradius delinea un quadro tutt’altro che positivo per le insolvenze, che quest’anno si attestano all’1,2%, il primo aumento annuale registrato dal 2013. All’interno dell’area, le previsioni più pessimistiche sono per l’Europa Occidentale con il Regno Unito (+7% nel 2020) che mostra il livello più alto di crescita delle insolvenze, a causa dell’incertezza politica sulla Brexit che pesa negativamente sulle imprese e gli investimenti.
In Germania, il rallentamento del PIL e le sfide del settore automobilistico aggravate dal calo del commercio globale, spingono le insolvenze del settore manufatturiero in salita del 2% nel 2019, mentre il dato complessivo è del + 1% con una stabilizzazione prevista nel 2020. La frenata dell’industria tedesca influisce negativemente su alcune economie all’interno della zona euro, in particolare Paesi Bassi e Francia, dove il numero delle insolvenze dovrebbe aumentare rispettivamente dell’1% nel 2020 (4% nel 2019), e 2% nel 2020 (dato equivalente al 2019). Anche per l’Irlanda si prevede una crescita delle insolvenze del 2% nel 2020, dopo una stabilizzazione nel 2019. Una previsione che potrebbe ulteriormente aggravarsi a causa della crescente incertezza sulla Brexit dei legami economici con il Regno Unito.
In Italia il lento percorso di ripresa economica potrebbe arrestarsi facendo salire le insolvenze del 2% rispetto lo scorso anno. L’elevata incertezza politica è dovuta anche al possibile inasprimento delle tensioni con la Commissione Ue sugli obiettivi di bilancio, che potrebbe portare ad una recessione prolungata nel tempo.
Previsioni più ottimistiche per la Spagna, dove la crescita economica rimane la più alta dell’Eurozona favorendo un calo delle insolvenze del -1% previsto per quest’anno e del -2% per il prossimo anno. Anche l’economia del Portogallo ha registrato una rapida ripresa negli ultimi anni, influendo positivamente sul livello di insolvenza che scenderà del 6% nel 2019 e ulteriormente del -2% nel 2020. Va ancora meglio al Lussemburgo che dopo un aumento del 3% registrato nel 2019, il prossimo anno vedrà un calo al -3%.