Il mondo agricolo è alquanto variegato per una pluralità di fattori, da quelli naturali legati all’orografia, al tipo di terreno e al clima, a quelli colturali e a quelli tecnologici e di organizzazione delle lavorazioni. Un mondo nel quale accanto a macchinari estremamente avanzati che fanno ampio uso delle tecnologie digitali continuano a coesistere trattori e macchine agricole obsoleti.
Una caratteristica dell’agricoltura italiana è la variabilità nell’anno delle lavorazioni e della forza lavoro che vede, oltre alla presenza della manodopera familiare, l’avvicendarsi di lavoratori stagionali sia italiani che stranieri, talora impiegati con rapporti di lavoro irregolari e non addestrati.
L’insieme di questi elementi amplifica le criticità di un’attività comunque rischiosa per diversi fattori. Il rischio infortunistico è rilevante sia per gli eventi gravi e mortali, dovuti in gran parte al ribaltamento dei trattori, alle cadute dall’alto e alle cadute di materiali, sia per gli eventi di minore gravità, imputabili all’utilizzo di attrezzature taglienti o con parti calde.
Sono da considerare anche i rischi insiti nel lavoro all’aperto soprattutto nei mesi estivi quando le elevate temperature, la scarsa idratazione e i turni di lavoro possono determinare effetti che vanno da malori lievi a pericolosi colpi di calore.
Numerose operazioni inoltre possono comportare un rischio da sovraccarico biomeccanico dovuto alla movimentazione manuale dei carichi, ai movimenti ripetuti, alle posture incongrue, con possibili danni a carico della colonna vertebrale o di muscoli e articolazioni, più rilevanti dove sono insufficienti o mancano del tutto le necessarie pause di recupero.
Infine da citare la possibile esposizione a fitofarmaci e altre sostanze chimiche nonché ad agenti biologici, che può essere responsabile di diverse patologie.
Fonte: DATI INAIL