Diminuiscono i reati contestati alle imprese relativi all’applicazione del dlgs n. 231/2001, meglio noto come decreto sulla responsabilità di enti e società. Si è passati dai 93 procedimenti del 2012 ai 61 del 2016, nel Triveneto, per effetto di una maggiore sensibilità delle imprese, da un lato, e di una maggiore diffusione della conoscenza dello strumento, dall’altro, come spiega a ItaliaOggi Sette Riccardo Borsari, professore di diritto penale commerciale e diritto penale dell’economia all’Università degli Studi di Padova, che, in collaborazione con il dipartimento di diritto pubblico internazionale e comunitario dell’Università degli Studi di Padova, ha condotto un’analisi sui procedimenti aperti da 12 procure della repubblica presso i tribunali del Triveneto tra il 2012 e il 2016. «Dall’analisi emerge un’applicazione piuttosto disomogenea della normativa», aggiunge Borsari, «va considerato che il Triveneto è una delle aree a maggior tasso di presenza di imprese quindi ritengo possa rappresentare una fotografia, seppur parziale, della situazione nazionale».
Il mondo della finanza e delle assicurazioni è diventato a portata di click. Sempre più digitali, personalizzabili e gestibili da mobile, questi due settori hanno superato il guado della burocrazia cartacea diventando sempre più smart. Lo conferma l’ultima ricerca dell’Osservatorio digital innovation del Politecnico di Milano, che ha rilevato come 11 milioni di italiani utilizzano il digitale nei settori della Fintech (tecnologia finanziaria) e Insurtech (tecnologia assicurativa) per servizi di mobile payment, gestione del budget personale e trasferimenti di denaro fra privati, con un alto livello di gradimento. Una fetta di popolazione che equivale al 25% fra i 18 e i 74 anni, in forte crescita rispetto a quanto registrato un anno fa (+54%), quando la percentuale si attestava sul 16%, secondo l’ultima indagine condotta dall’Osservatorio Fintech & Insurtech in collaborazione con Nielsen Italia.
Il danno erariale, anche se accertato con sentenza passata in giudicato, non è automaticamente trasmissibile agli eredi. Così la Cassazione, sez. III civile, con sentenza 29/11/2018, n. 30856. L’Agenzia per la riscossione di Milano aveva notificato ai figli, in qualità di eredi, una cartella di pagamento per euro 3.921.989,91, relativa all’importo che il padre, deceduto nel 2007, era stato condannato a pagare a titolo di risarcimento danni nei confronti dell’erario con sentenza della Corte dei conti passata in giudicato.
Roberta Marracino entra in Zurich Italia con la carica di head of innovation & market management. Nel corso della sua carriera professionale nel settore finanziario-assicurativo e nella consulenza strategica, Roberta Marracino ha maturato competenze in ambito di analisi e valutazione rischi, ricerca e studi, corporate reputation, media relations e innovazione digitale. Dal 2014 a oggi ha ricoperto il ruolo di Executive Director Area Studi e Comunicazione in Sace (Gruppo Cassa depositi e prestiti). In precedenza, è stata direttore Comunicazione e Ricerca di McKinsey & Company per l’Area Mediterranea, dopo essere stata responsabile dell’Analisi strategica della Banca Nazionale del Lavoro e di Capgemini Consulting.
Aviva Investors ha nominato Susan Schmidt head of US Equities. La società amplia così la propria presenza nell’asset class, dopo le nove assunzioni per i team equity Uk, Global e mercati emergenti della scorsa estate. Susan Schmidt, che vanta oltre 25 anni di esperienza nel settore degli investimenti, prima di arrivare in Aviva Investors ha trascorso tre anni come senior portfolio manager occupandosi di small e mid-cap del mercato azionario statunitense presso la società d’investimento Westwood Holdings group. Durante la sua permanenza è stata membro di comitati interni che valutavano il posizionamento strategico e contribuivano a supervisionare lo sviluppo e la gestione del business plan aziendale.
La Consob ha dato il via libera da poco e Doorway si prepara a iniziare la propria attività negli ultimi giorni di dicembre. Sarà un portale dove gli imprenditori e gli investitori professionali potranno investire in startup e in piccole medie aziende. L’iniziativa creata da quattro persone (si chiamano Antonella Grassigli, Federica Lolli, Marco Michelini e Donato Montanari) ha trovato un partner in Banca Unipol, che sarà l’intermediario bancario previsto dalla normativa sull’equity crowdfunding.
Stanno seduti su un tesoro che, agli attuali corsi borsistici, vale quasi 490 milioni di euro, al netto del premio di maggioranza. Sono Ignazio e Luigi Maramotti azionisti assieme alla sorella Ludovica col 36,5% di Credem Holding, la società che controlla il 77,5% del Credito Emiliano.
Il gruppo ha aggiunto sulle vetrine la scritta “Assicurazione”, diventando la prima banca in Italia a definirsi anche “compagnia”. E a fine 2018 dovrebbe entrare tra i primi dieci operatori nel settore di maggior sviluppo
I ricchi investitori lamentano il fatto che vi sia il limite di trentamila euro annui da destinare ai piani. La corsa dei listini sembra terminata e quindi occorre farsi strada nell’economia reale. E spuntano altre soluzioni alternative
Solo tre milioni di lavoratori su una potenziale platea di undici hanno aderito agli strumenti negoziali di categoria che forniscono un supporto a chi è passato nel meno favorevole sistema contributivo.
Un successo a metà, quello dei fondi pensione negoziali, cosi lo definisce Giovanni Maggi. presidente di Assofondipensione.
- Come cambia la manovra
Dopo il vertice di ieri notte prendono forma gli ultimi correttivi sul disegno di legge di Bilancio. Trovato l’accordo sull’ecotassa per le macchine più inquinanti, che sarà limitato alla sola fascia di lusso. Restano i tagli per le pensioni elevate non coperte da contributi, ma l’intervento sarà pesante solo sugli assegni più alti. Confermato un primo intervento sul cuneo fiscale, con uno sconto sui contributi che le aziende pagano all’Inail, che nel 2021 sarà di 600 milioni di euro. Cambia volto il bonus cultura per i diciottenni, che non potrà essere più utilizzato per cinema e concerti ma solo per i libri. Sulle misure bandiera, reddito di cittadinanza e quota 100 per le pensioni, confermato il taglio complessivo di 4 miliardi di euro rispetto a quanto previsto nel testo della manovra già all’esame del Senato.
Mancano ancora pochi passi, o meglio pochi acquisti, e poi Francesco Gaetano Caltagirone e Leonardo Del Vecchio saliranno ciascuno al 5% nel capitale di Generali. Il primo, grazie a una lunga e costante marcia, è oggi al 4,73%; il secondo è al 3,86% e ha dichiarato di recente che il suo obiettivo è arrivare a Trieste a quella soglia e poi fermarsi.
Saranno per il Leone i «Mister 5%». Così, con questo soprannome era stato definito Salvatore Ligresti, che nei suoi anni d’oro aveva accumulato numerosi pacchetti azionari, spesso proprio di quelle dimensioni. Ma il richiamo è solo storico e qui si ferma.
L’Osservatorio Sanità digitale del Politecnico di Milano ha stimato la spesa complessiva per la digitalizzazione del sistema: nel 2017 è stata di 1,3 miliardi di euro, 21 euro per abitante, pari all’1,1% della spesa sanitaria pubblica, contro una media europea del 2,5%.
I vantaggi fiscali della previdenza integrativa. Qualunque sia il destino di quota 100 — il piano del governo per riformare la Legge Fornero, riparametrando i requisiti per la pensione alla somma di età e contributi versati — è molto probabile che non sarà un intervento strutturale, definitivo.
L’unica certezza, in ogni caso, è che in futuro l’assegno dell’Inps sarà piuttosto magro: con il regime contributivo, nella migliore delle ipotesi, un lavoratore dipendente avrà una pensione pari al 60-70% dell’ultimo stipendio. Gli autonomi non andranno oltre il 40-50%. La priorità di ogni risparmiatore dovrebbe essere, quindi, quella di predisporre un piano finanziario per integrare i flussi di reddito futuri.
- I numeri dei fondi pensione
I fondi pensione negoziali associati ad Assofondipensione sono 30. A fine settembre 2018, con 155 mila adesioni nel corso dell’anno (+5,5%), il numero degli iscritti è arrivato alla soglia dei 3 milioni e il patrimonio, in crescita del 3,5%, superava i 51 miliardi. «Seppure incoraggianti, i dati – ha osservato il presidente di Assofondipensione, Giovanni Maggi – segnalano un ritardo molto marcato sul versante della pensione integrativa. A causa della precarietà del lavoro e della mancanza di retribuzioni congrue, restano al palo i giovani: a fine 2017 solo il 19% degli under 34 aveva optato per la previdenza complementare, un terzo in meno rispetto alle fasce più mature».
Anche se l’intensità è diminuita, il movimento dei “giubbotti gialli” comincia a costare caro agli assicuratori. Secondo stime iniziali coerenti provenienti da diverse fonti di mercato, la fattura per il settore potrebbe già ammontare tra i 100 e i 200 milioni di euro. La Federazione francese delle assicurazioni ha indicato di non disporre ancora di una cifra ufficiale.