Essere un tutt’uno con la propria terra, con gli alberi ed il selvatico, con gli animali che popolano il luogo, e creare con loro una relazione di empatia, di reciprocità quotidiana.
L’Agricoltura rappresenta tutto questo, ma anche un settore ad alto rischio sia sotto l’aspetto infortunistico che tecnopatico. La prevenzione e sicurezza sul lavoro costituiscono quindi un aspetto estremamente rilevante nella conduzione di un’azienda agricola.
Dall’andamento dei dati infortunistici, relativi al quinquennio 2012-2016, sembra che lo sforzo per rendere il lavoro agricolo più sicuro stia dando i sui frutti. Tra il 2012 e il 2016 si nota infatti un calo degli infortuni denunciati del 15,6%, maggiore rispetto alle altre gestioni (-14,4% per l’Industria e servizi e -11% per il Conto stato).
Esaminando poi i soli infortuni definiti positivamente in occasione di lavoro, tale decremento risulta ancora più importante, passando a -18,8%, da 35.073 casi a 28.469. La fascia di età maggiormente colpita è tra i 50 e i 54 anni, con il 14,3% mentre tra le regioni con il maggior numero di casi troviamo l’Emilia Romagna (12,8%), la Lombardia (8,9%) e la Toscana (8,8%).
Considerando gli infortuni totali nel quinquennio, risulta importante la quota degli stranieri, 12,1%, con il non invidiabile primato per i lavoratori rumeni del 24,8% sul totale dei lavoratori stranieri. Per i casi mortali definiti positivamente in occasione di lavoro da una media di 96 casi l’anno, tra il 2012 e il 2015, si è passati a 69 casi nel 2016. L’andamento delle malattie professionali denunciate è invece in controtendenza rispetto quello degli infortuni, con un aumento nel quinquennio del 62,8%, a fronte del 23,3% dell’Industria e servizi. Le principali malattie professionali contratte sono quelle del sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo, il 73% del totale e del sistema nervoso con quasi il 19%.
Fonte: DATI INAIL