Il cda del Leone approva le modifiche allo statuto per eliminare i vincoli di età. A questo punto appare scontato un altro mandato per il presidente. Eliminati i limiti di età anche per le cariche di amministratore delegato e consigliere. Caltagirone e Del Vecchio comprano ancora
di Anna Messia
Via tutti i limiti di età per i manager di Generali . Ieri, come previsto, i consiglieri di amministrazione della compagnia hanno dato il via libera alle modifiche degli articoli dello statuto per eliminare gli attuali vincoli. Non solo per il presidente, che secondo l’articolo 29.1 non può oggi superare i 70 anni. Il cda di Generali , riunito per quasi cinque ore (tanti i temi da discutere), ha deciso di intervenire anche sui limiti d’età delle altre cariche e «ha deliberato a maggioranza che sottoporrà alla prossima assemblea degli azionisti la proposta di abrogazione del vincolo del limite di età, previsto dall’attuale statuto, per l’assunzione delle cariche di consigliere di amministrazione, presidente e amministratore delegato», si legge nel comunicato diffuso in serata da Trieste. Via quindi anche il limite dei 65 anni per la carica di amministratore delegato e quello dei 77 anni per essere eletti nel consiglio di amministrazione.
La decisione di mettere mano allo statuto dalla compagnia è nata dall’esigenza di adeguare l’articolato al nuovo regolamento dell’Ivass (il numero 38) ma anche dall’intenzione di eliminare i vincoli ostativi per assegnare un nuovo mandato al presidente Gabriele Galateri di Genola, prossimo ai 72 anni. A questo punto la sua riconferma al vertice appare decisamente probabile, anche se il manager è nel frattempo stato contattato da Vivendi per il vertice di Tim . Si vedrà. All’assemblea che dovrà nominare il nuovo consiglio di amministrazione, presidente compreso, mancano del resto ancora più di quattro mesi. L’assise degli azionisti è stata fissata per il 7 maggio 2019 e l’assemblea si riunirà in sede sia ordinaria che straordinaria su convocazione del consiglio di amministrazione del prossimo 13 marzo, che dovrà anche approvare il bilancio 2018.
Va segnalato che su più di qualche modifica statutaria non ci sarebbe stato accordo unanime tra gli azionisti. Sia Francesco Gaetano Caltagirone sia Leonardo Del Vecchio avrebbero dato il loro consenso all’eliminazione dei limiti di età, mentre posizione contraria è stata assunta da Lorenzo Pellicioli (De Agostini). Ciò lascia immaginare che il clima sia destinato ad accendersi da qui all’assemblea di maggio.
Da rinnovare, come detto, c’è l’intero consiglio di amministrazione del gruppo guidato da Philippe Donnet, che potrà avere da un minimo di dieci a un massimo di 21 membri e nel definirlo bisognerà considerare il nuovo equilibrio che si sta creando tra i grandi soci, ossia Mediobanca (13%), (3,78%), i Benetton (3,04%) e il gruppo De Agostini (1,7%), oltre che Caltagirone e Del Vecchio. Anche ieri questi ultimi due azionisti hanno arrotondato le proprie quote. Caltagirone tramite Quarta Iberica ha acquistato in particolare 300.000 azioni della compagnia triestina, circa lo 0,02% del capitale, salendo al 4,74%. Mentre Del Vecchio tramite Delfin ha acquistato 670.000 azioni, pari allo 0,04%, salendo al 3,78% del Leone. (riproduzione riservata)
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